PAOLINO
Ecco che qui sen vien. Bisogna intanto
Ch'io mi avvezzi a parlare in tuon
sonoro
Per farmi intender bene.
Di sordità patisce assai sovente;
Ma dice di sentir s'anche non sente.
GERONIMO
(ad alcuni servi)
Non dovete sbagliar, gente ignorante.
Che cos'è questo "lei signor Geronimo"
In Italia i mercanti
Che han dei contanti, han titol d'illustrissimo;
E illustrissimo io sono; e va benissimo.
Se poi... (Ad ogni costo
Voglio avere un diploma, Che della nobiltà mi metta al rango,
Ché chi ha dell'oro ha da sortir dal fango).
Oh! Paolino caro.
PAOLINO
Ecco una lettera
Del conte Robinson, che per espresso
Inclusa in una mia, venuta è adesso.
GERONIMO
Sì, son venuto adesso. E
questa lettera
Di chi è? Chi la manda?
PAOLINO
(forte)
Il conte Robinsone.
GERONIMO
Il conte Robinson: sì, sì, ho capito.
La leggo volentieri.
(legge sottovoce)
Ah, ah... comincia bene...
Oh, oh... seguita meglio...
Ih ih! Ih ih...! Di gioia
Mi balza il cor nel petto!
PAOLINO
Ah ah, oh oh, ih ih, così ha già letto?
GERONIMO
Venite, Paolino, Venite ch'io vi abbracci. È vostro
merito
La buona riuscita. Io vi sono obbligato della vita.
PAOLINO
(Questo mi dà conforto.)
GERONIMO
Fra poco il conte genero
Sarà qui a sottoscrivere il contratto.
Elisetta è contessa: il tutto è fatto.
Con Carolina or poi se mi riesce
Di far un matrimonio eguale a questo,
Colla primaria nobiltà m'innesto.
PAOLINO
(Questo poi mi dà affanno.)
GERONIMO
Che avete voi? Siete di tristo umore?
PAOLINO
Io? Signor no.
GERONIMO
Che?
PAOLINO
Allegro anzi son io
Per queste nozze.
GERONIMO
Bene. Andate dunque
A stare in attenzione
Dell'arrivo del conte; ed ordinate
Tutto quel che vi par che vada bene
Per poterlo trattar come conviene.
(Paolino parte)
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