25-aumen | aure-contr | contu-eloqu | emend-imite | immob-mane | manga-pasti | pastu-respo | respu-senti | sento-tramo | trang-zizan
grassetto = Testo principale
Componimento, Verso grigio = Testo di commento
1003 sam | lutulenti piedi per isdegno conturbano i liquidi fonti, né si degnano,
1004 pr10 | a questo che governo si convegna a le barbute capre, e quali
1005 pr11 | una nova e bella fiscina, convenevole instrumento al sordido Bacco;
1006 pr11 | opulentissimo regno ne sarebbe assai convenevolmente adornato. E sopra tutto
1007 sam | boschi e da' luoghi a te convenienti non ti diparta. Ove ancora
1008 pr1 | greggi dagli vicini monti convenire, e quivi in diverse e non
1009 sam | le leggi de' pastori, né convenirsi ad alcuno passar più avanti
1010 pr8 | lor natura, mescolandosi, conveniva che a forza con lo inviscato
1011 ecl11, 127| Allor pur converrà c'ognuno sgombre ~
1012 pr8 | qualche valle lontana dal conversare de le genti, e quivi fra
1013 pr7 | per tutto ciò la solita conversazione cessando, anzi quella ognor
1014 pr8 | lunga e continua usanza si convertì in tanto e sì fiero amore,
1015 pr10 | antiche fiamme, i sospiri si convertirono in dolce suono. E così,
1016 pr12 | dire di queste parole, e 'l convertirsi in acqua, e l'aviarsi per
1017 pr1 | tra l'altre quasi tutti i convicini pastori con le loro mandre
1018 pr1 | che Ciparisso, ma, se dir conviensi, esso Apollo non si sdegnarebbe
1019 ecl11, 89 | convoca le tue Ninfe al sacro fondo, ~
1020 pr9 | la incantata luna, e di convocare di mezzo giorno nel mondo
1021 pr10 | opere de' mortali. Appresso convocarò quanti Dii abitano ne l'
1022 pr10 | diversissime figure de' convocati Dii non ti spaventino, ti
1023 pr12 | tempestose fiamme con cenere coperse i circonstanti paesi, sì
1024 pr12 | la mina del monte furon coperte, ma questa che dinanzi ne
1025 pr10 | e tali pastori si vedeva copiosamente dotato; con ciò fusse cosa
1026 pr3 | bianche e mollissime lane copiose, onde i pastori ricevano
1027 pr3 | selve e colli bellissimi e copiosi di alberi fronzuti e di
1028 pr1 | picciola parte del bello e copioso prato occupando. Et èvi
1029 ecl9, 142 | Taci, coppia gentil, ché ben graditi ~
1030 sam | sampogna mia, molto ben coprirti e difendere animosamente
1031 pr5 | terra, e di ombrosi rami coprite i freschi fonti, però che
1032 pr9 | sovra i rami d'un folto corbezzolo, si lamentava del suo amore,
1033 pr6 | apportatori di letizia nei mesti cori. 2 Ma poi che con la abondevole
1034 pr6 | sole usciva insino che si coricava cantare, senza punto stancarmi
1035 ecl8, 18 | che viva ancor Dameta e Corido. ~
1036 ecl12, 22 | occhi e mira in su quel corilo: ~
1037 pr6 | con ciò sia cosa che se li cornilo stato fusse, ai nodi eguali
1038 pr10 | che ora per lo scemo de la cornuta luna il tempo molto atto
1039 pr6 | dimorava con la sua Ninfa, coronando sovente i vincitori montoni.
1040 pr11 | Partenopeo, lo abbracciò, e poi coronandolo d'una bella ghirlanda di
1041 ecl10, 6 | per ben cantar, non si coronano. ~
1042 pr1 | l'albero, di che Ercule coronar si solea, nel cui pedale
1043 pr8 | il quale qui i suoi tori coronava; il quale qui con la sampogna
1044 ecl12, 219| lauro, o Meliseo, più non coronomi». ~
1045 ecl12, 140| che con sospir non corra a quella ascondita ~
1046 ecl3, 39 | corran di puro latte. ~
1047 ecl5, 13 | i tuoi cari pastori indi correggi; ~
1048 ecl3, 70 | correran murmurando ~
1049 pr8 | murmurando per le petrose valli correrete ne l'alto mare, abbiate
1050 ecl8, 94 | Correte, o fiere, a quel che tanto
1051 pr9 | nere come matura oliva, e còrrevi sì basso il sole, che si
1052 pr3 | con li piedi i vivi fonti, corrumpendo de le acque la solita chiarezza.
