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Gaetano Rossi Semiramide IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena undicesima. Semiramide e Arsace
Al tuo comando, Quanto sì dolce istante io sospirai!
A che t’arresti?
Odo che generosa alfin cedesti Ai voti dell’Assiria; che in tal giorno Da te nomato un successore...
Ebbene?
Assur, quel fiero Assur già re si tiene, La man d’Azema gli assicura il soglio. Per te morrei, ma lui servir non voglio.
Azema ei non avrà.
(con gioia) No?
Già palesi Mi son le di lui mire.
Ah! dunque lo conosci?
(timido) Oh se così d’Arsace
Io ne conosco già la fé, il candore.
Ma non son che un guerriero...
E un guerrier qual tu sei di quest’impero, È il più nobil sostegno... e tu... già sei... (Freno, per poco ancora, affetti miei). E tutto sperar puoi, E tutto avrai da me.
(con tenerezza) No, tu per me vivrai...
Tu dunque...
Ah! sappi omai...
Alle più care immagini - Di pace e di contento Già s’abbandona l’anima - In così bel momento; E tra i più dolci palpiti - Ritorna a respirar. (partono)
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