Scena settima. Elisetta da una
parte, indi il Conte dall'altra
Appartamenti.
ELISETTA
Qua nulla si conclude,
Qua ognuno sta in silenzio;
Ed io mastico intanto amaro assenzio.
CONTE
(Qui la trovo alfin. Voglio provarmi
Se la posso ridurre a ricusarmi.)
Servo, servo umilissimo.
ELISETTA
Venite come sposo o mancatore?
CONTE
Vengo qual mi volete. Conoscitor
del vostro
Merito singolar degno d'un soglio,
Sol dal vostro piacer dipender voglio.
ELISETTA
Voi parlate d'incanto.
CONTE
E piu v'incanterò Se mi ascoltate.
ELISETTA
Benissimo. Parlate.
CONTE
In primo luogo
Creder voi mi dovete il più sincero, Il più ingenuo di
tutti:
Che ho il core sulle labbra: e che son tale
Che di me pur io dico il bene e il male.
ELISETTA
Vediamone una prova. Per esempio:
Quel di far all'amor con mia sorella,
Essendo a me promesso,
Lo dite male o bene?
CONTE
Male, male, malissimo.
Ecco ch'io lo confesso. In certi incontri
Sono di un naturale
Facile a sdrucciolar. Ma meglio udite
S'è ver ch'io son sincero. In me sicuro
Che c'è del buon; ma prima
Che i lacci d'Imeneo fra noi sian stretti,
Io vi avverto di aver dei gran difetti.
ELISETTA
Quando li conoscete, è cosa facile
Che possiate emendarvi.
CONTE
Oh! Lo credo impossibile. Sempre ho sentito a dire
Che colla vita si mantiene e dura
Quel vizio che nell'uom passa in natura.
ELISETTA
Voi mi sgomentereste
Se vi credessi in tutto.
CONTE
Basta... credete pure
Quello sol che vi piace. Io con voi tratto
Da galantuomo. e in termini assai schietti
Io vi avverto di aver dei gran difetti.
ELISETTA
Poiché me lo avvertite.
Obbligata vi son. Ma non
temete.
Cercherò di adattarmi
CONTE
Oh! Questo poi
Sarà difficilissimo
Ve ne sono di fisici.
Ve ne son di morali. Insomma
io parlo
Ingenuamente: e tocca a voi, signora,
Di far poi riflessione a questi detti,
Ch'io vi avverto di aver dei gran difetti.
ELISETTA
(A mettermi comincia un poco in apprensione.)
Orsù, signore,
Giacché siete sincero, anche vi piaccia
Di dirmi quali sono
Per poter regolarmi.
(Alla fine non vorrei sagrificarmi.)
CONTE
Sentite: io ve lo dico
Perché voi lo volete, e vi ubbidisco;
Per altro in verità che ne arrossisco.
Son lunatico bilioso. Son
soggetto all'emicrania:
Ho sovente certa smania
Che in delirio mi fa andar.
Son sonnambulo perfetto
Che dormendo vo a girar.
Sogno poi se sono a letto
Di dar calci, e di pugnar.
ELISETTA
Tutto questo? Bagatelle!
(Qui ci va della mia pelle...
Ma saprommi riguardar.)
CONTE
Piano. piano. Non e tutto,
Per gli amori ho un gran trasporto.
Per le donne casco morto.
E di questo che vi par?
ELISETTA
Questo è un vizio troppo brutto...
Ma il potrete un dì lasciar.
CONTE
Ma aspettate, mia signora:
Tutto detto non ho ancora.
Son vizioso giocatore,
Crapulone, bevitore:
Mi ubriaco spesso spesso,
Che vo fuori di me stesso,
Casco in terra. oppur
traballo,
Son più strambo di un cavallo.
Vado tutti a maltrattar.
ELISETTA
Ora poi non credo niente,
Voi lo dite per scherzar.
CONTE
Quando poi non lo credete,
Dico questo, e ve lo giuro:
Che a me nulla voi piacete,
Che non v'amo, e non vi curo,
Non vi posso tollerar.
(parte)
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