Ulderico
Venga pur Ladislao.
(ad una guardia che passa dalla parte di Sigismondo)
Vive mia figlia?
Io rivedrò Aldimira? A Sigismondo,
poiché me la serbò, tutto perdono,
suocero, amico e difensor gli sono.
(Comparisce Ladislao che scende.)
Ladislao
(O lei si perda, o incerti ed affannosi
saran sempre miei giorni.)
Signor...
Ulderico
Ah Ladislao, dov’è mia figlia?
(Ladislao conserva l’aria della più affettata renitenza a parlare.)
Tu taci?.. mi spaventi...
Donde il silenzio?
Ladislao
(con emozione)
E’ affetto,
è riverenza alla memoria acerba
e cara un tempo di tua regia figlia.
E’... ch’io mentir non so...
Ulderico
Che dici mai?
Ti spiega; il chiedo, il voglio.
Ladislao
Può costarmi la vita un solo accento
di verità.
Ulderico
Il segreto
più geloso ti giuro.
Ladislao
Ebben, m’ascolta:
(colla più grande circospezione)
Per gelosa mania (fremo nel dirlo),
tre lustri son, perir fe’ Sigismondo
la tua Aldimira.
Ulderico
Oh dio!
Ladislao
Poiché perduto
ora si scorge, a sua salvezza in opra
ei pon l’inganno.
Ulderico
E come?
Ladislao
Zenovito
vassallo suo ha una figlia
ch’Egelinda s’appella. Ad Aldimira
rassomiglia così, che un’altra lei
la crede ognun. Tu stesso, se la vedi,
tua figlia in Egelinda e senti e credi.
Ecco la trama ordita. A te Egelinda
ora da Sigismondo, qual tua figlia,
guidata fia, perché, ingannato appieno
tu placato lo stringa e amico al seno.
Ulderico
Tant’offesa!.. Tal scherno... Ecco l’indegno!
(Odesi una marcia in poca distanza, e subito dopo scendono Sigismondo e
Aldimira con seguito.)
Ladislao
Temi un guardo rubello,
che a sedurti ne vien...
Ulderico
Che oggetto è quello!
(Al primo incontrarsi di Aldimira con Ulderico,
questi resta come attonito a considerarla, e non si muove ad onta ch’ella
s’affretti a lui stendendogli le braccia.)
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