1053 ecl1, 81 | conforto darmi, ella già corse, ~
1054 ecl8, 54 | quei corser per pietà, questi s'affisero. ~ ~
1055 ecl1, 83 | c'a li suo' stridi corsero i pastori ~
1056 pro | canzoni vergate ne li ruvidi cortecci de' faggi dilettino non
1057 ecl3, 79 | Per cortesia, canzon, tu pregherai ~
1058 ecl12, 245| che poi, mirando in questi cortici, ~
1059 ecl12, 87 | pur novi incendii in lui coruscano. ~
1060 ecl6, 131 | che son pur vecchio, et ho corvati gli omeri ~
1061 pr11 | prestezza il puse tra le cosce di colui che per attaccarsi
1062 pr11 | cavata grotta la felice costiera di Pausilipo, abitata di
1063 ecl2, 54 | Ai greggi di costor lupi non predano: ~
1064 pr12 | punta dal velenoso aspide fu costretta di esalare la bella anima,
1065 pr11 | vogliamo, o non vogliamo, semo costretti di obedirli. Oh quanto ben
1066 ecl10, 24 | orsi, dure genti, aspre costumora! ~
1067 ecl9, 28 | Scuse non mi saprai cotante aggiungere, ~
1068 | cotesta
1069 | cotesti
1070 ecl6, 2 | di pensier che 'n te si covano, ~
1071 ecl1, 78 | scinse i panni e tutta si coverse; ~
1072 pr4 | divini spirti che ad umane creature assomigliavano; per che
1073 ecl12, 226| tortorella, che al tuo grembo crebbesi, ~
1074 ecl10, 2 | com'uom crede, le selve; anzi risonano, ~
1075 pr11 | segnato da Ursacchio; ma credendosi forse che in ciò solo le
1076 pr8 | risonante Eco? La quale credente a' miei mali, sì come quella
1077 pr8 | a' racontati casi porgi credenza alcuna, e sei uomo come
1078 pr8 | lacciuoli incappavi? Chi crederebbe possibile che la sagace
1079 pr9 | che nei sacri fonti non credeva celesti potenzie fusseno
1080 pr8 | quando più secura stare ti credevi, ne li nostri lacciuoli
1081 pr7 | ricevere, o forse, quel che più credibile è, che fusse sì savia che
1082 pr8 | pianamente, che appena avresti creduto che si movesse. Ove poi
1083 pr5 | prendi et accetta. Certo io creggio che la tua graziosa anima
1084 pr3 | casti ulivi e di teda e di crepitanti lauri inseme con erba sabina;
1085 ecl2, 121 | convien c'ognor l'incendio cresca ~
1086 pr9 | lo infatigabile sole, la crescente luna, tutte le stelle di
1087 ecl8, 129 | che le crescenti biade suol tant'angere. ~
1088 pr5 | inseme con gli alberi siano cresciute; onde prego gli Dii che
1089 pr10 | giovenissimi e freschi, non ancora cresciuti a pare altezza de la bianca
1090 pr11 | pregio un bel cavriuolo, cresciuto in mezzo de le pecore et
1091 pr12 | con bianchi e sottilissimi cribri cernivano oro separandolo
1092 ecl12, 19 | Quel biondo crine, o Filli, or non increspilo ~
1093 pr11 | me agguagliare. Ivi vinsi Crisaldo, figliuolo di Tirreno, ne
1094 ecl11, 138| con rilucenti e liquidi cristalli. ~
1095 pr9 | ancora veduta una pietra di cristallina specie, trovata nel picciolo
1096 pr5 | le notturne stelle, e 'l cristato gallo col suo canto salutò
1097 ecl12, 223| d'un'alta rupe il corbo crocita: ~
1098 pr10 | Iacinto, Aiace e 'l giovene Croco con la amata donzella; e
1099 ecl8, 143 | mille; e con la piva e 'l crotalo ~
1100 ecl12, 95 | le rive tue giamai crucciata Dorida, ~
1101 pr8 | da quella con ira e con cruccio lasciare, la quale poco
1102 ecl10, 202| io già, se col parlar mio crucciole; ~
1103 ecl9, 69 | per la crudele et aspra mia nemica. ~ ~
1104 pr8 | piangendo incominciai: 14 «O crudelissima e fiera più che le truculente
1105 sam | e di lagnarti de le tue crudelissime disventure, mentre di te
1106 ecl10, 149| con la cruenta spada. Ahi vita trista! ~
1107 pr11 | guazzoso verno desidera un cucullo o tabarro di pelle di lupo,
1108 ecl12, 252| mentre io semino qui menta e cucumeri. ~
1109 ecl8, 123 | asparago, l'aneto e 'l bel cucumero. ~
1110 ecl12, 284| davanti un altare, in su quel culmine, ~
1111 ecl12, 133| O Cuma, o Baia, o fonti ameni e
1112 ecl8, 102 | ornando di ghirlande il mesto cumolo. ~
1113 ecl12, 40 | sempre ti farò di fiori un cumulo: ~
1114 ecl12, 98 | abitata da lepri e da cuniculi? ~
1115 pr6 | bella tasca d'un picciolo cuoio di abortivo vitello; e sopra
1116 ecl6, 138 | in sì malvagia vita i cuori indurano, ~
1117 pr9 | nome, essere il fonte di Cupidine, del quale chiunque beve,
1118 pr10 | arrestare dai corsi loro, poco curando di rendere al mare il solito
1119 pr8 | De la qual cosa io poco curandomi, gittato ne la piana terra,
1120 pr4 | il libidinoso idio poco curandosi, più si restringe seco la
1121 ecl10, 44 | ma curar greggi da la infetta scabbia ~
