Sala d'arme. Dal lato desto esce Lord Arturo con alcuni scuderi e paggi, i quali recano vari doni nuziali, e fra
questi si vedrà un magnifico velo bianco. Dal lato sinistro escono
Elvira, Valton, Sir
Giorgio, damigelle con castellani e castellane, portano festoni di fiorni; che intracciano alle
colonne. Dal fondo della scena escono i soldati guidati da Bruno.
CASTELLANI, CASTELLANE
Ad Arturo onore, ad Elvira onore.
Amor unisca beltà e valor!
CASTELLANE
Rosa ell'è di verginelle,
Bella al par di primavera;
Come l'astro della sera
Spira all'alma pace e amor!
CASTELLANI, CASTELLANE
Bello egli è tra cavalieri,
Com'è il cedro alla foresta:
In battaglia egli è tempesta,
È campione in giostra e amor.
ARTURO
A te, o cara, amor talora
Mi guidò furtivo e in pianto;
Or mi guida a te d'accanto
Tra la gioia e l'esultar.
ELVIRA
O contento!
ARTURO
Ah, mio bene!
ELVIRA
Ah! mio Arturo! Or son tua!
ARTURO
Ah, Elvira mia, sì, mia tu sei!
GIORGIO, VALTON
Senza occaso quest'aurora
Mai null'ombra, o duol vi dia,
Santa in voi la fiamma sia,
Pace ogno v'allieti il cor!
CASTELLANI, CASTELLANE
Cielo arridi a voti miei,
Benedici a tanto amor.
ARTURO
Al brillar di sì bell'ora,
Se rammento il mio tormento
Si raddoppia il mio contento,
M'è più caro il palpitar d'amor.
GIORGIO, VALTON
Senza occaso quest'aurora, ecc
CASTELLANI, CASTELLANE
Cielo arridi a voti miei, ecc
VALTON
Il rito augusto si compia senza me.
(ad Arturo)
Mercè di questo foglio
Voi sino al tempio libero passo avrete.
(a Giorgio)
Tu gli accompagnerai.
(ad Enrichetta, che esce accompaniata da Bruno)
O, nobil dama,
L'alto Anglican sovrano Parlamento
Ti chiama al suo cospetto: io ti son scorta.
ENRICHETTA
(a se)
Ahimè, che sento!
(a Valton)
E che si vuol da me?
(a se)
Mia speme è morta!
VALTON
A me s'addice
Obbedir e tacer. Altro non lice.
ARTURO
(a Giorgio in disparte)
È de' Stuardi amica?
GIORGIO
È prigioniera
Da moltre lune, e fu da ognun creduta
Amica de' Stuardi e messaggiera
Sotto mentito nome.
ARTURO
(guardando pietosamente Enrichetta)
O Dio! Che ascolto!
Deciso è il suo fato: essa è perduta.
O sventurata!
ENRICHETTA
(accorgendosi d'Arturo)
Qual pietade in quel volto!
VALTON
Oh, figli! al rito, alle pompose feste
S'appresti ognun. La nunziale veste
Va, o diletta, a indossar.
(alle damigelle)
Ite voi seco.
(a Bruno)
Fuori del vallo i miei destrier sian
presti.
(ad Enrichetta)
La nostra andata c'è forza d'affrettar.
(ai figli)
Com'io v'unisca il cielo, o coppia amata.
(Valton parte colle guardie: Giorgio ed Elvira
partono colle damigelle. Arturo fa sembiante di partire, ma guarda attentamente
all'intorno, quasi per assicurarsi che tutti sono andati.)
ENRICHETTA
(guardando attentamente Arturo)
Pietà e dolore ha in fronte!
(dopo un poco di silenzio)
Cavalier!
ARTURO
Se t'è d'uopo di consiglio,
Di soccorso, d'aita, in me t'affida!
ENRICHETTA
Se mi stesse sul capo alto periglio?
ARTURO
Ah! parla ... O Dio! che
temi?
ENRICHETTA
Brev'ora e sarò spenta! Ma
tu fremi!
