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Giovanni Targioni Tozzetti Nerone IntraText CT - Lettura del testo |
- Io Bacche!... Io Bacche!... Evohè!
- Io Bacche!... Io Bacche!... Evohè!
All’ebbrezza consacro questa notte
od alla voluttà!
- Gloria a Nerone! - Gloria a Nerone!
Sopra il desco olezzante di rose,
di spumeggiante Cècubo!
Sol nel vino s’annegano i mali
che travagliano il cor dei mortali...
Eternamente all’anima
e ognuno beva alla salute d’Egloge!
quante lettere abbiamo nel nome,
Egloge, bevo a te, delizia mia!
Eletta sia regina del convito!
Regina è ovunque e sempre la bellezza!
Ognuno, come mio dono, ritenga
la coppa d’oro che innante gli sta.
- Evviva il padre della patria! - Evviva
TUTTI
- Io Bacche!... Io Bacche!... Evohè!...
Vergini Muse a te divino Apollo
chiamo presenti! L’estro concitato
Udite! Canta Cesare... Silenzio!
Il vincitore di Catullo canta! (a poco a poco si stabilisce il silenzio perfetto)
NERONE (con il tono di voce e con la esaltazione dell’improvvisatore)
le rose si dischiudono,
d’un giglio. O labbra rosee (Atte si avvicina ad Egloge, assorta nel dolce canto di Nerone, e cautamente versa nella tazza di lei
nate pei baci... O fervidi alcune gocce da una piccola fiala che tiene nascosta nella mano)
la ricordanza tenera!...
(getta la cetra e prende il calice)
...Brilli nel nappo il Cècubo!
d’oro, eterne prorompano!
- Viva Nerone! Evviva il gran poeta! (Nerone torna a sdraiarsi abbracciando Egloge)
- L’artista prodigioso!
- Il celebre cantore!... - Evviva!... Evviva!
- Io Bacche!... Io Bacche!... Evohè!
MENECRATE (alzando la sua tazza con enfasi caricaturale)
M’ha abbandonato Venere,
- Bravo!
- Bravo!
Voglio
Io sono una baccante!... (a Egloge)
alla tua giovinezza!
I CONVITATI (al colmo dell’ebbrezza)
- Beviam!... - Beviam!... Beviamo!
- Al gran cantore i lauri! (mentre tutti bevono, Atte inosservata fugge)
Ah, tacete!...
Avete inteso?
Egloge mia...
Silenzio...
NERONE (con grande turbamento, a Egloge)
...Che cos’hai?
Di quale pallidezza
Sul petto di Nerone si abbandona...
NERONE (assalito improvvisamente da un dubbio)
Un subito malore... Qual sospetto!... (volge intorno gli occhi)
...Atte dov’è
Si riconduca a me dinanzi, subito. (Alcuni convitati escono in fretta)
Un qualche aiuto...
MENECRATE (che ha guardato rapidamente Egloge)
È inutile...
Non c’è nessun rimedio contro l’arte
di Locusta!
Che dici?... Avvelenata!
Avvelenata! (Due liberti entrano frettolosi e cercano Faonte ed Epafrodito parlano sottovoce concitamente. Subito i quattro escono correndo. Icelio che li ha spiati, li segue)
Ed Atte non è qui.
la danza cara e dolce dell’amore!
Perché taci, bellissima?... Non parli?
Oh, dammi ancora
il fiore della tua divina bocca!...
Odi l’ardente parola... sorridimi...
parlami, Egloge... Egloge mia,
EGLOGE (con tristezza profonda)
lo sconfinato cielo...
ho freddo... io muoio! (cade riversa sul letto)
Morta!... Sei morta. Egloge mia... Sei morta!
TUTTI (atterriti)
Dalla mia casa
esule vada ogni gioia (con impeto, strappandosi la corono di fiori e gettandola a terra)
dal capo le corone... (i convitati si tolgono dalla fronte le corone)
(Faonte ed Epafrodito rientrano pieni di spavento)
Che succede?
La plebe?
La ribellione infuria per le vie!...
Cadono infrante le statue... Ovunque
s’inneggia a Galba! (Scompiglio. I convitati, i servi, le schiave, tutti fuggono tumultuosamente, lasciando le mense nel massimo disordine)
Maledetta sia
questa notte! (correndo supplichevole verso Rufo)
Che?... a quest’ora?
NERONE (spingendolo fuori)
Puoi salvarmi... ed indugi? (Rufo esce)
E tu Vinicio,
contro i ribelli con le tue coorti
irrompi... Avranno l’oro che vorranno...
e Roma mi conoscono! (esce correndo)