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Giovanni Targioni Tozzetti
Nerone

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Scena settima - Menecrate e Nerone, poi Rufo, Vinicio, senatori, pretoriani

 

MENECRATE

 

Divo Nerone, a te chiedono udienza

il Prence del Senato ed il Prefetto

del Pretorio.

 

NERONE

 

Importuni sempre... Vengano. (Siede sul seggio)

 

 (Menecrate fa entrare Rufo e Vinicio con i Senatori e i Pretoriani)

 

IL CORO DEI SENATORI

 

Salve Nerone! Per te fioriscano

del Campidoglio perenni i lauri!

La tua gloria si spande

per l’Orbe intiero, o Cesare!

 

IL CORO DEI PRETORIANI

 

Tutte le genti romane esultano!

Dai sette colli te, Nume, invocano!

La tua gloria si spande

per l’Orbe intiero, o Cesare!

 

RUFO

 

Augusto, salve!

 

VINICIO

 

Salve!

 

NERONE

 

Che mi chiedi,

Vinicio?

 

VINICIO

 

Le coorti pretoriane

alzan tumulto...

 

NERONE

 

E perché?

 

VINICIO

 

Da più mesi

non hanno soldo e lo vogliono.

 

NERONE

 

Dite

alle coorti che a pro loro Claudio

Nerone canterà l’«Edipo re»

Sarà pieno il teatro...

 

MENECRATE

 

E poi si dice

ch’egli è un avaro!

 

NERONE

 

E tu che rechi, o Rufo?

 

RUFO

 

Poc’anzi è pervenuto dalla Spagna

questo messaggio al Senato.

 

NERONE (svogliato)

 

A suo tempo

lo leggerò. Mi sento stanco... Andate! (Rufo depone il messaggio ai piedi di Nerone)

 

TUTTI (uscendo)

 

Salve, Nerone!

Tutte le genti romane esultano!

Dai sette colli te, Nume, invocano!

La tua gloria si spande

per l’Orbe intiero, o Cesare!

 

 

 

 




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