ARTURO
Per te, per me, pel padre mio che spento
Cadea fido ai Stuardi.
ENRICHETTA
Ah!
ARTURO
Ma tu chi sei?
Ah! chi tu sii, ti vo'
salvar.
ENRICHETTA
È tardi!
Figlia a Enrico, a Carlo sposa,
Pari ad essi avrò la sorte.
ARTURO
(s'ingiocchia)
Ah! tu, regina!
ENRICHETTA
Sì ... Attendo morte!
ARTURO
Taci, taci, per pietà!
Fuor le mura, a tutti ascosa
Ti trarrò per vie sicure.
Tu n'andrai, di qui n'andrai.
ENRICHETTA
Di qui, di qui alla scure!
Scampo e speme, Artur, non v'è.
ARTURO
No, Reina.
ENRICHETTA
No, ah! non v'è speme.
ARTURO
No, Reina, ancor v'ha speme:
o te salva, o spenti insieme.
ENRICHETTA
Cangia, ah cangia di consiglio,
Pensa, o Arturo, al tuo periglio,
Pensa, Artur, pensa a Elvira, il tuo tesor
Che t'attende al sacro altar!
ARTURO
Ah! cessa, per pietà!
ENRICHETTA
Va!
ARTURO
Ah! cessa, per pietà!
Non parlar di lei che adoro;
Di valor non mi spogliar.
Sarai salva, o sventurata,
O la morte incontrerò;
E la vergin mia adorata
Nel morire invocherò.
ENRICHETTA
Pensa, o Arturo, al periglio!
ARTURO
No!
ENRICHETTA
Pensa a Elvira
Che t'attende al sacro altar.
ARTURO
Ah! deh taci!
ENRICHETTA
Pensa, Arturo, al periglio, ecc
ARTURO
No! Non parlar di lei che adoro, ecc
ELVIRA
(di dentro)
Ah! sì!
(Escono Elvira e Giorgio. Lei ha il capo coronato di rose, ha un
bellissimo monile di perle al collo; si vede peraltro che le manca il
compimento della pompa nuziale. Entra in scena avendo nelle mani il magnifico
velo bianco regalatole da Arturo.)
Son vergin vezzosa
In vesta di sposa;
Son bianca ed umile
Qual giglio d'april;
Ho chiome odorose
Cui cinser tue rose;
Ho il seno gentile
Del tuo monil.
ENRICHETTA, ARTURO
Se miro il suo candore,
Mi par la luna allor
Che tra le nubi appare
La notte a consolar.
GIORGIO
Se ascolto il suo cantare
Un rosignuol mi par,
Che insegni al primo albore
A sospirar d'amor.
ELVIRA
Son bianca ed umile
Qual giglio d'aprile,
Son bianca, sì, sì, sì!
Son vergin vezzosa, ecc
ELVIRA, ARTURO, GIORGIO
L'ascolto e un rosignuol mi par,
Sì, mi par, sì, sì, sì!
Se miro il suo candore, ecc
ELVIRA
(ad Enrichetta)
Dama, s'è ver che m'ami ...
ENRICHETTA
Dimmi, o gentil, che brami?
ELVIRA
Qual mattutina stella
Bella vogl'io brillar:
Del crin le molli anella
Mi giova ad aggraziar.
ENRICHETTA
Sì, son presta al tuo pregar
Diletta fanciulletta, son
presta,
Son presta al tuo pregar,
O vera Dea d'april.
ELVIRA
A illegiadrir la prova,
Deh! non aver a vil
Il velo in foggia nuova
Sul capo tuo gentil.
ARTURO
Sull'ali della vita
Comminicia ora volar
Deh! scusa e tu l'aita
Nel semplice aleggiar
Ti presta al suo pregar;
Se miro il suo candor
Mi par la luna allor
Che tra le nubi appar,
La notte a consolar.
GIORGIO
Deh! scusa, l'aita
Nel semplice aleggiar
Ti presta al suo pregar;
Se miro il suo candor
Mi par la luna allor
Che tra le nubi appar,
La notte a consolar.
