Madama Cortese
Naturale è l’impazienza,
il ritardo non comprendo;
vado, torno, salgo e scendo,
e tranquillo il cor non è.
(Pendente il solo, il Conte di Libenskof parla
con vivacità a Melibea, mostrando gelosia.)
Conte di Libenskof
Mi tradite...
Melibea
Qual favella?
Conte di Libenskof
(con rabbia concentrata)
Don Alvar...
Melibea
Che dir volete?
Conte di Libenskof
Donna infida, invan fingete;
il rival cadrà al mio piè.
Melibea
Cieco ardor v’abbaglia il ciglio...
Conte di Libenskof
(accostandosi a don Alvaro, e con fierezza)
Don Alvar...
Don Alvaro
(fiero)
Che pretendete?
Conte di Libenskof
Mi seguite...
Melibea
(trattenendoli)
Ah! non partite...
Troppo ingiusto è un tal furore.
Madama Cortese
Qual dispetto! qual furore!
Melibea
D’ira avvampa il fero ciglio...
Un sì barbaro periglio
mi fa l’alma palpitar.
Conte di Libenskof e Don Alvaro
Non pavento alcun periglio...
D’ira avvampa in seno il core;
e il tremendo mio furore
no, non posso più frenar.
Barone di Trombonok e Don Profondo
(Bella cosa è in ver l’amore!
Ci fa perdere il cervello,
l’uom più savio un bambinello
suole a un tratto diventar.)
(S’ode un preludio d’arpa nella camera di
Corinna, tutti restano immobili ad ascoltare. Dopo il preludio, la sudetta
canta le seguenti strofe.)
Corinna
Arpa gentil, che fida
compagna ognor mi sei,
unisci ai canti miei
il suon di gioia e amor.
Nell’infiammata mente
si affollano le idee;
delle castalie dee
il foco io sento in cor.
Arpa, deh! unisci al canto
il suon di gioia e amor.
Gli altri
Qual delizioso incanto
si spande nel mio cor!
Un più soave canto
no, non s’udì finor.
Corinna (di dentro)
Svaniro i nembi; intorno
regna la dolce calma;
di lieti giorni l’alma
prevede il bel fuglor.
Che un dì rinasca, io spero,
dell’aurea età l’albore;
che degli umani in core
regni fraterno amor.
Gli altri
Sempre agli umani in core
regni fraterno amor.
Corinna
Contro i fedeli ancora
lotta falcata luna,
ma al sacro ardir fortuna
propizia ognor sarà.
Come sul Tebbro e a Solima,
foriera di vittoria,
simbol di pace e gloria
la Croce splenderà.
Gli altri
Simbol di pace e gloria
la Croce splenderà.
Tutti eccetto Corinna
A tali accenti, in seno
riede la dolce calma;
d’idee ridenti, l’alma
pascendo or sol si va.
Gli opachi nembi intorno
pietoso il ciel disgombra,
del sacro ulivo all’ombra,
felice ognun sarà.
(Tutti partono, eccetto Madama Cortese.)
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