1122 sam | fiato ti basta. 6 Né ti curare, se alcuno usato forse di
1123 ecl10, 202| né curo io già, se col parlar mio
1124 ecl1, 53 | ghiaccio, e di null'altra curomi, ~
1125 ecl11, 70 | perché, lasso, al suon del curvo legno ~
1126 ecl10, 66 | ché 'l duro tempo glie ne dà materia. ~
1127 | dall'
1128 ecl2, 110 | più veloce che damma ~
1129 pr10 | e la dolcissima musa di Damone e di Alfesibeo, facendo
1130 pr10 | Selvaggio il carco ne impuse, dandogli per soggetto che lodasse
1131 pr12 | riva; ma ella piacevolmente dandomi animo mi prese per mano,
1132 pr10 | versarollo ne la fronte de la dannata pecora, e disvellendoli
1133 pr3 | male li potesse nocere né dannificare. Per la qual cosa ciascuna
1134 pr10 | contemplasse sopra quelle acque la dannosa bellezza che di farlo partire
1135 pr2 | orecchie al tuo cantare, e i dannosi lupi non possano predare
1136 pr4 | a' greggi et a' pastori dannoso, sì come saggio evitatore
1137 pr12 | Tanai; quel altro è il gran Danubio; questo è il famoso Meandro;
1138 pr8 | prima sera vedute in cerchio danzare all'ombra de le fredde noci,
1139 pr5 | pastore Androgeo in cerchio danzavano, a guisa che sogliono sovente
1140 pr6 | presente non gli fia, canterà e daranne piacere. - 6 Allora Serrano,
1141 ecl8, 26 | vinti di doglia, si daranno il biasimo, ~
1142 pr5 | provandone a saltare, ora a dardeggiare con li pastorali bastoni,
1143 pr11 | sono ora il terzo, quale darete? - 13 A cui Ergasto con
1144 ecl10, 154| a Nettuno piacque esilio darli ~
1145 pro | umile fistula di Coridone, datagli per adietro da Dameta in
1146 pr11 | disse: 12 - E se a Logisto date il primo dono, a me, che
1147 pr11 | non gli fu permesso; ma datigli alquanti gioveni in sua
1148 pr1 | cercando di sollacciare, si dava maravigliosa festa, Ergasto
1149 pr8 | fuggendo, disavedutamente davano il petto ne li tesi inganni,
1150 ecl2, 83 | né so che far mi debbia. ~
1151 sam | insensati alberi inanzi a la debita maturezza gettano i lor
1152 pr12 | possea estendere i passi, ma debole e vinto mi rimaneva in mezzo
1153 pr7 | magrissimo appena con le deboli ossa sostinere la secca
1154 pr4 | temperata, quasi al bruno dechinando, e da un vermiglio e grazioso
1155 pr2 | veggendo che 'l sole era per dechinarse verso l'occidente, e che
1156 ecl11, 81 | mutar non posso l'immortal decreto. ~
1157 ecl12, 91 | Antiniana, e tu perché degeneri? ~
1158 sam | e boscareccia sampogna, degna per la tua bassezza di non
1159 sam | conturbano i liquidi fonti, né si degnano, vedendosi mancare il latte,
1160 ecl8, 103 | Allor vi degnarete i passi volvere, ~
1161 pr10 | maggiori, e fare le selve degne degli altissimi consuli
1162 ecl12, 184| parrà che 'l ciel voglia deiscere, ~
1163 ecl6, 56 | di male in peggio; e deiti pur compiangere, ~
1164 pr10 | alto mare, lasciandolo ai delfini et a le notanti balene.
1165 ecl9, 50 | Fuggito è dal romore Apollo e Delia. ~
1166 pr7 | di più non stare in vita deliberai; e pensando meco del modo,
1167 pr10 | boschetto fresco davanti, deliberammo di volere udire alcuno de
1168 pr11 | forti braccia; e ciascuno deliberato di non cedere, parevano
1169 ecl8, 33 | impetri quel che in van deliberi. ~
1170 pr4 | Quindi a la marmorea e delicata gola discendendo, vidi nel
1171 pr4 | poca bellezza alle tenere e delicate mani sopragiungevano. Per
1172 pr4 | grandissima in continue delicatezze nudrito, pettinandolo sovente
1173 pr3 | pianura coverta di pratelli delicatissimi, li quali, sì come io stimo,
1174 pr11 | doni, rimase ad Ergasto un delicatissimo bastone di pero selvatico,
1175 pr7 | adolescenzia de' piaceri de la deliciosa patria tra queste solitudini
1176 | dell'
1177 pr8 | lei per le selve inseme ne demesticammo, e, secondo che volsero
1178 pr11 | la solita paura, come se demesticati fusseno, intorno a la tomba
1179 sam | vedova; piagni, infelice e denigrata sampogna, priva di quella
1180 pr12 | tugurio che in esso si vede, denominato da quel gran bifolco Africano,
1181 ecl11, 17 | e tu, terra, depingi nel tuo manto ~
1182 pr10 | astringo, Che nel mio cor depingo. Appresso avrai alcuna parte
1183 pr12 | casi del misero Meliseo deplorasseno, mi piace sommamente con
1184 pr12 | i miserabili casi de la deplorata Euridice; sì come nel bianco
1185 ecl12, 32 | e depon qui la pera, il manto e '
1186 pr9 | del quale chiunque beve, depone subitamente ogni suo amore.
