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Giovanni Targioni Tozzetti Nerone IntraText CT - Lettura del testo |
NERONE (si avvicina alla tavola e lentamente si versa da bere)
Da questo nappo,
come dal labbro d’una cara donna,
a me venga l’oblio d’ogni fastidio. (Atte entra inosservata e resta dritta dietro a Nerone)
È il maggior dei poeti il nappo pieno!
Oh, vieni, liquida
porpora, vieni...
Scendimi in petto
festosa... arridimi! (beve dopo ciascuna strofa)
ATTE
Ecco Cesare divo imperatore!
NERONE
Oh vieni, dammi
la viva ebbrezza
che nelle vene
l’ardor mi susciti!
ATTE
La taverna è la casa di Nerone.
NERONE
Ahimè, la Morte
gelida viene...
godiamo l’ora
che fugge rapida.
ATTE
Egli pensa alla morte ed ha trent’anni!
NERONE
Veloci filano,
le Parche, i nostri
stami vitali...
Falerno, allietami!
ATTE
Solo nel vino annega i suoi rimorsi.
NERONE
Nel nappo ride
la giovinezza
eterna: vieni,
pur io son giovane!
ATTE
Giovinezza vissuta turpemente!
NERONE
Su dalla pàtera
sorge ed invita
rosea la bocca
di greca vergine!
ATTE
Sogna baci d’etère e scorda Roma!
NERONE (già ebbro)
Care parole
dimmi, carezze
chiedimi, baci
d’amore innumeri!
ATTE
Voti e pensieri d’una mente inferma.
NERONE
Sei più di Venere
bella, più bianca
sei di Giunone,
d’Ebe più tenera...
ATTE
Canta l’Eliso ed ha nel cor l’Averno!
NERONE
Sorgon dal nettare
glorie, memorie...
Roma mi appare
divina, splendida.
ATTE
Ah, se Roma soltanto avesse in core!
NERONE (con esaltazione)
Oh, vieni, liquida
porpora, vieni...
l’estasi dammi
d’amor... Avvampami!
(scorgendo Atte)
Atte, sei tu?... Che fai lì immota?
ATTE
Ascolto.
NERONE
E non mi lodi?
ATTE
Io ti compiango.
NERONE (scrollando le spalle)
Ed io... (porgendo la coppa)
io t’offro questa tazza...
ATTE
Ancor t’illudi
di potere nel vin dimenticare
le cure ed i perigli dello Stato?
Nerone, ascolta ciò che vuoi obliare!
Non sei tu forse il successor dei Cesari?
Devi ascoltarmi!... Già i Germani oppressi,
ma ancor non vinti, si accingono a nuove
guerre. Galli e Britanni sono uniti
nell’odio stesso del romano nome.
Galba si appresta a muovere su Roma.
A sì gravi minacce, aggiungi i tuoi
eserciti rissosi e malcontenti;
e questa plebe che ti sta d’intorno,
piena d’odio e di fame... E tu, Nerone,
che fai?... Come provvedi alla ruina
che ti sovrasta? Bevi! canti e bevi...
Va’, fanciullo ubriaco... Vuoi vedere
l’Imperio tuo?... (toglie dalla mano di Nerone la coppa e la getta a terra con violenza)
Lo guarda nei frantumi
di questa tazza!
NERONE (irritato)
Basta coi rimbrotti!
Io sono stanco della tua tutela...
ATTE (sorpresa)
(Menecrate, che vigila nella strada, si affaccia alla porta di tanto in tanto)
Ah, mi parli così?
NERONE
Perché stupirne? (con semplicità)
Il vero emerge dal Falerno.
Tu, (con rabbia repressa)
benché odiosa, eserciti su me
un dominio... (Atte sorride)
Tu ridi?... (con voce cupa)
Bada! ancora
non ho potuto ucciderti!
ATTE (reagendo, con vigore)
Malnato!
E sei sicuro che non sorga alcuno
che possa uccider te?
NERONE (impaurito)
Che dici mai?
Per Giove! tu potresti... (gridando)
Olà, soldati!...
Menecrate...!
ATTE
Codardo!
NERONE
E niuno m’ode... (barcolla)
La terra mi si muove sotto i piedi...
Pretoriani!... Menecrate!... (cade, vinto dall’ebbrezza)
ATTE (con profondo disprezzo)
Codardo!