ELVIRA, ENRICHETTA, ARTURO, GIORGIO
Sì, sì, sì!
(Elvira pone il velo sul capo d'Enrichetta.)
ELVIRA
O bella, ti celo
Le anella del crin,
Com'io nel bel velo
Mi voglio celar.
Ascosa vezzosa
Nel velo divin
Or sembri la sposa
Che vassi all'altar.
ENRICHETTA
(a se)
Ascosa dentro il vel,
Or posso almen celar
L'affanno, il palpitar,
L'angoscia del mio cor!
Deh! tu, pietoso ciel,
Raccogli con favor
La prece ch'oso a te levar!
ARTURO
(a se)
O! come da quel vel
Che le nasconde il crin
Veggio un splendor divin
Di speme a balenar.
Deh! tu, pietoso ciel,
M'accorda il tuo favor
La vittima salvar!
GIORGIO
Elvira col suo vel
Un zeffiretto appar,
Un'iride sul mar,
Un silfo in grembo ai fior.
T'arrida, o cara, il ciel
Col roseo suo favor,
Tal ch'io ti vegga ognor
gioir.
VALTON, CASTELLANI, CASTELLANE
(di dentro)
Elvira, Elvira, il dì, l'ora, avanza!
ELVIRA
Ah! se il padre s'adira
Io volo a mia stanza.
ENRICHETTA
(a se)
Ascosa dentro il vel, ecc
ARTURO
(a se)
Deh tu, pietoso ciel, ecc
GIORGIO
Deh! riedi a tua stanza;
Sarà il tuo fedele
Che t'orni del vel.
VALTON, CASTELLANI, CASTELLANE
(di dentro)
Elvira, Elvira, il dì, l'ora, avanza!
ELVIRA
Ah! poscia, o fedel,
Tu posami il vel, ah!
Mi posa il vel.
ENRICHETTA
(a se)
Deh! tu, pietoso ciel, ecc
ARTURO
(a se, poi a Elvira)
Deh! tu, pietoso ciel,
Raccogli con favor
La prece di dolor
Che oso a te levar,
La vittima salvar.
Il tuo fedel sarà
Che t'orni del vel, ecc
GIORGIO
Deh! riedi a tua stanza, ecc
(Elvira parte con Giorgio.)
ENRICHETTA
Sulla verginea testa d'una felice
Un bianco vel s'addice,
A me non già ...
(in atto di deporre il velo)
ARTURO
T'arresta!
È chiaro don del ciel! Così ravvolta
Deluderai la vigilante scolta!
Mia sposa parrai.
Vieni.
ENRICHETTA
Che dici mai?
Tu corri a tua ruina, a
infame sorte!
ARTURO
(afferandole la mano in atto di forzarla a
partire)
Vieni, ah, vieni, per pietà ... t'involo a certa
morte.
RICCARDO
(colla spada sguainata)
Ferma!
Invan, invan rapir pretendi
Ogni ben ch'io aveva in terra!
Invan! Invan! Ferma!
Qui ti sfido a mortal guerra,
Trema, ah! trema del mio acciar!
ARTURO
Sprezzo, audace, il tuo furore;
La mortal disfida accetto!
Vien, vien, vieni!
Questo ferro nel tuo petto
Sino all'elsa io vo' piantar.
No, non ti temo, ti sprezzo, audace;
La tua mortale disfida accetto,
Non temo il tuo furor.
ENRICHETTA
V'arrestate. Pace, ah! pace;
Per me sangue, ah, non versate!
RICCARDO
Va, ti scosta!
ARTURO
Oh! ciel, che fai?
ENRICHETTA
(scoprendosi e gettandosi in mezzo ad essi)
No, v'arrestate;
Per me sangue, ah! non versate.
ARTURO
Ah! che festi?
RICCARDO
(con stupore)
La prigioniera!
ENRICHETTA
Dessa io son.
ARTURO
Vien ...
Tua voce altera
Or col ferro sosterrai.