1187 pr12 | sazia de le mie fatiche, deponga le arme. 21 Non avea ancora
1188 pr11 | e i silvestri animali, deposta la solita paura, come se
1189 ecl6, 57 | al tempo buon che ognor depravasi. ~ ~OPICO ~
1190 pr4 | senza pregio contendere, depuse una bianca pecora con duo
1191 ecl8, 124 | tempo sol in ciò disponi e deputa; ~
1192 ecl11, 135| descritti i nomi lor per mezzo i prati. ~
1193 ecl11, 33 | descrivi i miei dolori in le tue
1194 pr9 | Clonico -, io e tutti costoro desiamo più tosto così caminando,
1195 ecl11, 142| Fortunati i pastor che, desiando ~
1196 ecl10, 191| che a morte desiar spesso rimenalo, ~
1197 ecl12, 171| non desiasse un cor di dura iaspide. ~
1198 pr10 | dopo mille anni sarebbono desiati fra le selve. E stando costui
1199 pr11 | piogge del guazzoso verno desidera un cucullo o tabarro di
1200 pr8 | biasmare la tua durezza, desiderando almeno morto di veder colui,
1201 pr7 | che veramente s'io nol desiderasse, temerei che la dolente
1202 pr7 | a quel fine che io avrei desiderato, e conoscendo me avere altro
1203 ecl1, 45 | ciel, ch'io già per me il desidero. ~
1204 pr8 | soccorso aspettava, sì come da desiderosa di scampare, sùbito con
1205 pr9 | amore togliendolo, a le desiderose selve et a tutti noi il
1206 pr7 | basciarsi, e poi andare desiderosi cercando lo amato nido,
1207 pr12 | fuora me, mi condussi a la designata fontana. La quale sì tosto
1208 pr7 | adulta età et a li caldi desii più inclinata pervenimmo.
1209 ecl11, 79 | O desir vano, o mio stato inquieto! ~
1210 ecl2, 57 | semo giunti al luogo ove il desire ~
1211 pr8 | ancora in eterno perduti, se desperato mi fusse de l'abondevole
1212 | dessa
1213 pr5 | rauco corno tutta la brigata destando; al suono del quale ciascuno,
1214 ecl2, 65 | questi can mi destàr baiando al lupo; ~
1215 pr12 | Queste parole ne l'animo mio destaro un sì fatto desiderio, che
1216 pr9 | vespertelli, i quali allora destati uscivano da le usate caverne,
1217 ecl2, 60 | Uranio, non dormir, déstati omai. ~
1218 pr9 | egli subitamente per paura destatosi, intese presso all'alba
1219 ecl8, 20 | e i Satiri e i Silvani desterannosi ~
1220 ecl7, 16 | e non mi desti mai, per fin che 'l sole ~
1221 ecl12, 41 | 'l più bel luogo il ciel destìnati, ~
1222 ecl7, 6 | ma allor mi desto a pianger per le piagge. ~
1223 pr11 | aggiungendo alquanto di destrezza a la forza, avanzò di tanto
1224 pr3 | cominciammo tutti per ordine destrissimamente a saltare, per espiare le
1225 pr10 | similitudine di esperti e destrissimi naviganti. Così ancora per
1226 pr12 | la dolcezza del cantare detinesseno quegli che per la lor via
1227 sam | numero copiosa la turba de' detrattori. Incontra ai quali io non
1228 sam | prometter si possa, senza deviare, di menarli tutti dritti.
1229 pr6 | portano seco gli anni e la devoratrice età. E' mi ricorda molte
1230 ecl11, 75 | dovrebbe farle in ciel dolci e devote. ~
1231 ecl12, 224| Assorbere a tal duolo il mar devrebbesi, ~
1232 pr8 | sei uomo come io credo, ti devresti omai riconfortare come gli
1233 ecl2, 78 | Deh, per mio amor, di' quella ~
1234 | dice
1235 pr4 | che molti con maraviglia diceano: - O fortunato il posseditore
1236 ecl12, 164| sogno entro i begli occhi, e dicemi: ~
1237 pr11 | Ergasto il donò ad Opico, dicendogli: 36 - E tu ancora ti ricorderai
1238 pr12 | Costei venendo vèr me e dicendomi: «Séguita i passi miei,
1239 pr12 | disse la Ninfa - se io ti dicesse che sovra la testa tua ora
1240 pr8 | sì come tu poco inanzi dicesti, ardire di discoprirmegli
1241 pr11 | dimandava. Ofelia in contrario diceva esser suo, e con ambe le
1242 pr7 | forse, che ciò vedeano, diedi cagione di sospettare. Ma
1243 pr3 | un ramo lungo in mano si difendea; le altre si erano per paura
1244 sam | mia, molto ben coprirti e difendere animosamente la tua ragione.
