ATTO SECONDO
Scena prima. Amalia, Coro, Arminio,
poi Francesco
Setting: Recinto attiguo alla chiesa del castello.
Vi sorgono in disparte alcuni sepolcri gotici. In uno recente è scolpito il
nome di Massimiliano Moor.
AMALIA [genuflessa innanzi al sepolcro di Massimiliano. Dopo breve silenzio
alzandosi:]
Dall'infame bachetto io m'involai,
padre, e qui mi rifuggo, all'obliato
sepolcro tuo che sola
la furtiva mia lagrima consola.
CORO [interno]
Godiam, ché fugaci
son l'ore del riso:
Dai calici ai baci
ne guida il piacer.
La fossa, una croce
ne manda un avviso:
La vita è veloce,
t'affretta a goder.
AMALIA
Empio!
CORO
Lasciamo i lamenti
di stupido rito;
plorar sugli spenti
è folle dolor.
AMALIA
Empio!
CORO
Non turbino i negri
colori il convito,
qui brilli e n'allegri
la tazza e l'amor.
AMALIA
Tripudia, esulta, iniquo,
sull'ossa di tuo padre!
CORO
La sorte futura
de'fiacchi è terrore,
ma sillaba oscura
de'forti al pensier.
Godiam, ché fugaci
del riso son l'ore;
dai calici ai baci
ne guidi il piacer.
AMALIA
Oh! mia la pace
che nella vita gli rapisti, in morte
funestar non gli puoi! No! non penetra
l'esecrata tua voce in quella pietra.
[volgendosi alla tomba]
Tu del mio Carlo al seno
volasti, alma beata,
e il tuo soffrir terreno
or si fa gioia in ciel.
Sol io qui vivo in pianto
deserta e sconsolata;
oh! quanto invidio! oh, quanto,
il tuo felice avel!
ARMINIO [entra agitato.]
Ah, signora!
AMALIA
Che vuoi!
ARMINIO
D'un gran misfatto
chieggo perdone. . .
AMALIA
Mi lascia!
ARMINIO
Uditemi. . .
AMALIA
Importuno!
ARMINIO
Il vostro Carlo. . .vive!
AMALIA
Che parli?
ARMINIO
Il vero: e vostro zio. . .
vive ancor esso. . .
[Fugge.]
AMALIA
Arrèstati!. . .gran Dìo!
[dopo un momento di stupore]
Carlo vive? O caro accento,
melodia di paradiso!
Dio raccolse il mio lamento,
fu pietoso al mio dolor.
Carlo vive?. . .Or terra e cielo
si riveston d'un sorriso;
gli astri, il sol non han più velo;
l'universo è tutto amor.
[Entra Francesco]
FRANCESCO
Perché fuggisti al canto
del festivo convito?
AMALIA
Un'altra voce
mi sonava nel cor; la pia preghiera
che trasse a quella tomba il padre tuo.
FRANCESCO
Vuoi piangerlo in eterno?. . .Ah, smetti alfine
questo cordoglio che m'irrita, e questa
che mi cela i tuoi vezzi oscura vesta.
Io t'amo, Amalia! io t'amo
d'immenso ardente armore!
Meco a regnar ti chiamo
t'offro la mano e il core;
il tuo sovrano ed arbitro
schiavo ti cade al pie'.
AMALIA
Tu che pur dianzi a morte
traevi il mio diletto,
m'inviti or tua consorte
a nuzïal banchetto?
Empio! all'infame talamo
non salirai con me!
FRANCESCO
Tracotante! or ben sapranno
rabbassar la tua cervice
quattro mura. . .
AMALIA
O vil tiranno,
da te lungi io son felice.
FRANCESCO
Tu lo speri? oh no, proterva!
Qui starai! mia druda e serva.
AMALIA
Ah!. . .
FRANCESCO
Sì, mia druda! Al sol tuo nome
vo'che arrossi ogni persona:
voglio tratri per che chiome. . .
[Cerca trascinarla con sé.]
AMALIA
Io t'offesi. . .A me perdona!
[Simula d'abbracciarlo e gli strappa la spada.]
Ti scosta, o malnato,
se pur non t'è caro
sentirti l'acciaro
confitto nel cor!
Mi regge, mi guida
la spada omicida
lo spirto indignato
del tuo genitor.
FRANCESCO
O vil femminetta,
chi sfidi non sai;
col sangue dovrai
l'oltraggio scontar.
Catene, flagelli,
tormenti novelli
per te la vendetta
mi debbe insegnar.
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