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Franco Sacchetti
Trecentonovelle

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101 - Giovanni Apostolo sotto ombra di santa persona, entra in un romitoro, avendo a fare con tre romite, che più non ve n'avea.

 

Fu a Todi, non è molto, uno che era chiamato Giovanni dell'Innamorato, ed era di questi che si chiamano Apostoli, che vanno con le fogge vestiti di bigio sanza levare mai gli occhi in alto; e ancora facea in Todi l'officio del barbiere.

Era costui molto usato d'andare di fuori in certi luoghi di Todi, e spesso passava da uno romitoro, dove erano tre giovene romite, che l'una era bellissima quanto potesse essere. E 'l detto Giovanni era spesse volte domandato:

- Perché hai tu per soprannome dello 'nnamorato?

E quelli rispondea:

- Perché sono innamorato della grazia di Jesu.

E quasi da tutti era tenuto un santo, e spezialmente da queste tre romite, le quali a lui erano molto devote.

E questo Giovanni dicea che era innamorato di Jesu, e molto segretamente era innamorato più della bella romita. Andò questo Giovanni un fuori di Todi a una religione di monaci presso a tre miglia, e tornando la sera tardi per mal tempo freddo e nevicoso, giunse a quel romitorio a ora che in Todi non serebbe entrato, sì era sera, e ciò fece bene in prova. Giunto , picchia la ruota.

- Domine, chi è?

Risponde:

- Sono il vostro Giovanni dello 'nnamorato.

- O che andate voi facendo a quest'otta?

E quelli dice:

- Io andai istamane alla tale badía, e sommi oggi stato con don Fortunato, e ora tornava a Todi, e l'ora tarda e 'l tempo reo m'hanno condotto qui, e non so che mi fare.

A questo romitoro non era presso né casatetto. Dicono le romite:

- Che fu a muovervi così tardi?

Dice l'Apostolo:

- E’ non è stato sole, li nuvoli m'hanno ingannato: poiché la cosa è qui, io vi priego che mi mettiate un poco costì dentro al coperto.

Dicono le romite:

- O non sapete voi che noi non ci mettiamo persona?

Dice l'Apostolo:

- E’ non s'intende per me, che sono quel che voi, dalla parte del Signore: e ancora il caso della notte, e del tempo che qui m'ha condotto, è cosa di necessità; e voi sapete che 'l nostro Signore ci comanda che noi aiutiamo quelli che sono in necessità.

Le donne, ch'erano vergini, dierono fede alle suo parole, e apersonli. Quando viene che, dette l'ore e mangiato un poco, si debbono andare a posare, dice Giovanni:

- Andatevi pure a dormire, io mi dormirò su questa panchetta.

Aveano queste un lettuccio solo, e dicono:

- Noi ci getteremo su queste casse, e tu ne va' nel letto.

Brievemente, non volle; ma disse:

- Andatevi al letto, e io mi dormirò in qualche modo.

Costoro se n'andorono in questo letticciuolo; la bella si colicò da capo, e un'altra allatoli dalla proda lungo il muro, e da piede lungo il muro si colicò la terza. E stando un poco, dice una romita:

- Giovanni, e' ci incresce di te, considerando il freddo che è.

Dice Giovanni:

- Io il sento bene, e ho ben paura che non mi dia qualche beccata, che io triemo tutto -; e piglia una lucerna che v'era accesa, e dice: - Io voglio andare qui in cucina, e accenderò un poco di fuoco -; e ito , sul focolare non era fuoco.

Come ciò vide, s'immaginò: «S'io spengo la lucerna, fuoco non c'è più, io verrò meglio ad effetto de' fatti miei”; e spenta la lucerna, dice:

- Oimè, io volea accendere un poco di fuoco, ed egli è spento la lucerna.

- Come ci farai? - disse la più bella romita.

Dice Giovanni:

- Poiché qui sono (e accostasi alla lettiera) io enterrò in questa proda qui da' tuo' piedi -; e tastando con le mani, s'abbatte a toccare il viso alla romita; e andando in giù, entrò in quella proda, e dice: - Perdonatemi, che meglio è fare così che morire.

Le romite stavano chete più per vergogna che per altro, e forse alcuna dormìa. Come Giovanni è nel letto, egli era piccolo, non potea fare non toccasse della bella romita, e prima i piedi, i quali erano morbidissimi. Dicea Giovanni:

- Benedetto sia Jesu Cristo, che sì belli piedi fece.

E dai piedi tocca le gambe:

- Benedetto sie tu, Jesu, che sì belle gambe creasti.

Va al ginocchio:

- Sempre sia lodato il Signore, che così bel ginocchio formò.

