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Felice Romani
Il Turco in Italia

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  • ATTO SECONDO
    • Scena sesta. Selim, Fiorilla, Zaida
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Scena sesta. Selim, Fiorilla, Zaida

 

SELIM
Trovarvi sola
Finalmente io credea, bella Fiorilla,
Ma non potete star sola un momento.

FIORILLA
Sarete più contento
Quando tutti osservati
Avrete i convitati.

SELIM
(accorgendosi di Zaida)
Zaida!

ZAIDA
Infedel!

SELIM
Ma ... come! in questo albergo!
Che vuol dir ciò?

FIORILLA
Questa locanda ornai
Di sua bella presenza, per veder
Se a me, date, o a lei la preferenza.
Decidete.

ZAIDA
Parlate.

SELIM
In gran cimento mi mettete.

ZAIDA
Perfido! Intendo:
De' miei torti io stessa
Qui venni spettatrice.

SELIM
Ah! no ...
FIORILLA
Partite dunque con lei.

SELIM
Neppure.

ZAIDA
Ebben: venite.

SELIM
Ma lasciate ch'io possa
Un momento pensar ...

ZAIDA
Pensar? No.
Parta meco Selim, o a me rinunzi.

FIORILLA
E a me, se qui non resta.

(Fiorilla si allontana disdegnosa; Selim rimane incerto e pensoso.)

SELIM
(Impiccio egual non v'è.)

ZAIDA
Crudel! Non più: comprendo
Qual per me serbi amor:
Io ti abbandono alla rivale in braccio:
Un giorno forse
Ti pentirai, ma tardi
D'aver l'affetto mio così schernito;
Allor che da costei sarai tradito.
(Parte.)




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