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Luigi Romanelli
La pietra del paragone

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  • ATTO SECONDO
    • Scena undicesima. Donna Fulvia e Pacuvio
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Scena undicesima. Donna Fulvia e Pacuvio

 

Pacuvio
(retrocedendo con lei)
Oh! Madama, a proposito: io credea,
Che un segreto affidatovi non foste
Mai di tradir capace:
Ora con vostra pace
Vi dirò che ho sospetto ben fondato
Che l'abbiate per gloria pubblicato.

Fulvia
Pubblicato? alla sola
Baronessa io l'ho detto in confidenza
E s'ella in confidenza
Lo dicesse a Macrobio; e in confidenza...

Pacuvio
Macrobio lo stampasse sul giornale,
Sarebbe confidenza generale.

Fulvia
Certo.

Pacuvio
(smaniandosi)
Povero me! la mia parola...
(Vale a dir la mia pelle.)
L'amicizia, il decoro..

Fulvia
Eh, bagattelle.

Pubblico fu l'oltraggio
Sia pubblica la pena,
Chi m'insultò, più saggio
In avvenir sarà.

Ch'io castigai l'altero,
Sia noto al mondo intero:
È la vendetta un sogno
Quando nessun lo sa.
(parte)

Pacuvio
[ Ti vanta pur: la tua vendetta è vera,
Come il trionfo mio. Ma se Giocondo
Saprà la cosa, ove mi salvo? eh, niente;
Se vedrò che altro scampo non mi resta,
Con un'altra bugia rimedio a questa. ]
(parte)




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