Scena
quarta. Magi in adorazione. Oroe precede Arsace, accompagnato da’ Magi che
avanzano religiosamente
Coro
In questo augusto - Soggiorno arcano
Inaccessibile - All’uom profano,
Sacro all’oracolo - D’un’invisibile
D’una terribile - Divinità,
Oroe, poi Coro
Inoltra intrepido - Arsace il pié.
L’alma t’accendano - Ardire e fé.
È la grand’ora - Giunta per te.
Sommesso adora - La volontà
D’un’invisibile - D’una terribile
Ma a te propizia - Divinità.
Arsace
Ebben, compiasi omai, qualunque sia
La volontà del Ciel, la sorte mia;
Intrepido de’ Numi i cenni attendo.
Oroe
L’alma prepara a orrendo
Colpo inatteso.
Arsace
E che?
Oroe
(con fremito)
Magi, recate
Quel serto, quell’acciaro,
e quel foglio.
(Tre Magi recano uno il serto, l’altro la spada, l’altro il foglio.)
Ti prostra. Il serto augusto
Io ti cingo di Nino.
Arsace
Come! Che fai? Ninia vive: vicino
A comparire, ed io,
Che servirlo giurai,
Lo tradirei così?
Oroe
Si squarci omai
Il tenebroso vel. Ninia tu sei.
(I Magi si prostrano.)
Arsace
(colpito)
Io? Che dicesti? Oh Dei!
Oroe
Fradate ti salvò. L’estinto Arsace
Te ognun credè.
Arsace
Nino dunque?
Oroe
È tuo padre.
Arsace
Semiramide?
Oroe
Fremi. Ella à tua madre.
L’empia!
Arsace
È mia madre, e tu!... perdona e come
Empia chiamarla ardisci?
Oroe
Leggi ed inorridisci:
(gli porge il foglio con gravità)
Gli empi conosci omai...
È il tuo dover.
Arsace
Ah tu gelar mi fai!
(legge)
«Nino spirante al suo fedel Fradate:
Io muoio... avvelenato.
Salva da egual periglio
Ninia, il mio dolce figlio...
Ch’ei mi vendichi un giorno.
Assur fu il traditore...
La mia perfida sposa...» Oh! qual
orrore!
(s’abbandona fra le braccia d’Oroe)
In si barbara sciagura
Mi apri tu le braccia almeno;
Lascia ch’io ti versi in seno
Il mio pianto, il mio dolor.
A quest’anima smarrita
Porgi tu conforto, aita.
Di mie pene al crudo eccesso
Langue oppresso in petto il cor.
Oroe e Coro
Su, ti scuoti, rammenta chi sei.
Servi al Cielo; al tuo padre obbedisci,
Il suo acciaro tremendo brandisci;
Egli chiede a su figlio vendetta.
Egli t’arma. Alla tomba t’aspetta.
Va t’affretta a ferire, a punir.
Arsace
Sì, vendetta. Porgi omai:
(prende la spada)
Sacro acciar del genitore,
Tu ridesti il mio valore;
Già di me maggior mi sento;
Sì, del ciel nel fier cimento
Il voler si compirà.
Oroe e Coro
Pera Assur.
Arsace
Sì, l’empio cada.
Oroe e Coro
Semiramide...
Arsace
Ah! è mia madre.
Al mio pianto forse il padre
Perdonarle ancor vorrà.
a 2
Oroe e Coro
Al gran cimento
T’affretta ardito,
E dalla tomba
Al soglio avito
Placato il padre
Ti guiderà.
Teco l’Assiria
Respirerà.
Arsace
Si vendicato
Il genitore,
A lui svenato
Il traditore,
Pace quest’anima
Sperar potrà.
Ai dolci palpiti
Di gioia e amore
Felice il core
Ritornerà.
Appartamenti di Semiramide
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