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Luigi Romanelli
La pietra del paragone

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  • ATTO SECONDO
    • Scena prima. La Baronessa, Donna Fulvia e coro d'ospiti del Conte; quindi Macrobio e il Conte da una parte: il Cavalier Giocondo e Pacuvio dall'altra
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Scena prima. La Baronessa, Donna Fulvia e coro d'ospiti del Conte; quindi Macrobio e il Conte da una parte: il Cavalier Giocondo e Pacuvio dall'altra

 

Coro
Lo stranier con le pive nel sacco
Per vergogna è partito in gran fretta.

Baronessa e Fulvia
Per sua colpa ho sofferto uno smacco,
Ma farò la mia giusta vendetta:
Forse al Conte, a Clarice, a Giocondo
Questo fatto avrà molto a costar.

Coro
Via, che serve? son cose del mondo:
Non sarebbe che un farsi burlar.

Macrobio
(al Conte in atto di scusa)
Io del credito in sostanza
Già vedea l'incompetenza:
Né parlai per insolenza,
Ma per voglia di scherzar.

Conte
(a Macrobio sorridendo, e in aria di di sprezzo)
Io già so per vecchia usanza
Coltivar l'indifferenza:
Ogni scusa in conseguenza
Voi potete risparmiar.

Pacuvio
(a Giocondo, scusandosi)
Fu poetica licenza,
Non lo feci per baldanza:
La drammatica sembianza
Mi parea di recitar.

Giocondo
(con sommo disprezzo)
Fu solenne impertinenza;
Ma non merita importanza:
Già vi scusa l'ignoranza
Senza starne più a parlar.

Baronessa e Fulvia
(ciascuna da sé, la Baronessa osservando Macrobio e Donna Fulvia Pacuvio)
(Domandargli perdonanza
È una vera sconvenienza:
Questa vil testimonianza
Io non posso tollerar.)

Coro
(Sotto l'umile apparenza
Pieni son di petulanza:
L'uno e l'altro all'occorrenza
Tornerebbe a motteggiar.)

Il coro si ritira.

Giocondo
(Eppur ciascun di loro alla sua dama
Avea promesso di sfidarci.)

Conte
(fra loro sorridendo)
(E in vece
Si son scusati.)

Giocondo
(Oh che vigliacchi! )

Baronessa
(a Macrobio)
(Oh bella!
Vuoi cimentarlo, e gli domandi scusa?)

Macrobio
(alla Baronessa)
(Certo.)

Baronessa
(Fra noi non s'usa...)

Frattanto il Cavalier Giocondo e il Conte discorrono fra loro.

Macrobio
(E una moda novissima
Venuta dal Catai, che quanto prima
Pubblicherò sul mio giornale.)

Pacuvio
(a Donna Fulvia)
(In somma,
Lo volete saper? la scusa è finta:
Il duello seguì: la vita in dono
Mi domandò con le ginocchia a terra.)

Fulvia
(a Pacuvio con sorpresa)
(Chi?)

Pacuvio
(Giocondo; ma zitto.)

Fulvia
(a voce alta in atto di volerlo palesare)
(Anzi...)

Pacuvio
(a Donna Fulvia, opponendosi)
(No; zitto:
Giacché per suo decoro
Di non farne parola ei m'ha pregato:
Ed io gliel'ho promesso, anzi giurato.)

Giocondo
(al Conte osservando gli uni e gli altri)
(Gran contrasto han fra loro.)

Conte
(a Giocondo)
(Io co' buffoni
Mi diverto.)

Giocondo
(Io m'annoio.)

Baronessa
(a Macrobio)
(Ebben?..)

Macrobio
(alla Baronessa)
(Senz'altro
La disfida io farò.)

Pacuvio
(a Donna Fulvia)
(L' avrei potuto
Come un tordo infilzar; ma troppo io sono
Tenero per natura e sensuale.)

Fulvia
(a Pacuvio)
(S'è così, son contenta.)

Pacuvio
(È tal e quale.)

Conte
Nel vicin bosco, amici,
A divertirci andiamo.

Macrobio
Il moto giova
All'appetito.

Giocondo
I cacciatori, io credo,
Partiranno a momenti.

Conte
(ad un domestico che parte subito)
Ehi, vanne tosto
La Marchesina ad avvertir. Se poi
Volesse alcun di voi
Dar prova di bravura,
Prenda il fucil.

Pacuvio
(parte in fretta)
Voglio provarmi.

Fulvia
In casa
Per alcune faccende
Io resterò.

Conte
Come vi aggrada. Andiamo.
(parte col Cavalier Giocondo)




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