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Giovanni Targioni Tozzetti Nerone IntraText CT - Lettura del testo |
NERONE (cantando un passo dell’ «Edipo re» di Sofocle)
«Possa la Morte cogliere il pastore
che mi tolse dal monte e sciolse i nodi
che mi teneano i piedi imprigionati...»
MENECRATE (entrando)
Plausi e corone a Te, sommo cantore!
Concedimi perdono se, cercando
Cesare Augusto, m’è forza interrompere
l’artista incomparabile!
NERONE (accigliato)
Basta!... Che vuoi?... Su, Parla!
MENECRATE (sottomesso)
Già s’approssima il coro
delle greche fanciulle,
per cantar di Giocasta.
NERONE (rasserenato)
Noi guideremo e ascolteremo il coro!
MENECRATE (cambiando tono)
Babilio, il vecchio astrologo,
e la giovane greca
che mi affidasti, attendono.
Quale dei due desideri
prima veder?
NERONE (dopo un istante di riflessione)
L’astrologo!
MENECRATE (maravigliato)
Giorno nefasto è questo!
NERONE
Voglio saper che cosa sa predirmi...
Non amo questi oracoli barbuti!... (pausa)
Se condurrò Babilio
ad ammirare Roma,
ad un mio cenno, abbraccialo, sollevalo...
e giù lo scaraventa!
...Che ne pensi, Menecrate?
MENECRATE (ridendo)
Scherzo degno di te! (esce)
NERONE (seguitando a cantare i versi di Sofocle)
«Chi mi serbò alla vita e all’ire atroci
delle Furie? Per quale ignota colpa
mi sono nemici, ahimè, tutti gli Dei?...» (commentando)
Quale tragedia si addensò sul capo
d’Edipo!... I nostri casi, in suo confronto,
degni non son del coturno di Sofocle,
ma del socco di Plauto!