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Angelo Anelli L'Italiana in Algeri IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena quinta. Elvira e Zulma, poi Lindoro, Mustafà e Taddeo
Appartamento magnifico a pian terreno con una loggia deliziosa in prospetto, che corrisponde al mare. A destra l'ingresso e varie stanze. Isabella innanzi ad uno specchio grande portatile, che finisce d'abbigliarsi alla Turca.
Dunque a momenti Il Signor Mustafà mi favorisce A prendere il caffè? Quanto è grazioso
Che vuol, Signora?
Per quanti?
Almen per tre.
Se ho ben inteso Con voi da solo a sola
Da solo a sola?... E sua moglie mi fa tali ambasciate?
Signora...
Arrossisco per voi.
Ma che cosa ho da fare?
Io v'insegnerò. Va in bocca al lupo Chi pecora si fa. Sono le mogli Fra noi quelle che formano i mariti. Orsù: fate a mio modo. In questa stanza
E poi?
Vedrete come a Mustafà farò drizzar la testa
(Che spirito ha costei!)
(Qual donna è questa!)
Ei sarà qui): finiamo d'abbigliarci. Ch'egli vegga...Ah! Sen viene: Or tutta l'arte a me adoprar conviene.
(Si mette ancora allo specchio abbigliandosi servita dalle schiave. Mustafà, Taddeo, Lindoro restano indietro, ma in situazione di veder tutto.)
Per lui che adoro, Ch'è il mio tesoro, (Guarda, guarda, aspetta, aspetta... Tu non sai chi sono ancor.)
Come lei non vidi ancor.)
Come lei non vidi ancor.)
No, così...Voi m'inquietate... Per lui che adoro, ecc.
(Oh, che donna è mai costei!... (Isabella parte, le schiave si ritirano.)
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