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Angelo Anelli L'Italiana in Algeri IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena quarta. Mustafà, indi Taddeo, poi Haly con due Mori, i quali portano un turbante, un abito Turco, una sciabola, e coro di Eunuchi
Ah! Se da solo a sola M'accoglie l'Italiana...Il mio puntiglio Con questa Signorina E'tale ch'io ne sembro innamorato.
Che cosa è stato?
Abbiate compassion d'un innocente. Io non v'ho fatto niente...
Mi corre dietro quell'amico del palo.
Ah!...Ah!...capisco. E'questa la cagion del tuo spavento?
Forse il palo in Algeri è un complimento? Eccolo...Ohimè...
Non dubitare. Ei viene D'ordine mio per onorarti. Io voglio Mostrar quanto m'è cara tua nipote. Perciò t'ho nominato
(Haly mette l'abito Turco a Taddeo, poi il turbante; indi Mustafà gli cinge la sciabola. Intanto i Turchi, con gran riverenza ed inchini, cantano il coro.)
Kaimakan! Io non capisco niente.
Vuol dir Luogotenente.
E per i meriti Della nostra nipote a quest'impiego La vostra Signoria m'ha destinato?
Kaimakan esser non voglio, Dell'onore che mi fa. (Egli sbuffa!...Ohimè!...Che occhiate!) Compatitemi...ascoltatemi... (Spiritar costui mi fa. Qua bisogna fare un conto: Di portargli candeliere. Ah! Taddeo, che bivio è questo! Ma quel palo?... Che ho da far?) Non vi voglio disgustar.
Quanti inchini!...quanti onori!... Non vi state a incomodar. Per far tutto quel che posso, Signor mio, col basto indosso, Che tu andassi in fondo al mar.)
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