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Franco Sacchetti
Trecentonovelle

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65 - Messer Lodovico da Mantova per una piccola parola, che per sollazzo dice un suo provisionato, gli toglie ciò ch'egli ha.

 

Ancora mi viene innanzi come piccola cagione muove un signore a dar la mala ventura altrui. Essendo messer Lodovico di Gonzaga signore di Mantova, uno suo provisionato avea detto con certi altri, più per diletto che per altro «Signore è vino di fiasco, la mattina è buono, e la sera è guasto”. La detta parola fu rapportata al signore; sì come spesso interviene, per venire in grazia del signore sempre vi sono li rapportatori. Udendo ciò messer Lodovico, fece chiamare a sé quel provisionato, e disse:

- Mo mi di'; ha' tu detto le ta' parole?

Quel rispose:

- Signor mio, sì; ma le parole mie non furon dette se non per motto, però che altra volta l'udi' dire a un valente uomo.

Disse il signore:

- Sì che tu di' che dicesti per motto, e non ti pare avere detto alcun male; e ha' mi nominato e appareggiato con un fiasco di vino. In fé di Dio, io ho voglia di farti giuoco, che sempre te ne verrebbe puzza; ma acciò che tu lo possa ben dire da dovero, spogliati in farsetto, come quando tu venisti a far con mi: e vatti con Dio.

Costui si dileguò in ora, che mai non apparí a Mantova; e lasciò il valer di due mila lire di bolognini, il quale avere tutto si tolse el signore. Così intervenne che signore e vin di fiasco, l'uno era vino e l'altro l'ha disfatto.

 

 




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