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Gaspara Stampa
Rime

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-157-

 

A che pur dir, o mio dolce signore,

ch'esca frutto da me di lode degno,

a che alzarmi a sì gradito segno,

a che scrivendo procacciarmi onore,

se da quel dì, ch'entrar mi fece Amore

con l'arme de' vostr'occhi entro 'l suo regno,

voi movete lo stil, l'arte, l'ingegno,

sensi, spirti, pensier, voglie, alma e core?

Se da me dunque nasce cosa buona,

è vostra, non è mia; voi mi guidate,

a voi si deve il pregio e la corona.

Voi, non me, da qui indietro omai lodate

di quanto per me s'opra e si ragiona:

ché l'ingegno e lo stil, signor, mi date.

 

 




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