OFELIA
Dimmi,
caprar novello, e non ti irascere,
questa tua
greggia ch'è cotanto strania,
chi te la
diè sì follemente a pascere?
ELENCO
Dimmi,
bifolco antico, e quale insania
ti
risospinse a spezzar l'arco a Clonico,
ponendo
fra' pastor tanta zizania?
OFELIA
Forse
fu allor ch'io vidi malinconico
Selvaggio
andar, per la sampogna e i naccari
che
gl'involasti tu, perverso erronico.
ELENCO
Ma con
Uranio a te non valser baccari,
che mala
lingua non t'avesse a ledere.
Furasti il
capro: ei ti conobbe ai zaccari.
OFELIA
Anzi
gliel vinsi, e lui nol volea cedere
al cantar
mio, schernendo il buon giudicio
d'Ergasto,
che mi ornò di mirti e d'edere.
ELENCO
Cantando
tu 'l vincesti? Or con Galicio
non udi'
io già la tua sampogna stridere,
come agnel
ch'è menato al sacrificio?
OFELIA
Cantiamo a
prova, e lascia a parte il ridere;
pon quella
lira tua fatta di giuggiola;
Montan
potrà nostre question decidere.
ELENCO
Pon quella
vacca, che sovente muggiola;
ecco una
pelle e duo cerbiatti mascoli,
pasti di
timo e d'acetosa luggiola.
OFELIA
Pon
pur la lira, et io porrò duo vascoli
di faggio,
ove potrai le capre mungere;
ché questi
armenti a mia matrigna pascoli.
ELENCO
Scuse non
mi saprai cotante aggiungere,
ch'io non
ti scopra. Or ecco il nostro Eugenio:
far non
potrai sì ch'io non t'abbia a pungere.
OFELIA
Io vo'
Montan, che è più vicino al senio;
ché questo
tuo pastor par troppo ignobile,
né credo
c'abbia sì sublime ingenio.
ELENCO
Vienne
all'ombra, Montan; ché l'aura mobile
ti freme
fra le fronde, e 'l fiume mormora;
nota il
nostro cantar qual è più nobile.
OFELIA
Vienne,
Montan, mentre le nostre tormora
ruminan
l'erbe, e i cacciator s'imboscano,
mostrando
ai cani le latebre e l'ormora.
MONTANO
Cantate,
acciò che i monti omai conoscano
quanto il
secol perduto in voi rinovasi;
cantate
fin che i campi si rinfoscano.
OFELIA
Montan,
costui che meco a cantar provasi,
guarda le
capre d'un pastore erratico.
Misera
mandra, che 'n tal guida trovasi!
ELENCO
Corbo
malvagio, ursacchio aspro e selvatico,
cotesta
lingua velenosa mordila,
che
transportar si fa dal cor fanatico.
OFELIA
Misera
selva, che coi gridi assordila!
Fuggito è
dal romore Apollo e Delia.
Getta la
lira omai, ché indarno accordila.
MONTANO
Oggi qui
non si canta, anzi si prelia.
Cessate
omai, per dio, cessate alquanto;
comincia,
Elenco, e tu rispondi, Ofelia.
ELENCO
La
santa Pale intenta ode il mio canto
e di bei
rami le mie chiome adorna,
che nessun
altro se ne può dar vanto.
OFELIA
E
'l semicapro Pan alza le corna
a la
sampogna mia sonora e bella,
e corre e
salta e fugge e poi ritorna.
ELENCO
Quando
tal ora a la stagion novella
mungo le
capre mie, mi scherne e ride
la mia
suave e dolce pastorella.
OFELIA
Tirrena
mia col sospirar m'uccide,
quando par
che vèr me con gli occhi dica:
- Chi dal
mio fido amante or mi divide? -
ELENCO
Un
bel colombo in una quercia antica
vidi
annidar poc'anzi; il qual riserbo
per la
crudele et aspra mia nemica.
OFELIA
Et
io nel bosco un bel giovenco aderbo
per la mia
donna; il qual fra tutti i tori
incede con
le corna alto e superbo.
ELENCO
Fresche
ghirlande di novelli fiori
i vostri
altari, o sacre Ninfe, avranno,
se pietose
sarete a' nostri amori.