1245 pr11 | lupo, e disse: 32 - Chi per difendersi da le piogge del guazzoso
1246 pr2 | frondi, che dal sole il difendesse, si menava la sua mandra
1247 ecl12, 231| qual'ombre o qua' difese omai vi salvano?». ~
1248 pr3 | volta di spalle, scusando il difetto con la astuzia. E molte
1249 pr3 | sarebbe stato impossibile, e diffidandosi di fare Venere sì bella
1250 pr7 | quanto sia lo stato mio difforme da quello degli insensati
1251 pr12 | angustissime vie, alcuna altra si diffundea in aperte e larghe pianure;
1252 ecl10, 55 | greggi et armenti, oimè, digiunano, ~
1253 pr8 | riconfortato; e le mie vacche digiune non uscirono da la chiusa
1254 pr12 | piangendo, e senza ordine o dignità alcuna gittate per terra
1255 ecl6, 81 | convien che 'l mondo or si dilanie. ~
1256 ecl12, 272| e perché la lor fama più dilatesi, ~
1257 ecl6, 14 | e si dilegua come agnel per fascino, ~
1258 ecl12, 25 | non potrei quanto lo udir dilettami; ~
1259 pr10 | questa medesma sampogna dilettandosi, insegnò primeramente le
1260 pr8 | armenti, mentre beveano, solea dilettare. 15 E queste parole dicendo,
1261 pro | ruvidi cortecci de' faggi dilettino non meno a chi le legge,
1262 pr11 | edificii, i piacevoli laghi, le dilettose e belle isolette, i sulfurei
1263 ecl6, 87 | ma vaghi ucelli dilettosi e lepidi. ~
1264 pr7 | discesa, inamorato, con più diligenzia che ai puerili anni non
1265 pr3 | per loro le deità offese, dilungando sempre morbi et infirmità
1266 pr11 | però molto da sé il poteo dilungare. Il qual colpo fu sùbito
1267 pr9 | questi monti; ma solamente dimandamo la tua aita, che in un punto
1268 ecl1, 57 | e 'n dimandarti alquanto rassicuromi. ~
1269 pr9 | accomiatare da noi. Il quale dimandato qual fusse la cagione che
1270 pr11 | instanzia grandissima il dimandava. Ofelia in contrario diceva
1271 pr8 | tutti con pietà grandissima dimandavano qual fusse la cagione del
1272 pr9 | ad Opico voltatosi, il dimandò di quello che a fare così
1273 pr11 | passo venuto; e compiesi dimane lo infelice anno, che con
1274 ecl1, 60 | Dimel, che con altrui mai nol
1275 pr11 | prendesse, due o tre volte dimenò la mano per quella polvere;
1276 pr10 | facendo sovente per maraviglia dimenticare le vacche di pascere, e
1277 pr7 | da le care viti amati, dimorano continuamente con quelle
1278 pr12 | spazio, questa picciola dimoranza ancora aggiungere. Così
1279 pr12 | lo spazio ch'io sotterra dimorato era. Così tra pensieri,
1280 pr8 | Dii, che quando senza me dimoravi, i fiori non ti olivano,
1281 pr5 | rendono, ovunque felicemente dimori, benigno prendi et accetta.
1282 sam | veracissimi effetti esser così gli dimostra, rendendo continuamente
1283 pr3 | dito disteso in gesto di dimostrante. E poco più basso si vedeva
1284 ecl11, 121| l suo stato è tal, che a dimostrarlo ~
1285 pr11 | lunge a' riguardanti si dimostrava quasi una chiara luna in
1286 pr3 | sì belli e sì intatti si dimostravano. Per mezzo dei quali trovammo
1287 ecl11, 147| e mi dimostri al tuo bel coro eguale, ~
1288 sam | a te convenienti non ti diparta. Ove ancora so che non mancheran
1289 ecl12, 170| sì crudo, oimè, c'al dipartir sì sùbito ~
1290 pr5 | elcine. Oimè, che nel tuo dipartire si partirono inseme con
1291 pr10 | suoi antichi avoli fatte dipingere, e quanti pastori ne la
1292 ecl10, 158| Io ne l'aria dipingo, e tal si stende ~
1293 ecl8, 66 | Ifi inanzi agli occhi Amor dipinsemi. ~ ~EUGENIO ~
1294 pr4 | lavorato, tiene nel suo mezzo dipinto il rubicondo Priapo che
1295 pr4 | tuo. Primeramente io ti dipongo un capro, vario di pelo,
1296 pr5 | scoppiando e traendo pietre, ne diportammo; posto che con ogni arte
1297 pr4 | tavola, si va il giorno a suo diporto vagabundo errando per le
1298 ecl8, 6 | certo direbbe: - Questi non par Clonico. - ~
1299 ecl6, 37 | Io gliel direi; ma chi mel disse, volsemi ~
1300 pr8 | ricondusse. 16 Dunque che diremo noi de la ammirabile potenzia
1301 ecl8, 104 | al mio sepolcro; allor direteme: ~
1302 pr6 | un tronco di faggio che dirimpetto ne stava; e dopo molti ragionamenti,
1303 pr11 | furiosamente stridendo pervenne a dirittura ove mandata era; e forse
1304 pr7 | da oscuro sangue, ma, se dirlo non mi si disconviene, secondo
1305 ecl4, 35 | dirmi: - Elpino, or s'appressa
1306 ecl8, 64 | Dirollo o taccio? In tanto il duol
1307 pr8 | gli esequiali versi, così dirottamente piangendo incominciai: 14 «
1308 pr9 | che vo io affatigandomi in dirvi queste cose? Già il luogo
1309 ecl8, 93 | e vòl, se può, di disamare addiscere. ~
1310 pr8 | a noi paurosi fuggendo, disavedutamente davano il petto ne li tesi
1311 ecl12, 255| fondo del mio cor mai non discàcciati. ~
1312 ecl12, 195| consentite omai ch'io mi discarcere! - ~ ~SUMMONZIO ~
1313 ecl11, 120| spesso a vedermi per pietà discenda. ~
1314 pr4 | marmorea e delicata gola discendendo, vidi nel tenero petto le
1315 ecl12, 293| potrò cantar; ché farlo qui discendere ~
1316 pr9 | acque che da' vicini monti discendono, vi si sogliono ragunare.
