Setting: Camera da letto nel castello.
Massimiliano Moor addormentato sur una seggiola.
Amalia si accosta pian piano e si ferma a contemplarlo.
AMALIA
Venerabile, o padre, è il tuo sembiante
come il volto d'un santo. Oh, sia tranquillo
il sonno tuo! T'involi
al dolor della vita, e ti consoli.
M'hai bandito il mio Carlo; ogni mia gioia
per tua cagion perdei,
ma con te corrucciarmi non potrei.
[come côlta da pensiero improvviso]
Lo sguardo avea degli angeli
che Dio creò d'un riso. . .
I baci suoi stillavano
gioir di paradiso.
Nelle sue braccia!. . .un vortice
d'ebbrezza n'avvolgea,
come due voci unisone
sul core il cor battea.
Anima uniasi ad adima
fuse ad un foco isttesso;
e terra e ciel pareano
stemprarsi in quell'amplesso.
Dolcezze ignote all'estasi
d'un immortal gustai;
sogno divin! ma sparvero,
né torneran più mai.
MASSIMILIANO [in sogno]
Mio Carlo. . .
AMALIA
Ei sogna.
MASSIMILIANO
Oh, quanto misero sei!
AMALIA
Ti sveglia, amato padre;
e le tue larve spariran.
MASSIMILIANO [sempre sognando]
Francesco!
Pur nel sogno mel togli?
AMALIA
Io son, mi guarda;
la tua figlia son io.
MASSIMILIANO [apre gli occhi.]
Tu qui? . . .pur or sognava
di Carlo nostro. O povera fanciulla!
L'april delle tue gioie disfiorai.
Non maledirmi. . .
AMALIA
Maledirti? oh mai!!
MASSIMILIANO
Carlo! io muoio. . .ed, ahi! lontano
tu mi sei nell'ultim'ore;
una fredda, ingrata mano
nell'avel mi comporrà.
Caro è il pianto all'uom che muore,
ma per me chi piangerà?
AMALIA
Oh, lasciarti io pur vorrei
dolorosa umana vita,
or che tutto io qui perdei,
né la terra un fior mi dà!
[con entusiasmo]
E per sempre a Carlo unita
spazïar l'eternità!
[Entrano Francesco ed Arminio travestito.]
FRANCESCO
Un messaggero di trista novella!
Vi piace udirlo?
MASSIMILIANO [ad Arminio]
Che porti? favella!
ARMINIO
Di Carlo vostro conteszza vi reco. . .
AMALIA
Dov'è?
MASSIMILIANO
Viv'egli?. . .
ARMINIO
Compagno fu meco
fra le colonne di re Federico
che lo raccolse fuggiasco, mendico.
AMALIA
Misero!
ARMINIO
A Praga pugnò quell'ardito,
fin che nel corpo fu tutto ferito. . .
FRANCESCO [avventandosi ad Arminio]
Taci, spietato!
[Massimiliano fa cenno ad Arminio di continuare.]
ARMINIO
Parlavami a stento. . .
«Porta a mio padre quel ferro cruento,
e digli: il figlio da voi rubttato
fra l'armi e le stragi morì disperato.»
MASSIMILIANO [con uno scoppio di dolore]
Son io quel padre dal ciel
maledetto!
ARMINIO
Ed era Amalia l'estremo suo detto.
AMALIA [con disperazione]
La trista io sono che al pianto sorvisse!
FRANCESCO [mostra ad Amalia la spada.]
Leggi! il tuo Carlo col sangue vi scrisse:
«Dal giuro, Amalia, ci scioglie la morte.
Si tu, Francesco, d'Amalia consorte.»
AMALIA
Ah Carlo, Carlo, mai non m'amasti!
MASSIMILIANO [a se stesso]
Tigre feroce, qual sangue versasti!
Sul capo mio colpevole
l'ira de ciel discenda!
[Si getta sopra Francesco.]
Ma tu che svelta, o perfido
m'hai la bestemmia orrenda,
rendimi tu, tu rendimi
l'ucciso mio figliuol!
AMALIA
Padre! lo assunse ai martiri
il Dío dei travagliati,
perché quaggiù non fossimo
come nel ciel beati;
ma lo vedrem, consolati!
là tra le stelle e 'l sol.
FRANCESCO [fra sé]
Grazie, o dimòn! lo assalgono
dolor, rimorso ed ira.
La disperanza or mescivi,
potente, ultima dira;
fenda quel cor! ne dissipi
la poca aura vital.
ARMINIO [fra sé]
Non so, non so più reggere
al suo dolor paterno!
Questa menzogna orribile
mi fia rimorso eterno;
fitto l'ho già nell'anima
come infocato stral.
[Massimiliano sviene.]
AMALIA
Ei muore!. . .è morto. . .oh Dio!. . .
[Manda un grido e fugge.]
FRANCESCO [giubilante]
Morto?. . .Signor son io!
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