RICCARDO
(freddamente)
No, con lei tu illeso andrai.
ARTURO
Con lei? E fia ver?
ENRICHETTA
Qual favellar!
RICCARDO
Più non vieto a voi l'andar.
ENRICHETTA
Sogno?
ARTURO
Andiam, andiam.
RICCARDO
Parti.
ARTURO
Andiam.
RICCARDO
(a se)
O stolto!
ARTURO
(a se)
Addio, o Elvira,
Addio, mio ben.
CASTELLANI, CASTELLANE
(di dentro)
Al tempio andiam,
A festa andiam!
ARTURO
Ah! partiam ... alcun
s'appressa.
RICCARDO
Sì, n'andate ... il vuole Iddio.
CASTELLANI, CASTELLANE
(di dentro)
A festa!
ARTURO
Pria che siam oltre le mura
Parlerai?
RICCARDO
No, t'assicura.
ARTURO
Ebben, lo giura.
RICCARDO
Sì, lo giuro.
ENRICHETTA, ARTURO
Addio.
RICCARDO
Addio.
ARTURO
Ah! Elvira mia io lungi e in guai
Sì, t'amerò com'io t'amai.
ENRICHETTA
Ah! sì, n'andrò al figlio accanto.
RICCARDO
Sì, patria, amor, tu perderai,
Sarà la tua vita un mar di guai.
(Enrichetta e Arturo partono.)
RICCARDO
(osservando)
È già al ponte, passa il forte,
È alla porta, già ne andò.
(Sortono Elvira, Giorgio, Valton,
Bruno, castellani e castellane.)
ELVIRA
Dov'e Arturo?
RICCARDO
Egli era qui.
ELVIRA, GIORGIO, VALTON
Ove sei, o Arturo?
CASTELLANI, CASTELLANE
Artur! Artur!
GIORGIO, VALTON
Ove sei?
BRUNO
Partì da qui.
GIORGIO, VALTON
Partì?
CASTELLANI, CASTELLANE
Partì!
GIORGIO
Già fuor delle mura.
ELVIRA, CASTELLANE
Laggiù alla pianura.
GIORGIO, CASTELLANI
La tua prigioniera!
ELVIRA, CASTELLANE
La rea messaggiera!
GIORGIO, CASTELLANI
Col vil cavaliero!
CASTELLANI, CASTELLANE
Ciascun su un destriero
Spronando, volando mirate colà!
ELVIRA
Ah!
RICCARDO, GIORGIO
Soldati, correte, coi bronzi tuonate,
All'arme appellate, correte, volate.
Pel crin trascinate i due traditor!
CASTELLANI
All'arme! All'arme!
CASTELLANI, CASTELLANE
Correte sui traditor.
BRUNO, RICCARDO, GIORGIO, VALTON
Soldati, correte, coi bronzi tuonate,
Pel crin trascinate i due traditor.
CASTELLANI, CASTELLANE
All'arme! All'arme!
Pel crin trascinate i
traditor!
ELVIRA
Ahimè! Ahimè! Ahimè!
RICCARDO, VALTON
Ah! come nel seno
Si mesce il veleno
Di sdegno e d'amor!
GIORGIO
Coi bronzi tuonate,
Pel crin trascinate i traditor!
CASTELLANI, CASTELLANE
Ciel!
ELVIRA
(con dolore)
La dama d'Arturo è in bianco velate
La guarda e sospira -
Sua sposa la chiama.
Elvira è la dama?
Non sono più Elvira?
La dama?
CASTELLANI, CASTELLANE
La misera è pallida
È immobile e squallida.
Ciel!
ELVIRA
Arturo!
CASTELLANI, CASTELLANE
Ciel!
ELVIRA
Ahimè!
CASTELLANI, CASTELLANE
Elvira! Che dici?
ELVIRA
Io Elvira! No, no!
CASTELLANI, CASTELLANE
Ti scuota, o Elvira.
Demente vivrà, demente vivrà.
Dolente morrà!
