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Angelo Anelli L'Italiana in Algeri IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena quarta. Coro di corsari, Haly, Isabella, Taddeo
Spiaggia di mare. In qualche distanza un vascello rotto ad uno scoglio e disalberato dalla burrasca che viene di mano in mano crescendo. Varie persone sul bastimento in atto di disperazione. Arriva il legno dei Corsari: altri Corsari vengono per terra con Haly e cantano a vicenda i cori. Indi Isabella, e poi Taddeo
Coro I
Coro I E'costei che vedi qua. (Tra lo stuolo degli schiavi e persone che sbarcano,
Haly e coro (osservandola)
Questo è il premio di mia fe'? Non v'è orror, terror, né affanno Pari a quel ch'io provo in me. Per te solo, o mio Lindoro, Da chi spero, o Dio, consiglio?
Qua ci vuol disinvoltura, Or chi sono si vedrà. Qual sia l'effetto D'un sospiretto... Come si fa. Son tutti simili a presso a poco... Tutti la chiedono, Tutti la bramano,
Già ci siam. Tanto fa. Convien portarla Con gran disinvoltura. Io degli uomini alfin non ho paura. (Alcuni Corsari scoprono ed arrestano Taddeo.)
Misericordia...Aiuto...Compassione... Io son...
Taci, poltrone. Uno schiavo di più.
(Ah, son perduto!)
Non mi riconosci più?
Ah!...si...ma...
Dimmi, chi è costei?
(Che ho da dir?)
Son sua nipote.
Sì, nipote...Per questo Io devo star con lei.
Di qual paese?
Di Livorno ambedue.
Dunque Italiani?
Ci s'intende.
E me ne vanto.
E perché mai tanta allegria?
Ah! Non so dal piacer dove io mi sia. Prescelta da Mustafà sarete,s'io non sbaglio La stella e lo splendor del suo serraglio.
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