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Giovanni Targioni Tozzetti
Nerone

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Scena sesta - Epafrodito, Faonte, Nerone, Atte

 

NERONE (a Epifrodito)

 

Parla...

 

EPAFRODITO

 

Ahimè! gli amici

fuggono e maledicono il tuo nome.

 

NERONE

 

I rinnegati! (a Faonte)

E Vinicio?

 

FAONTE

 

Con pochi

pretoriani a te fidi si opponeva

al furor della plebe... Soverchiato

dal numero, cedeva... Ampia è la strage...

e vidi tra i caduti...

 

NERONE

 

Chi?

 

FAONTE

 

Babilio.

 

NERONE (spaventato)

 

Morto!... Bisogna ormai ch’io fugga... E’ giunta

l’ora mia. (Lampi e tuoni; comincia a piovere)

 

FAONTE (a Nerone)

 

Vieni... Il buio e la tempesta

aiuteran la fuga... Io t’offro intanto

una capanna sulla via Salaria...

 

NERONE (affranto)

 

Andiamo, precedetemi... Tu pure,

Atte, mi segui?

 

ATTE

 

T’amo... e non ti lascio!

 

NERONE (prende la cetra e toglie il manto che ricopre il corpo d’Egloge

 guardando commosso con il cadavere)

 

O te beata nella tua miseria...

O te beata... almeno tu rimani

nella casa di Cesare! (Atte, Faonte, ed Epafrodito sospingono Nerone. Tutti fuggono nella profonda oscurità della notte procellosa. Un fulmine scoppia con grande fragore)

 

 

 

 

 

FINE DEL PRIMO QUADRO DELL’ATTO TERZO

 




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