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Giovanni Targioni Tozzetti Nerone IntraText CT - Lettura del testo |
PETRONIO
Taverniere,
da bere!
MUCRONE (alzandosi ossequioso)
A voi salute,
degni quiriti!
PETRONIO
A te l’augurio è vano:
sei forte, grasso e sano!
NEVIO
Che il bicchiere sia colmo!
EULOGIO
Possa il tuo Cécubo
fugar la noia,
e nell’ebbrezza trovino conforto
i nostri mali! (ad un cenno di Mucrone, la schiava reca l’anfora e Mucrone riempie le tazze)
NEVIO (a Eulogio)
Di che mali ti lagni? Tu non sei
che un mercante di schiavi...
EULOGIO
E me ne vanto!
Ma, pur vendendo schiavi, ho i miei dolori;
e temo già, se m’hanno detto il vero,
che presto, ahimé!, dovrò cambiar mestiere.
MUCRONE
(Di tanto in tanto, entrano nella taverna, a piccoli gruppi o isolatamente, altri bevitori, che siedono alle diverse tavole - Mucrone e la schiava servono loro da bere)
Lontano e incerto è l’avvenire...
Intanto bevi e non pensare al poi.
NEVIO
Ah, ma eventi solenni aspetta Roma,
e già la plebe s’agita fidente!
PETRONIO
Lo credi?... Illuso!
E puoi pensare
che nuove sorgano
leggi, a risollevare questa plebe
tanto trista, affamata, e sempre oppressa?
NEVIO
Io lo penso e lo spero...
per il popolo nostro...
per questa folla senza nome...
che sogna e lacrima ed aspetta
con ingenua fiducia che l’avvento
si maturi d’un’altra età.
EULOGIO (mormorando)
Parole!
NEVIO
I segni sono certi.
L’antica Roma e Cesare
sono dileguate larve. (pausa)
Come si può più vivere?... Sentite...
la tirannia, sistema...
vergogna, ozio, catene...
ogni virtù derisa...
Sui rostri abbandonati
regna il vile silenzio
che i vivi ai morti uguaglia...
Sepolcro tetro è l’Urbe! (pausa)
Chi può dalla rovina
salvare Roma e il mondo?
Forse l’indegno successor dei Cesari,
il feroce tiranno, l’istrione,
il matricida,
briaco imperatore?
EULOGIO (brontolando)
Che tanfo di carnefice!
NEVIO (con disprezzo)
Che lezzo di paura... (corre a chiudere la porta e torna subito al tavolo)
Sentite ancora e prestatemi fede. (Tutti, anche i bevitori delle altre tavole tendono l’orecchio alle parole di Nevio)
Una legge ha lasciato quel Giudeo
che affisso in croce
morì sotto Tiberio (Mucrone fa cenno alla schiava di
Giù nelle catacombe andarsene)
ogni notte, si predica
questa legge soave.
Gli adepti son legioni,
già il trionfo è vicino.
Le turbe vedo insorgere,
le turbe vedo vincere,
perché le spinge un fato,
perché le infiamma un nome: Cristo! (Si alzano in piedi, con le braccia levate; anche i bevitori delle altre tavole. Il solo Eulogio resta seduto e non prende parte alla invocazione)
PETRONIO
Cristo!
TUTTI
Cristo risorto!
MUCRONE
D’ogni anima Signore!...
NEVIO
D’ogni pena conforto!...
TUTTI
Oh Redentore!
UN PASTORE (Dal vicolo della Suburra)
Amanti, nei gorghi
del mare di Saffo
singhiozza una voce... (I bevitori subitamente tornano a sedersi in silenzio)
EULOGIO (parlando a se stesso)
Ecco la legge eterna: amore e morte!
UN PASTORE (guidando le sue pecore, passa per il vicolo, scompare)
Da Leucade invoca
la voce: - Faone...
spergiuro Faone...