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Giovanni Targioni Tozzetti
Nerone

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Scena quarta - Nerone, Menecrate (in veste di schiavi) e detti

 

MENECRATE

 

Col suo volo, la colomba

è tornata al proprio nido.

 

NERONE

 

Ora certo non ci sfugge...

Sarà facile ghermirla.

 

NEVIO (a Menecrate, con forza)

 

Guai a te se a questa donna

t’avvicini d’un sol passo...

 

MENECRATE

 

A chi dici, prepotente?

 

NEVIO

 

A te, cane!

 

NERONE (afferrando per il collo Nevio)

 

Ora t’acconcio... (volgendosi verso gli altri)

Tutti voi, canaglie, sfido!

 

PETRONIO (pronto)

 

Io la lotta accetto!

 

NERONE (lascia Nevio e si lancia verso Petronio)

 

A me! (si abbrancano. I bevitori si alzano e fanno cerchio intorno ai due  lottatori)

 

MENECRATE

 

Maledetto tafferuglio!

 

NERONE (dopo una breve lotta, cade con le spalle a terra)

 

Per i Numi dell’Averno!

 

PETRONIO (orgoglioso)

 

Atterrato ho il grande atleta!

 

MENECRATE (intervenendo con energia)

 

Ferma!... lascialo... è Nerone!

 

TUTTI (spaventati, si ritraggono)

 

È Nerone!

 

EGLOGE

 

Lui!

 

PETRONIO (sbigottito)

 

Nerone!

 

EULOGIO (a Petronio)

 

Sciagurato, sei perduto! (silenzio)

 

NERONE (rialzandosi)

 

Sì, Nerone son io! Né tal sorpresa

è per voi molto grata, se argomento

della paura che v’imbianca il viso. (I bevitori, meno Nevio, Petronio, ed Eulogio, prudentemente  escono dalla taverna ad uno ad uno e ad intervalli)

Al mio cospetto vi sentite rei

di lesa maestà. Ma questa notte

vogliamo esser clementi e perdoniamo!

 

MENECRATE

 

E ai malcontenti piace d’inventare

che Nerone è crudele!

 

NERONE (a Petronio)

 

A te, felice vecchio,

per lode, basti la memoria

d’avermi vinto.

 

NEVIO (avanzando fieramente incontro a Nerone)

 

Ben altre sconfitte

avrai, Nerone.

 

NERONE (sorridendo)

 

Ah! Ah! Parla l’oracolo!

 

NEVIO (con atteggiamento audace)

 

Io voglio dirti che son troppe ormai

le infamie che commetti nei palagi

patrizii, e quelle che infinite fanno,

in tuo nome, i tuoi sgherri nei tugurii

della plebe. E non tremi, Imperatore?!

Ma il pianto che si versa nelle case

degli oppressi, diventa odio, e dall’odio

poi nasce il giorno del final castigo.

 

NERONE (che lo ha ascoltato attentamente)

 

Bravo! Declami bene e hai bella voce... (a Menecrate)

Un vero artista! (a Nevio)

T’apro la mia casa

come a compagno. Anch’io sono un artista.

C’intenderemo... (agli altri)

Ma l’umida notte

- come dice Virgilio - è ormai profonda.

Ite, quiriti, fra le vostre mura. (improvvisamente ricordandosi)

Ma dov’è mai la bella fuggitiva?... (a Egloge)

Ti nascondi. Perché?... Lascia il timore... (a Menecrate)

Menecrate, t’affido la fanciulla...

Conducila al palazzo e che le schiave

le dien ristoro.

 

EULOGIO (saluta Nerone con enfasi)

 

A Cesare salute!

 

NERONE (a Menecrate)

 

E chi è costui?

 

MENECRATE

 

È un mercante di schiavi...

Egli t’aiuta a sostener l’Impero!

 

NERONE

 

Ten va’, ed accompagna la fanciulla...

ma torna...

 

MENECRATE

 

Sta’ sicuro. (esce conducendo Egloge. Anche Nevio e Petronio escono, senza  salutare Nerone)

 

 

 

 




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