Coro
(a Pacuvio)
A caccia, o mio signore,
Poeta eccellentissimo:
Se siete cacciatore,
Tirate, e si vedrà.
Pacuvio appoggia sgarbatamente il fucile ora alla spalla sinistra, ora
alla destra.
Ma bravo!.. anzi bravissimo!
(ironicamente)
Gran preda si farà.
Gli uccelli andranno al diavolo
In piena sanità.
Il coro parte.
Pacuvio
(verso i cacciatori)
Sì, sì, ci parleremo:
Con un figlio di Pindo e d'Elicona,
Quando tira davver, non si canzona.
Si ascolta qualche strepito di vento, foriero del temporale.
Ahi!.. chi si muove..? io
non vorrei... ma questo
Par che un bosco non sia da bestie indomite.
Mentre il vento va crescendo appoco appoco, ed oscurandosi lentamente il
bosco, risuonano da lontano alcuni colpi di fucile, e successivamente
compariscono diversi uccellacci coll'ale aperte. Pacuvio mira or all'uno, or all'altro
senza mai sparare: si accorge poi che non ha montato il fucile; nell'atto che
lo monta, gli uccelli spariscono, a riserva d'uno, contro
cui egli si dirige senza mai effettuare il colpo. Finalmente, correndogli
dietro e tirandogli il cappello, si perde di vista.
Scoppia il temporale, si oscura
totalmente il bosco, agitato dal vento e illuminato dai frequenti lampi.
Comparisce di bel nuovo Pacuvio spaventato, stringendosi al petto e coprendo
per quanto può alcuni fogli.
Fugge Pacuvio incerto e sbalordito, e al temporale succede intanto
gradatamente la calma.
Pacuvio
Ahi!.. scappa... il vento in aria
Mi ha portato il fucile... aiuto!.. ah! dove
Salvar me stesso e i scritti miei... soccorso!..
Deh! Fulmine canoro,
Rispetta, se non altro, il sacro alloro.
(fuggendo)
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