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Giovanni Targioni Tozzetti Nerone IntraText CT - Lettura del testo |
Ho sonno.
Un letto è qui...
NERONE (avvicinandosi al letto)
Questo è un covile...
ma non ne posso più...
Vi stendo il mio
manto.. (si toglie il manto e lo distende sul letto. Nerone vi si abbandona: Atte lo ricopre)
avvolge il morituro... (a Epafrodito)
resta di guardia presso l’uscio: (ad Atte)
e tu
dammi qui due pugnali... amo sentirli (Atte dà i due pugnali a Nerone)
qui, sotto il capo mio che si addormenta...
«L’uom giusto e fermo nei suoi propositi,
l’ira non teme di plebe e i fulmini
sempre sereno sfida la morte!»
(quasi addormentato)
Un gran buffone quel poeta Orazio!...
Vorrei vederlo qui, lui che a Filippi,
per fuggir meglio, gettò via lo scudo.
Che noia!.... Che stanchezza!... Ho sonno... ho sonno...
(si addormenta)
ATTE (guardandolo con grande sconforto)
Né tu possa mai risvegliarti,
o grande infelice!... Quand’ero
spregiata, avvilita dal fiero tuo sdegno,
un odio profondo sentivo per te!
(s’inginocchia ai piedi del lettuccio)
del turpe abbandono?... Nel triste mio cuore
rinasce l’amore, Nerone, per te!
salvare... Nessun più t’ama...
nessun ti difende... sola ti resto
oppressa... straziata... e piango per te!
EPAFRODITO (rientra frettoloso, pieno di sgomento)
Taci!
Che c’è?
lo scalpitio s’avanza per la via...
ATTE (correndo all’uscio ed ascoltando)
È vero... s’avvicina... è trapassato.
NERONE (drizzandosi sul lettuccio, con un grido)
ATTE (ad Epafrodito, con angoscia)
Si sveglia...
NERONE (balzando dal letto spaurito)
Galba è qui!
ATTE (avvicinandosi a Nerone con dolce persuasione)
Non vedi?
Qui non c’è alcuno...
Eppure l’ho veduto...
Sì... nel mio sonno... (trasognato)
Atte, dammi la cetra... Ecco il teatro...
Voglio cantare... Datemi le rose:
voglio le rose... il lauro è pianta vecchia!...
È fuor di sé.
Mi si accalcano attorno gl’importuni...
Quanta folla... Scostatevi! Littori,
sgomberatemi la via... (crede di aver dinanzi le sue vittime)
Sei tu, mia madre?...
Non m’ascolta!... Britannico, sei tu?...
E tu, Cassio Longino, come puoi
ora guardarmi, se eri cieco?... E tu,
o Lucano, cantor della «Farsaglia»
ridi; e pensi che il tuo poema valga
più dei miei versi?... Stolto! È ver... cantasti
nel supremo momento di tua vita...
ma che perdevi?... la vita... Ed io perdo
vita ed impero, eppur voglio cantare...
Son più forte di te... sgombra, e non ridere!
ATTE (abbracciandolo amorosamente)
Nerone, amato mio, ritorna in te...
Hai bisogno di tutta la tua mente!...
Ritorna in te...
In me? (guardandola con rabbia)
Perché ridevi?
Io?
Sì... ridevi! (dolorosamente)
Anticipar mi vuoi con le tue lacrime
il funerale?
EPAFRODITO (dalla porta)
Ecco Faonte!