Tocca più su le cosce:

- O benedetta sia la virtù divina, che sì nobil cosa generò.

Dice la romita:

- Giovanni, non andar più su, ché c'è lo 'nferno.

Dice Giovanni:

- E io ho qui con meco il diavolo, che tutto il tempo della mia vita ho cercato di metterlo in inferno -; e accostasi a costei, mettendo il diavolo in inferno, come che con le mani un poco si contendesse.

E dicea:

- Che è questo, Giovanni, che tu fai? noi ci saremmo tutte confessate da te, e io spezialmente, e tu tieni così fatti modi.

Dice Giovanni:

- Credi tu che Jesu abbia fatta la tua bellezza perch'ella si perda? Non lo credere.

Quando Giovanni fu stato quello che volle, tornò alla sua proda. L'altre due romite, che forse aveano fatto vista di dormire, dice quella che è allato a Giovanni da lato del muro:

- O che trigenda è questa istanotte, Giovanni? In verità di Jesu, che tu ci fai poco onore, e non dovevi entrare nel letto nostro.

Dice Giovanni:

- O santa sie tu; che credi tu che io abbia fatto altro che bene? Io non ci ho detto parola che non abbia lodato il Salvadore. E poi, non pensare che alla vostra fragilità se non fosse aiutato, il demonio piglierebbe gran possa sopra di voi; e quello che io ho fatto appunto sta così -; e fassi verso costei, e comincia a' piedi, come all'altra; e tutto, come avea fatto a lei, fece a costei.

Sentendo la terza il tramestio, ed essendo stata in ascolto, dice:

- In buona , Giovanni, se noi t'aprimmo, tu ce n'hai renduto buon merito.

Dice Giovanni:

- Sciocche che voi sete! credete voi che ciò che io ho fatto sia altro che bene? Credete voi che molte rinchiuse come voi non si disperassono, se alcuno mio pari spesse volte non desse loro di questi conforti? Voi sete giovani, e sete femine: credete voi che per questo ne diminuisca la gloria di Dio in voi? E voi sapete che con la sua bocca disse che noi provassimo ogni cosa, e quello che è buono tenessimo.

E questo è anco a' miei pari utilissimo, però che, come io abbia questo abito, sono pur uomo, e spesso mi assaliscono gli amorosi desiderii; e a questi non è modo che s'attutassino mai, se non si domassono e', come si domano, con voi. E io così ho fatto e farò quanto sia di vostro piacere, e non più.

Dice questa romita:

- Voi dite che il nostro Signore dice che si vuole provare ogni cosa, e 'l buono ritenere, io non ho provato nulla, sì che io non so quello ch'io mi debba ritenere.

Dice Giovanni:

- Io lodo Dio, toccando li membri, e cominciando dal piede -; e accostasi a costei: - e quando io son qui allo 'nferno, e io v'attuto el mio diavolo entro -; e così fece, come all'altre, ed ella si stette, perché le some furono ragguagliate.

E Giovanni, fatta tutta la cerca, si ritornò al luogo suo dove trovò i piedi più morbidi; e riposatosi, e dormito un pezzo, ritornò alla bella romita a confortarla, e spegnere, il fuoco a lui, la quale non si contendea troppo. La mattina per tempissimo levandosi, disse:

- Suore mie, io vi ringrazio quanto posso della vostra carità, che ver me usaste ier sera, ad accettarmi in questa vostra casetta santa; quello Signore che mi ci condusse dia grazia e a voi e a me di salvare l'anime nostre, rendendovi quel merito che desiderate. A me pare essere già levato in alto verso Jesu parecchie braccia, essendo stato con la vostra santità. Se io ho a far per alcun tempo alcuna cosa, fate di me sicuramente come dovete.

Elle rispondono:

- Giovanni, noi ti preghiamo che ti sia raccomandato questo piccolo romitorio, e che esso vegni a vicitare come tua casa; va' nella pace di Dio.

E così si partì, che parea, quando giunse a Todi, uno cappone vero.

E più tempo continuò questa così fatta vicitazione, per forma che diventò, di fresco e colorito, quasi magrissimo e pallido, e andava onesto, che parea San Gherardo da Villamagna, essendo tenuto santo; e quando morì ogni uomo e femina gli andava a baciar la mano, dicendo che facea miracoli.

Or guardate quanto è nascosa la ipocrisia del mondo, che colui ch'era della condizione di sopra scritta si fece più tosto santo nella sua fine. O quanti ne sono tenuti santi e beati, che le loro anime non vi sono presso per la ipocrisia che sempre regnò; e troppo è difficile a poter cognoscere il cuore, o gli segreti dentro dell'uomo.

 

 

 




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