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Franco Sacchetti
Trecentonovelle

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163 - Ser Bonavere di Firenze, essendo richiesto a rogare un testamento e non trovando nel calamaio inchiostro, è chiamato un altro notaio a farlo; di che elli ne compera una ampolla, e portandola allato, si versa sopra una roba d'uno judice a palagio.

 

Nel popolo di Santo Brancazio di Firenze fu già uno notaio, il quale ebbe nome ser Buonavere; ed era uno uomo grande e grosso di sua persona e molto giallo, quasi impolminato e mal fatto, sì come fosse stato dirozzato col piccone; sempre con desiderio era piatitore e del quistionare a ritto e a torto giammai non finava: e con questo era sgovernato, che mai nel pennaiuolo che portava non avea né calamaio, né penna, né inchiostro. Se fosse stato richiesto, andando per una via, facesse un contratto, cercavasi el pennaiuolo e dicea avere lasciato il calamaio e la penna a casa per dimenticanza; e pertanto dicea andassono allo speziale e recassono il calamaio e 'l foglio.

Avvenne per caso che un ricco uomo di quelle contrade, dopo lunga infirmità venendo a morte, volendo fare testamento subito, avendo i suoi parenti paura che non sopravvenisse la morte prima che lo potesse fare, facendosi alcun




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