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Salvatore Cammarano
Il trovatore

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  • PARTE QUARTA - IL SUPPLIZIO
    • Scena terza. Azucena, Manrico
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Scena terza. Azucena, Manrico

 

Orrido carcere. In un canto finestra con inferriata. Porta nel fondo. Smorto fanale pendente dalla volta. Azucena giacente sopra una specie di rozza coltre, Manrico seduto a lei dappresso

Manrico
Madre?... non dormi?

Azucena
L'invocai più volte,
Ma fugge il sonno a queste luci... Prego...

Manrico
L'aura fredda è molesta
Alle tue membra forse?

Azucena
No; da questa
Tomba di vivi sol fuggir vorrei,
Perché sento il respiro soffocarmi!...

Manrico (torcendosi le mani)
Fuggir!

Azucena (sorgendo)
Non attristarti:
Far di me strazio non potranno i crudi!

Manrico
Ah! come?

Azucena
Vedi?... Ie sue fosche impronte
M'ha già stampato in fronte
Il dito della morte!

Manrico
Ahi!

Azucena
Troveranno
Un cadavere muto, gelido!... anzi
Uno scheletro!

Manrico
Cessa!

Azucena
Non odi?... gente appressa...
I carnefici son... vogliono al rogo
Trarmi!... Difendi la tua madre!

Manrico
Alcuno,
Ti rassicura, qui non volge...

Azucena
(senza hadare a Manrico, con ispavento)
Il rogo!
Parola orrenda!

Manrico
Oh madre!... oh madre!

Azucena
Un giorno, turba feroce l'ava tua condusse
Al rogo... Mira la terribil vampa!
Ella n'è tocca già! già l'arso crine
Al ciel manda faville!...
Osserva le pupille
Fuor dell'orbita lor!... ahi... chi mi toglie
A spettacolatroce?
(cadendo tutta convulsa fra le braccia di Manrico)

Manrico
Se m'ami ancor, se voce
Di figlio ha possa d'una madre in seno,
Ai terrori dell'alma
Oblìo cerca nel sonno, e posa e calma.
(La conduce presso alla coltre)

Azucena
Sì, la stanchezza m'opprime, o figlio...
Alla quïete io chiudo il ciglio...
Ma se del rogo arder si veda
L'orrida fiamma, destami allor.

Manrico
Riposa, o madre: Iddio conceda
Men tristi immagini al tuo sopor.

Azucena
(tra il sonno e la veglia)
Ai nostri monti... ritorneremo...
L'antica pace... ivi godremo..
Tu canterai... sul tuo lïuto...
In sonno placido... io dormirò!

Manrico
Riposa, o madre: io prono e muto
La mente al cielo rivolgerò.
(Azucena si addormenta. Manrico resta genuflesso accanto a lei)




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