1317 pr4 | per mezzo de le quali si discerneva una vietta bellissima et
1318 pr3 | polvere naturalissime si discernevano. De' pastori alcuni mungevano,
1319 pr7 | giamai, e da alto sangue discesa, inamorato, con più diligenzia
1320 pr12 | come poi per ricoprarla discese a l'inferno, e ricoprata
1321 pr7 | antichissima e generosa prosapia disceso, era tra gli altri miei
1322 ecl8, 23 | discinti e scalzi, sovra l'erbe tenere; ~
1323 pr10 | fontane, e farotti poi, discinto e scalzo d'un piede, sette
1324 ecl12, 316| gli lego e spesso, oimè, disciolgoli, ~
1325 pr5 | seguiremo noi? sotto quale disciplina viveremo ormai securi? Certo
1326 pr7 | ma, se dirlo non mi si disconviene, secondo che per le più
1327 pr12 | antichi avoli felicemente discorreno. - 10 Queste parole ne l'
1328 pr11 | Tevere, in diversi canali discorrere per la erbosa campagna,
1329 pr7 | prosperità, volse che in discorso di tempo, morto il Re Carlo
1330 pr1 | sono le dette piante sì discortesi, che del tutto con le lor
1331 ecl12, 288| la capannuola tua non si disculmine; ~
1332 ecl10, 13 | s'una volta avvien che si disdegnino, ~
1333 pr12 | avvicinasseno, non mi parve disdicevole il fermarmi; et a tanto
1334 ecl2, 82 | o come al vento si disfà la nebbia; ~
1335 ecl10, 144| mondo intorno intorno si disfaccia ~
1336 ecl2, 87 | o come foco in acqua mi disfaccio, ~
1337 ecl1, 15 | nevi, che pel sol tutte disfannosi. ~
1338 ecl10, 133| cotanto si disfida omai del mondo, ~
1339 ecl11, 156| tal voglia il ciel non mi disgiunga, ~
1340 sam | accidente da le mie labra disgiungerti, e, quali che elle si siano,
1341 ecl10, 19 | che mai dal cor mio non disgiungesi, ~
1342 ecl8, 57 | invidia o gelosia giamai disgiunseli! ~
1343 ecl7, 28 | suol dopo pioggia disgombrar la terra, ~
1344 ecl12, 309| che mi spolpe, snerve e mi disiecore. ~ ~BARCINIO ~
1345 pr12 | puoi andare -. E così detto disparve, né più si mostrò agli occhi
1346 pr8 | seppe sì ben fare, che da disperazione e da morte ne la vita e
1347 ecl8, 136 | Così convien c'al tutto si dispergano ~
1348 ecl1, 48 | spero che fra' lupi anzi dispergasi? ~
1349 ecl12, 273| per longinqui paesi ancor dispergole; ~
1350 pr7 | pastori infruttuosamente dispesi, così per lo inanzi la felice
1351 pr12 | tempo per me sì malamente dispeso, questo breve spazio, questa
1352 ecl1, 77 | e mi dispiacque che per più mie' affanni ~
1353 ecl10, 176| mia tela breve al dispietato subbio? ~
1354 sam | pazienzia le lor percosse ti disponghi. Benché mi pare esser certo,
1355 ecl8, 124 | E 'l tempo sol in ciò disponi e deputa; ~
1356 pr8 | anni a' servigii di Diana disposta, et io similmente nei boschi
1357 pr1 | in ordine non artificioso disposti, con la loro rarità la naturale
1358 ecl10, 130| dispregia, e la fontana ove il protervo ~
1359 ecl12, 42 | non disprezzar ciò che in tua gloria accumulo. ~
1360 pr1 | formarli. Li quali alquanto distanti, et in ordine non artificioso
1361 pr7 | infelicissimo, trovandomi per tanta distanza di paese assente da lei,
1362 ecl11, 97 | se per pioggia mai non si distempre ~
1363 pr10 | pelle di quella ti farò distendere; e di sangue di nottola
1364 pr1 | amenissimo platano vi si distendono, con le loro ombre non picciola
1365 ecl12, 213| cagion ch'io mai non mi distenebre. ~
1366 pr11 | poppava, ne l'altra tenea distesa la tenera mano, e con l'
1367 pr5 | sampogna e de' naccari, cantava distesamente le lode del sepolto pastore:
1368 pr10 | letti di alti lentischi distesi a giacere. Ove molti olmi,
1369 ecl2, 80 | Per pianto la mia carne si distilla ~
1370 pr7 | io né di amarla mi sapea distraere, né dimorare in sì misera
1371 pr12 | acque. E dintorno a lui con disusato mormorio le sue Ninfe stavano
1372 ecl12, 177| sono io senza te, manco e disutile». - ~ ~SUMMONZIO ~
1373 pr10 | de la dannata pecora, e disvellendoli da mezzo le corna la fosca
1374 sam | lagnarti de le tue crudelissime disventure, mentre di te rimanga calamo
1375 ecl4, 28 | Ditel, per dio. Udiste in alcun
1376 pr10 | mancando, in guisa che stanno i diti ne le nostre mani, sì come
1377 pr3 | transformato in sasso, tenendo il dito disteso in gesto di dimostrante.
