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-310-

 

Dunque io potrò, fattura empia ed ingrata,

amar bellezza umana e fral qual vetro,

e l'eterna e celeste lasciar dietro

de la somma Bontà, che m'ha creata,

e poi m'ha da la morte liberata

e da l'inferno tenebroso e tetro,

se del fallir mi pento qual fe' Pietro,

poi che tre volte già l'ebbe negata?

Dunque io potrò veder di piaghe pieno

il mio Fattor, per me sospeso in croce,

e d'amor e di zel non venir meno?

Dunque non drizzerò pensieri e voce,

ogn'altro affetto uman spento e terreno,

solo a' suoi strazi, a la sua pena atroce?

 

 




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