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Giovanni Targioni Tozzetti
Nerone

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Scena quinta - Atte e Egloge

 

ATTE (entrando)

 

Una donna?

Chi sei?

 

EGLOGE

 

Son danzatrice,

ed Egloge è il mio nome... E tu?

 

ATTE

 

Non giova

che tu sappia chi sono...

 

EGLOGE

 

Poveretta...

ti comprendo, sei schiava.

 

ATTE (reprimendo un gesto di sdegno)

 

Schiava?

 

EGLOGE

Anch’io

ero tale poc’anzi; ed or son libera

e danzo in questo superbo teatro

che è la casa di Cesare...

 

ATTE

 

Rivela

la tua parola un’infantile e ingenua

natura... Vosalvarti.

 

EGLOGE

 

Vuoi salvarmi?

 

ATTE

 

Non danzare sull’orlo dell’abisso...

Immagini che in questa casa tutto

sia cosparso di fiori; ma t’è ignoto

che dove vive Cesare

i fiori stessi accolgono la morte...

Va’, fanciulla... allontanati e dimentica

il vano incanto... Pensa che su Cesare

non ha dominio che una donna sola:

io!

 

EGLOGE

 

Tu dunque, sei Atte... Atte liberta?

 

ATTE (superba)

 

Sì.

 

EGLOGE (ironica)

 

E tu non tremi davanti a Nerone?...

Tu sola?

 

ATTE

 

Sola!

 

EGLOGE

 

Ebben! Vengo a contenderti

questo potere!

 

ATTE (sprezzante)

 

Tu?

 

EGLOGE

 

Pur io non tremo

innanzi al tuo Nerone imperatore!

 

ATTE

 

Tremerai quando non potrà giovarti

la tua paura!... In tempo ancora sei...

ascolta il mio consiglio:... va’!

 

EGLOGE

 

Rimango!

...Oh, lasciami goder la giovinezza!...

Atte, l’Imperator mi ha fatto libera...

In queste sale, per la prima volta,

vedo un lembo di cielo; e tu, cattiva,

mi predici sventura?...

Ma non t’ascolto,

rimango qui!

 

ATTE

 

Superba ed ostinata,

non intendi che parlo pel tuo bene?

Ritorna in Grecia, avrai tante ricchezze

quante vorrai... ascoltami!

 

EGLOGE

 

Rimango!

 

ATTE (minacciosa)

 

Su te sciagura, o malaccorta!... Bada...

 

Io posso per forza d’incanti,

di filtri, d’arcani scongiuri,

l’amore tuo dissolvere,

ellenica fanciulla!

 

Io posso con dolci veleni,

nell’ora del lieto convito,

la danza tua interrompere,

ellenica fanciulla!

 

La Morte già sfiora il tuo capo;

dal tripode fuma la negra

nube che deve avvolgerti,

ellenica fanciulla!

 

Le Furie d’Averno verranno

terribili in volo, recando

a te la tazza tragica,

ellenica fanciulla!

 

EGLOGE (decisa)

 

Io qui rimango!

 

ATTE

 

Ah, dunque ti ribelli?

Distruggere saprò con le mie mani

la turpe tua bellezza! (leva un pugnale e si slancia contro Egloge)

 

EGLOGE

 

Oh, chi mi salva

da questa forsennata?

 

ATTE (insenguendola)

 

Non mi sfuggi!

 

 

 

 




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