Giace nella sommità di
Partenio, non umile monte de la pastorale Arcadia, un dilettevole piano, di
ampiezza non molto spazioso però che il sito del luogo nol consente, ma di
minuta e verdissima erbetta sì ripieno, che se le lascive pecorelle con gli
avidi morsi non vi pascesseno, vi si potrebbe di ogni tempo ritrovare verdura.
Ove, se io non mi inganno, son forse dodici o quindici alberi, di tanto strana
et eccessiva bellezza, che chiunque li vedesse, giudicarebbe che la maestra
natura vi si fusse con sommo diletto studiata in formarli. Li quali alquanto
distanti, et in ordine non artificioso disposti, con la loro rarità la naturale
bellezza del luogo oltra misura annobiliscono. 2 Quivi senza nodo veruno si
vede il drittissimo abete, nato a sustinere i pericoli del mare; e con più
aperti rami la robusta quercia e l'alto frassino e lo amenissimo platano vi si
distendono, con le loro ombre non picciola parte del bello e copioso prato
occupando. Et èvi con più breve fronda l'albero, di che Ercule coronar si
solea, nel cui pedale le misere figliuole di Climene furono transformate. Et in
un de' lati si scerne il noderoso castagno, il fronzuto bosso e con puntate
foglie lo eccelso pino carico di durissimi frutti; ne l'altro lo ombroso
faggio, la incorruttibile tiglia e 'l fragile tamarisco, insieme con la
orientale palma, dolce et onorato premio de' vincitori. Ma fra tutti nel mezzo
presso un chiaro fonte sorge verso il cielo un dritto cipresso, veracissimo
imitatore de le alte mete, nel quale non che Ciparisso, ma, se dir conviensi,
esso Apollo non si sdegnarebbe essere transfigurato. Né sono le dette piante sì
discortesi, che del tutto con le lor ombre vieteno i raggi del sole entrare nel
dilettoso boschetto; anzi per diverse parti sì graziosamente gli riceveno, che
rara è quella erbetta che da quelli non prenda grandissima recreazione. E come
che di ogni tempo piacevole stanza vi sia, ne la fiorita primavera più che in
tutto il restante anno piacevolissima vi si ritruova. 3 In questo così fatto
luogo sogliono sovente i pastori con li loro greggi dagli vicini monti
convenire, e quivi in diverse e non leggiere pruove esercitarse; sì come in
lanciare il grave palo, in trare con gli archi al versaglio, et in addestrarse
nei lievi salti e ne le forti lotte, piene di rusticane insidie; e 'l più de le
volte in cantare et in sonare le sampogne a pruova l'un de l'altro, non senza
pregio e lode del vincitore. Ma essendo una fiata tra l'altre quasi tutti i
convicini pastori con le loro mandre quivi ragunati, e ciascuno, varie maniere
cercando di sollacciare, si dava maravigliosa festa, Ergasto solo, senza alcuna
cosa dire o fare, appiè di un albero, dimenticato di sé e de' suoi greggi giaceva,
non altrimente che se una pietra o un tronco stato fusse, quantunque per
adietro solesse oltra gli altri pastori essere dilettevole e grazioso. Del cui
misero stato Selvaggio mosso a compassione, per dargli alcun conforto, così
amichevolmente ad alta voce cantando gli incominciò a parlare:
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