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Luigi Romanelli
La pietra del paragone

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  • ATTO SECONDO
    • Scena nona. La Marchesa Clarice tutt'allegra con una lettera dissigillata in mano, Giocondo, Pacuvio
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Scena nona. La Marchesa Clarice tutt'allegra con una lettera dissigillata in mano, Giocondo, Pacuvio

 

Clarice
(ansante per la gioia)
Amici, oh! qual d'una sorella al cuore
Soave annunzio inaspettato! Udite:
Il Capitan Lucindo,
Il mio caro Lucindo, il mio gemello...

Conte
(in aria di scherzo)
Dagli Elisi tornò?

Clarice
Quegli ch'estinto
Da ciascun si credea, vive; e son questi
Dopo sett'anni di silenzio i suoi
Preziosi caratteri.
(sorpresa degli altri due)
(Perdona,
Ombra del mio german, se all'uopo io chiamo
De' miei disegni il nome tuo.)

Conte
Ma dove
Si trattenne finor?

Giocondo
Perché non scrisse?

Conte
Fu prigionier?

Clarice
Nol so: di tutto a voce
M'informerà. L'ottavo sole appena
Sorgea di nostra età, quando il destino
Ci separò; pur le sembianze ancora
Io n'ho presenti.

Conte
Eppoi
Specchiandovi...

Giocondo
Sibben, le avete in voi.

Conte
S'egli è ver, ch'eravate...

Clarice
Certamente:
Eravam somiglianti
Come due gocce d'acqua. [ Oh quante volte
La nostra buona madre
Con le cangiate fanciullesche spoglie
Le paterne pupille
Tradì per giuoco! e un dolce error di nomi,
Non già d'affetti, risuonò su i labbri
Del comun padre!]

Conte
Io mi consolo.

Giocondo
A parte
Son de' vostri contenti.

Clarice
(al Conte)
Se il permettete alla cittade io volo,
Dove m'attende il mio german.

Conte
Che venga
Ei stesso qui.

Clarice
«Breve in Italia», ei scrive,
«Sarà la mia dimora;
Né voglio abbandonar la compagnia.»

Conte
Qui la conduca, e quanto vuol ci stia.

Clarice
Quest'è troppo.

Conte
Che troppo? i militari
Io sempre amai.

Clarice
Le vostre grazie in voce
Dunque ad offrirgli andrò.

Conte
Se ricusasse,
Mi farebbe un affronto.

Clarice
(Già previsto io l'avea; tutto è già pronto.)

Tutti e tre in atto di partire s'incontrano in Pacuvio.




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