Giocondo
Perché sì mesta?
Clarice
Il mio gemello, il caro
Lucindo, ad or ad or mi torna in mente.
(Giocondo la sta intanto osservando con meraviglia e passione)
(Questo gemel sovente
Mi giova nominar: forse partito
Io ne trarrò, se ogni altro mezzo è vano.)
Giocondo
Strana, scusate, in voi questa mi sembra
Tenerezza fraterna: da fanciulli
Vi divideste, e fu per sempre: estinto
Da sett'anni il credete... eh Marchesina...
Altra...
Clarice
(con qualche rlsentimento)
Che dir vorreste?
Giocondo
Altra, io suppongo,
Più vicina sorgente ha il vostr'affanno:
Il Conte a voi sì caro...
Mio rivale ed amico... il sempre incerto
Conte... Ah! Clarice... ah! se
potessi anch'io
Le vostre cure meritar!..
(Clarice si mette in serietà)
Ma troppo
E voi rispetto e l'amistà.
Macrobio
Se avessi
Cinquanta teste e cento mani appena
Al comparir di Macrobio, Clarice prende un'aspetto
ilare.
Potrei de' concorrenti al mio giornale
Appagar le richieste.
Giocondo
In quanto a me sareste
Sempre ozioso.
Clarice
(con brio)
Come?
Al Cavalier la critica non piace?
Giocondo
Anzi la bramo, e i giornalisti apprezzo,
Sensati, imparziali,
E non usi a lordar venali fogli
D'insulsi motti e di maniere basse:
Ma non entra Macrobio in questa classe.
Conte
(in aria gioiosa)
Che si fa? che si dice?
Macrobio
Si discorre
Di critica.
Conte
Io vorrei che i giornalisti
Quando sull'opre altrui sentenza danno
Dicessero il perché.
Giocondo
Pochi lo sanno:
Per esempio Macrobio...
Clarice
(al Cavalier Giocondo ed al Conte)
Eppur, signori,
Sotto diverso aspetto
Quello che fa Macrobio sul giornale
Fate voi tutti e due.
Macrobio
(a Clarice manifestando piacere della opinione di
lei)
Brava! ci ho gusto!
Clarice
L'usanza di operar senza un perché
Non ha Macrobio sol, ma tutti e tre.
Conte
Come?
Giocondo
Che dite mai?
Clarice
Lo dico, e sono
Prontissima a provarlo:
Zitto... fate silenzio infin ch'io parlo.
Clarice
(al Conte)
Voi volete, e non volete:
(al Cavalier Giocondo)
Voi tacete o sospirate:
(a Macrobio)
Voi lodate o biasimate:
E ciascun senza un perché.
Conte
Con le donne, o signorina,
Star bisogna molto all'erta
Se quest'alma è sempre incerta,
Ho pur troppo il mio perché.
Giocondo
Con la sorte, o signorina,
Giorno e notte invan m'adiro:
E se taccio e se sospiro
Ho pur troppo il mio perché.
Macrobio
Con la fame, o signorina,
Io non posso andar d'accordo:
Quando lecco e quando mordo,
Ho pur troppo il mio perché.
Clarice
Se ho da dirl'a senso mio,
Siete pazzi tutti e tre.
Giocondo, Macrobio e Conte
Fra i perché senz'altro il mio
È il miglior d'ogni perché.
Clarice, Giocondo, Macrobio e Conte
Ogni cosa, o male o bene,
A sua voglia il mondo aggira:
Chi lo prende come viene,
L'indovina per mia fé.
Comparisce Fabrizio, che consegna il viglietto al Conte; questi l'apre, e leggendolo finge di turbarsi.
Conte
(Per compire il gran disegno
Mesto in fronte io leggo il foglio:
Poi con arte il mio cordoglio
Fingerò di mascherar.)
Clarice, Giocondo e Macrobio
(ciascun da sé osservando il Conte)
(Si scolora, è questo un segno
Che funesto è a lui quel foglio:
Ci sogguarda, e il suo cordoglio
Tenta invan di mascherar.)
Giocondo
(al Conte)
Perché mai così tremante?
Conte
(fingendo una forzata disinvoltura per darla meglio ad intendere)
Io già m'altero per niente.
Clarice
(al medesimo)
Che vuol dir quel tuo sembiante?
Macrobio
(al medesimo)
Qualche articolo insolente?
Conte
(con forza, e poi ricomponendosi)
Stelle inique!
Clarice
Ah! Conte amato...
(come sopra)
Qual disastro!
Giocondo
Ah! caro amico...
Conte
(come sopra)
Giusti dei!
Macrobio
Che cosa è stato?
Conte
Non badate a quel che dico
Io di voi mi prendo giuoco.
Clarice, Giocondo e Macrobio
Non intendo questo giuoco.
Conte
Il più bello non si dà.
Clarice, Giocondo e Macrobio
Il più strambo non si dà.
Clarice
(Io ravviso in quell'aspetto
Del destin la crudeltà.)
Giocondo
(Di paura e di sospetto
Il mio cor tremando va.)
Macrobio
(Lacerar mi sento il petto
Dalla mia curiosità.)
Conte
(La comparsa del viglietto
Al disegno gioverà.)
(Dal timor del mio periglio
Imbrogliata han gia la testa:
Or più dubbio non mi resta
Di poterli trappolar.)
Clarice, Giocondo e Macrobio
Ha il terror fra ciglio e ciglio:
Incomincia e poi s'arresta:
Calma finge e la tempesta
Lo costringe a palpitar.
(Partono.)