OFELIA
E
tu, Priapo, al rinovar de l'anno
onorato
sarai di caldo latte,
se porrai
fine al mio amoroso affanno.
ELENCO
Quella
che 'n mille selve e 'n mille fratte
seguir mi
face Amor, so che si dole,
benché mi
fugga ognor, benché s'appiatte.
OFELIA
Et
Amaranta mia mi stringe, e vòle
ch'io pur
li canti a l'uscio, e mi risponde
con le sue
dolci angeliche parole.
ELENCO
Fillida
ognor mi chiama e poi s'asconde,
e getta un
pomo e ride, e vuol già ch'io
la veggia
biancheggiar tra verdi fronde.
OFELIA
Anzi
Fillida mia m'aspetta al rio,
e poi
m'accoglie sì suavemente,
ch'io
pongo il gregge e me stesso in oblio.
ELENCO
Il
bosco ombreggia; e se 'l mio sol presente
non vi
fusse or, vedresti in nova foggia
secchi i
fioretti e le fontane spente.
OFELIA
Ignudo è
il monte, e più non vi si poggia;
ma se 'l
mio sol vi appare, ancor vedrollo
d'erbette
rivestirsi in lieta pioggia.
ELENCO
O casta
Venatrice, o biondo Apollo,
fate ch'io
vinca questo alpestro Cacco,
per la
faretra che vi pende al collo.
OFELIA
E tu,
Minerva, e tu, celeste Bacco,
per l'alma
vite e per le sante olive,
fate ch'io
porte la sua lira al sacco.
ELENCO
Oh
s'io vedesse un fiume in queste rive
correr di
latte, dolce il mio lavoro
in far
sempre fiscelle all'ombre estive!
OFELIA
Oh se
queste tue corna fussen d'oro,
e ciascun
pelo molle e ricca seta,
quanto
t'avrei più caro, o bianco toro!
ELENCO
Oh quante
volte vien gioiosa e lieta,
e stassi
meco in mezzo ai greggi mei
quella che
mi diè in sòrte il mio pianeta!
OFELIA
Oh
quai sospir vèr me move colei
ch'io sola
adoro! O vènti, alcuna parte
portatene
all'orecchie degli Dei.
ELENCO
A te la
mano, a te l'ingegno e l'arte,
a te la
lingua serve. O chiara istoria,
già sarai
letta in più di mille carte.
OFELIA
Omai ti
pregia, omai ti esalta e gloria;
ché ancor
dopo mill'anni, in viva fama,
eterna fia
di te qua giù memoria.
ELENCO
Qualunque
per amor sospira e brama,
leggendo i
tronchi ove segnata stai,
- Beata
lei - dirà ch'il ciel tant'ama! -
OFELIA
Beata
te, che rinovar vedrai
dopo la
morte il tuo bel nome in terra,
e da le
selve al ciel volando andrai!
ELENCO
Fauno ride
di te da l'alta serra.
Taci,
bifolco; ché, s'io dritto estimo
la capra
col leon non può far guerra.
OFELIA
Corri,
cicala, in quel palustre limo
e rappella
a cantar di rana in rana;
ché fra la
schiera sarai forse il primo.
ELENCO
Dimmi,
qual fera è sì di mente umana,
che
s'inginocchia al raggio de la luna,
e per
purgarsi scende a la fontana?
OFELIA
Dimmi,
qual è l'ucello il qual raguna
i legni in
la sua morte, e poi s'accende,
e vive al
mondo senza pare alcuna?
MONTANO
Mal fa chi
contra al ciel pugna e contende;
tempo è
già da por fine a vostre liti
ché 'l
saver pastoral più non si stende.
Taci,
coppia gentil, ché ben graditi
son vostri
accenti in ciascun sacro bosco;
ma temo
che da Pan non siano uditi.
Ecco, al
mover de' rami il riconosco,
che torna
all'ombra pien d'orgoglio e d'ira,
col naso
adunco amando amaro tòsco.
Ma quel
facondo Apollo, il qual v'aspira,
abbia sol
la vittoria; e tu, bifolco,
prendi i
tuo' vasi, e tu, caprar, la lira.
Che 'l
ciel v'accresca come erbetta in solco!
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