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Iacobus Sannazarius Arcadia IntraText CT - Lettura del testo |
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Ecloga quinta - Ergasto
nuda salisti nei superni chiostri, ove con la tua stella e lieta ivi, schernendo i pensier nostri, e tra pure fontane e sacri mirti e i tuoi cari pastori indi correggi; vedi nel cielo, e più novelli fiori; seguir le Ninfe in più felici amori. e di rara dolcezza il cielo ingombra, col suon de novi inusitati accenti. e l'ondeggianti biade ai lieti campi, Ahi cruda morte, e chi fia che ne scampi, che cantando fra noi sì dolci rime e di bei rami induca ombra su l'onde? i fiumi il sanno e le spelunche e i faggi; e 'l sol più giorni non mostrò suoi raggi; tanto dolse a ciascun l'acerbo fato; «Androgeo Androgeo» sonava il bosco. e voti di bifolci ognor vedrai; tal che in ogni stagione, per bocche de' pastor volando andrai; né verrà tempo mai Né sol vivrai ne la mia stanca lingua, in mille altre sampogne e mille versi. Se spirto alcun d'amor vive fra voi, fate ombra a le quiete ossa sepolte.
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