1378 ecl12, 253| Il cielo, o diva mia, non vuol ch'io tàcciati, ~
1379 ecl5, 40 | Pianser le sante Dive ~
1380 pr10 | incensi, con altre erbe non divelte da le radici, ma secate
1381 pr7 | impallidiva, tremava e diveniva mutolo; in maniera che a
1382 pr10 | via più ampia e la luce diventa minore, con ciò sia cosa
1383 ecl12, 71 | e ratto diventàr sorba e corbezzoli; ~
1384 ecl11, 53 | e fin che io nel mio dir diventi roco, ~
1385 ecl1, 53 | divento un ghiaccio, e di null'altra
1386 pr8 | discoprirmegli in cosa alcuna, era divenuto in vista tale, che non che
1387 pr8 | inviluppati, quasi in più sacculi diversamente pendevano. Ma al fine veggendo
1388 pr10 | Et acciò che le strane e diversissime figure de' convocati Dii
1389 ecl12, 100| veggio i tuoi recessi e i diverticuli ~
1390 ecl12, 78 | per tanto spazio oggi mi dìvido. ~
1391 pr10 | strepiti orribilissimi, fatti divinamente in quel luogo da non veduti
1392 pr4 | sé e tutte inseme più a divini spirti che ad umane creature
1393 pr7 | de le sacrate ceneri del divino Africano; senza che ne la
1394 pr8 | prima che quella tra noi divisa fusse, gli altari de la
1395 pr9 | restringemmo come sapemmo divisare il meglio. E perché gli
1396 ecl12, 6 | perché di vita pria non lo divisero? ~ ~BARCINIO ~
1397 pr3 | tempi passati. 9 Ma porti i divoti preghi, e i solenni sacrificii
1398 pr3 | pietose orecchie ai preghi divotissimi de la circunstante turba.
1399 pr9 | gli Dii de' quali tu sei divoto, ti abbiano oggi qui guidato
1400 pr1 | non mi inganno, son forse dodici o quindici alberi, di tanto
1401 pr10 | Dameta e di Menalca; e la dolcissima musa di Damone e di Alfesibeo,
1402 pr10 | quello durato era, aveano dolcissimamente rimbombato, si tacevano
1403 pr5 | silenzio? Tu con le tue parole dolcissime sempre ripacificavi le questioni
1404 pr12 | tagliato. De la qual cosa dolendomi io forte, e dicendo sovra
1405 pr8 | orecchie al mio lamentare, e le dolenti voci che la tormentata anima
1406 sam | omai, sampogna mia, se non dolerti, e notte e giorno con ostinata
1407 ecl8, 78 | senza alcun dolor sempre si dolgono. ~
1408 sam | attristarti. Attrìstati adunque, dolorosissima; e quanto più puoi, de la
1409 ecl5, 50 | tanto dolse a ciascun l'acerbo fato; ~
1410 ecl6, 39 | conviemmi; e pensa tu, se questo dolsemi! ~
1411 pr6 | appieno, in ciò che a me domandate, satisfarve. Ma come che
1412 pr7 | cosa molte volte da lei domandato qual fusse la cagione, altro
1413 pr7 | cessando, anzi quella ognor più domesticamente ristringendosi, mi era di
1414 pr8 | andare, lasciate ora il dominio degli alti monti e venite
1415 pr10 | aguzzatore de' peregrini ingegni, donando lo onore e la ghirlanda
1416 pr4 | de la guadagnata palma mi donarai. - 5 - Il mio domestico
1417 pr7 | Fortuna, via più liberale in donare che sollicita in conservare
1418 sam | per aventura movendoti ti donasse spirito, non far mai altro
1419 pr11 | sampogna che poco avanti donata li avea; e quella per bono
1420 pr12 | offerse avanti una giovene doncella ne l'aspetto bellissima,
1421 pr7 | voltatosi, mi domandò chi e donde io era, e per qual cagione
1422 pr7 | Et io in guidardone ti donerò questa sampogna di sambuco,
1423 pr4 | sopravenuta rossezza che da donnesca vergogna li procedea, si
1424 pr10 | giovene Croco con la amata donzella; e fra questi il vano Narcisso
1425 pr8 | o Driadi, formosissime donzelle de le alte selve, le quali
1426 ecl2, 107 | deh spargi al vento le dorate chiome. ~ ~URANIO ~
1427 ecl12, 95 | rive tue giamai crucciata Dorida, ~
1428 ecl3, 22 | più che l'usato dorma, ~
1429 ecl10, 160| Dormasi fuor del bosco. Or quando
1430 ecl2, 67 | più non dormii per fin che vidi il giorno. ~
1431 pr12 | veghiasse o veramente ancora dormisse, mi pusi a seguitarla. E
1432 ecl2, 63 | Montano, io mi dormiva in quelle grotte, ~
1433 pr3 | maestrevòe arte di superare le dote de la natura. Fra le quali
1434 pr3 | solennemente celebrar si dovea la lieta festa di Pales,
1435 pr11 | Di questo pensò Ergasto dover fare in quel giorno lo ultimo
1436 pr7 | tuttavia non mi persuada di doverlavi ritrovare, quantunque a
1437 pr9 | argumentò con ingiuriose parole doverlo provocare a cantare. E così
1438 pr11 | solo le forze bastare gli dovesseno, benché molto vi si sforzasse,
1439 pr9 | ne la oscura notte, duo dragoni gli leccarono le orecchie;
