Sigismondo con tutto il disordine della più tetra
fissazione e senza conoscimento. Egli parla come a taluno
da cui fosse inseguito e minacciato a un tempo
medesimo. Li sopradetti lo tengono di vista
rispettosamente, spiegando fra loro la più viva amarezza.
Sigismondo
(smaniando per la scena)
Non seguirmi... omai t’invola...
Che pretendi or qui, tiranna!
(si ferma)
No! non io, la tua condanna
la segnò dovere e onor.
(colla più affannosa attenzione)
Che?.. innocente?.. e chi?.. tu sei?..
(coll’impeto del desiderio che termina col furore)
Ah lo fossi!.. il traditore
di mia mano io svenerei!..
(torna a smaniare per la scena)
Una prova... a me una prova
e lo sveno... e...
(cava impetuosamente la spada)
Anagilda, Ladislao e Radoski
(rispettosamente lo trattengono)
Deh! signore!..
Sigismondo
(facendo forza per iosvin colarsi)
Chi tant’osa!..
Anagilda, Ladislao e Radoski
I fidi tuoi...
Sigismondo
(si ferma; gira l’occhio stupidamente ed ascolta)
Lei!.. sparì... più non la sento...
Ah!
(cade fralle braccia di Ladislao e Radoski)
Ladislao
Si calmi il tuo tormento:
T’offro io primo il sangue istesso.
Anagilda, Ladislao e Radoski
Quel mirarti il cor sì oppresso
è dolor ch’egual non ha.
Sigismondo
(tornando in sé)
Dove sono?.. voi!.. miei fidi!..
Perché vivo in tante pene?
(Ah perduto ho il caro bene
e più spme il cor non ha.)
Anagilda, Ladislao e Radoski
Ti richiama a tua grand’alma,
e la calma tornerà.
Sigismondo
Lacerata è ognor quest’alma,
né la calma tornerà.
Ladislao
Signor, mentre t’adora
ogni vassallo, a che l’alma t’opprime
lo spavento, il terror?
Sigismondo
Dirlo dovrei?..
Ladislao
Un tuo fedel...
Sigismondo
Sì, Ladislao, lo sei.
Ladislao
Dunque...
Sigismondo
Partite.
(ad Anagilda e Radoski)
Ad altro
men affannoso istante
vi rivedrò.
(si concentra in se stesso)
Anagilda
Pace ti chiama al seno
chi felice, o signor, ti brama appieno.
(parte con Radoski)
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