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Luigi Romanelli
La pietra del paragone

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  • ATTO SECONDO
    • Scena quindicesima. Detti in disparte; la Marchesa Clarice in abito militare, un tenente, un sergente, due caporali e soldati; Fabrizio di ritorno, abitanti del villaggio e servi del Conte, che restano indietro. Marcia militare
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Scena quindicesima. Detti in disparte; la Marchesa Clarice in abito militare, un tenente, un sergente, due caporali e soldati; Fabrizio di ritorno, abitanti del villaggio e servi del Conte, che restano indietro. Marcia militare

 

Clarice
(dopo che la truppa si sarà posta in ordine)
Se l'itale contrade,
Che in fanciullesca etade
Abbandonai, preme il mio piè; se vidi
Il ciel natio; se dell'amata suora
Sulle stanche pupille io tersi il pianto,
Valorosi compagni, è vostro il vanto.

(ai soldati)
Se per voi le care io torno
Patrie sponde a vagheggiar,
Grato a voi di sì bel giorno
Il mio cor saprò serbar.

Coro di soldati
L'esempio, il tuo periglio
A noi servì di sprone;
Né bomba, né cannone
Potevaci arrestar.

Clarice
Viva il desio di gloria,
Che all'alme amar non vieta;
Ciascun con me ripeta:
«Marte trionfi, e Amor.»

(Sotto l'intrepida - Viril sembianza
Sento a risorgere - La mia speranza:
Fra i dolci palpiti - S'infiamma il cor.)

Coro
Qual volto amabile! - Vivace e nobile!
Che ardir magnanimo - Gl'infiamma il cor!

Clarice entra col seguito in casa del Conte, accompagnata da Fabrizio e dai domestici del Conte medesimo; gli abitanti del villaggio si disperdono.




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