ELVIRA
(nel suo delirio, crede vedere Arturo)
Arturo, tu ritorni? T'appressa ancor ... ancor ...
Ah! vieni, ah! vieni.
O! viene al tempio, fedele
Arturo,
Eterna fede, mio ben, ti giuro!
Comm'oggi è puro,
Sempre avrò il cor.
Ah! vieni, con te vivrò d'amor,
D'amor morrà.
CASTELLANI, CASTELLANE
O ciel, pietà!
RICCARDO
O come ho l'anima triste e dolente
Udendo i pianti dell'innocente!
GIORGIO
O come ho l'anima triste e dolente
O come perfido fu il traditor!
ELVIRA
O contento! Ah! mio bene! Vieni a me!
BRUNO, CASTELLANI, CASTELLANE
O come ho l'anima triste e dolente!
RICCARDO, GIORGIO
Fia sempre infame il traditor,
Che in tante pene lascia quel cor.
ELVIRA
Ah! vieni al tempio, fedele Arturo, ecc
CASTELLANE
O come ho l'alma lassa e dolente,
Udendo i pianti dell'innocente!
O come crudo fu il traditor
Che in tante pene lasciò quel cor!
CASTELLANI
Si crede all'ara, giura ad Arturo,
Ella sì fida, ei si spergiuro
Ella sì pura, ei traditore!
Misera figlia morrà d'amor.
O traditor!
ELVIRA
Ah! vieni, t'affretta, o Arturo.
Ah! vieni, ah! vieni a me.
Ah! vieni, Artur, vivrò
d'amor,
Morrò d'amor, ecc
RICCARDO
O come ho l'alma triste e dolente,
Udendo i pianti dell'innocente!
O come crudo fu il traditore!
Sì, più la miro, ho più doglia profonda,
E più l'alma s'accende in amor,
Ma più avvampa tremedo il furore,
Contro chi tanto ben m'involò!
GIORGIO
Dio di clemenza, t'offro mia vita
Se all'innocenza giovi d'aita.
Deh sii clemente a un puro core;
Sì, la mia prece pietosa e profonda
Che a te vien sui sospir
del dolor,
Tu, clemente, consola, o Signore,
Per la vergin cui l'empio immolò!
CASTELLANE
Si crede all'ara, giura ad Arturo,
Ella sì fida, ei si spergiuro
Ella sì pura, ei traditore!
Misera figlia morrà d'amor!
CASTELLANI
O come ho l'alma triste e dolente,
Udendo i pianti dell'innocente!
O come crudo fu il traditore,
Che in tante pene lasciò quel cor!
Misera figlia morrà d'amor.
ELVIRA
(fa un moto, quasi tornando a vedere Arturo, che fugge)
Ma tu già mi fuggi? Crudele, abbandoni
Chi tanto t'amò! Ah, crudel!
CASTELLANI, CASTELLANE
Ahi! dura sciagura!
CASTELLANI
Ahi! lutto e dolore!
ELVIRA
Qual febbre vorace
M'uccide mi sface.
Ah! qual fiamma,
Ah, qual ira m'avvampa!
Fantasmi perversi,
Fuggite dispersi,
O in tanto furor
Sbranetemi il cor!
CASTELLANI, CASTELLANE
Ahi! lutto e dolor! ahi!
Ahi dolor! Ella sì pura!
Sì bella, sì pura,
Del ciel creatura!
Ahi! avrà vendetta!
Ahi! dolor!
Ahi! sta maledetta,
Sì, la coppia rea, sì, la figlia avrà vendetta,
Andrà maledetta la coppia fuggente
Vendetta cadrà sul vil traditor, sì!
Non casa, non spiaggia raccolga i fuggenti!
In odio del cielo, in odio ai viventi
Battuti dai venti,
Da orrende tempesta, le odiate
Lor teste non possan posar.
Erranti piangenti
In orrida guerra,
Col cielo e la terra,
Il mar, gli elementi,
Ognor maledetti,
In vita ed in morte,
Sia eterna lor sorte,
Eterno il penar.
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