1440 pr8 | caterve di storni volando in drappello raccolte si mostrano a'
1441 pr12 | la cui veste era di un drappo sottilissimo e sì rilucente
1442 pr3 | venuta turbate le sante Driade e i semicapri Dii dai sollacci
1443 pr5 | mai amata la giustizia, la drittezza del vivere e la riverenza
1444 pr11 | liberò la pietra; la quale drittissima verso quello andando, diede
1445 pr10 | la testa avea due corna drittissime et elevate verso il cielo;
1446 pr1 | senza nodo veruno si vede il drittissimo abete, nato a sustinere
1447 pr5 | il rumore si sentiva ne drizzammo, e tanto per lo inviluppato
1448 pr4 | scherzando e motteggiandosi drizzarono i passi loro. A la quale
1449 pr9 | ne le verdi campagne. E drizzatine per un fuor di strada al
1450 pr10 | divina Sibilla riputata. Onde drizzatosi in piedi disse: 14 - Andiamo
1451 pr11 | lungo sonno svegliato, si drizzò in piedi, e con pietoso
1452 ecl10, 25 | Al fin le dubbie sòrti mi rispusero: ~
1453 ecl1, 87 | e fen riparo a la dubbiosa vita. ~
1454 pro | camere non fanno. E chi dubita che più non sia a le umane
1455 pr11 | gittare né dal luogo movere, e dubitando Uranio che a coloro, i quali
1456 pr4 | si udiva, poteria senza dubitazione alcuna comprendere. E con
1457 pr5 | dimorare. E mentre così dubitosi andavamo, chi proponendo
1458 ecl5, 61 | 61 mentre serpenti in dumi ~
1459 ecl10, 22 | passai per pruni, urtiche e dumora, ~
1460 ecl12, 224| Assorbere a tal duolo il mar devrebbesi, ~
1461 pr5 | e carichi di silvestri duoni, quel che ciascun può ti
1462 pr11 | già mentre quelli versi durarono, mi parea fermamente essere
1463 pr10 | duo pastori, mentre quello durato era, aveano dolcissimamente
1464 pr8 | forza di biasmare la tua durezza, desiderando almeno morto
1465 sam | fuggono dai dolci nidi; i duri et insensati alberi inanzi
1466 pr1 | lo eccelso pino carico di durissimi frutti; ne l'altro lo ombroso
1467 pr10 | semidei, e 'l sommo Aere, e 'l durissimo aspetto de la bruta Terra,
1468 pr11 | quale, mentre quel cantare durò, in una fissa e lunga cogitazione
1469 | ebbero
1470 ecl10, 8 | che tal più pute che ebuli et abrotano ~
1471 pr10 | convocando la tergemina Ecate, vi aggiungerò il profondo
1472 ecl10, 185| lasseranno i pini in alto eccellere. - ~
1473 ecl11, 25 | erbe, o fior, che un tempo eccelsi e magni ~
1474 pr1 | alberi, di tanto strana et eccessiva bellezza, che chiunque li
1475 pr7 | ora in ora più con le sue eccessive bellezze le mie tenere medolle
1476 pro | saranno, racontare le rozze ecloghe, da naturale vena uscite;
1477 ecl12, 298| orsù, vèr quella sacra edicola; ~
1478 ecl10, 78 | in su l'edificar de' lor tugurii. ~
1479 pr7 | ceneri de la Sirena Partenope edificata, prese et ancora ritiene
1480 pr11 | i maravigliosi e grandi edificii, i piacevoli laghi, le dilettose
1481 ecl12, 37 | altar che in tua memoria edifico; ~
1482 pr12 | suono de la soave cornamusa edificò le eterne mura de la divina
1483 ecl10, 70 | per povertà d'ogni altro edulio, ~
1484 pr9 | altra contra le perverse effascinazioni di invidiosi occhi. Né tacque
1485 sam | esperienzia e veracissimi effetti esser così gli dimostra,
1486 sam | porgi subitamente per lui efficaci preghi a Dio, che ne la
1487 sam | immatura morte, cagione efficacissima de le mie eterne lacrime
1488 pr12 | due parti si divide, l'una effundendosi per le campagne, l'altra
1489 ecl11, 19 | La dotta Egeria e la tebana Manto ~
1490 ecl10, 3 | tal che quasi all'antiche egual riputole. ~ ~FRONIMO ~
1491 ecl2, 14 | a quel can che è bianco, el par che sia ~
1492 pr4 | quivi appiè di una altissima elcina ne ponemmo senza ordine
1493 pr5 | piacevoli ombre de le fresche elcine. Oimè, che nel tuo dipartire
1494 ecl11, 82 | può quel nitido uscio d'elefanto ~
1495 ecl5, 25 | temprando gli elementi ~
1496 pr4 | in ciò giudice era stato eletto, non volle che pegni si
1497 pr10 | chiarissime e dolci, con la punta elevata verso il cielo in forma
1498 ecl10, 166| viven color sotto Boote et Elice, ~
1499 ecl12, 168| cocenti sospir dal petto elicemi. ~
1500 ecl10, 183| Tagliate tosto le radici all'ellere; ~
1501 pr6 | il più infimo e 'l meno eloquente di tutta questa schiera
1502 pr11 | comendare de' studii de la eloquenzia e de la divina altezza de
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