Scena dodicesima. Macrobio,
indi il Cavalier Giocondo, poi il Conte e due domestici, ciascuno
de' quali porta una spada sopra un bacile
Macrobio
Io far duelli? io, che a' miei giorni mai
Né pistola adoprai, né spada o stocco
Per onor di nessuno? io, che una sola
Volta, né mi sovvien se bene o male,
Mi son battuto a pugni
Per onor del giornale?
Io?..
Giocondo
(in aria fiera)
Macrobio.
Macrobio
Signor.
Giocondo
(gli dà una pistola)
Prendi.
Macrobio
(incomincia a sgomentarsi)
Obbligato.
Che n'ho da far?
Giocondo
Sopra di me spararla.
Quando ti toccherà, come io quest'altra
(mostrandogli un'altra pistola)
Sopra te sparerò.
Macrobio
(Lupus in fabula.)
Ma non veggo il perché...
Giocondo
Perch'hai tu sparso
Che a Pacuvio io cercai la vita in dono.
Macrobio
L'ho detto senza crederlo.
Giocondo
Peggio! Su via...
Macrobio
Se vi calmate io sempre
Dirò bene di voi sul mio giornaie.
Giocondo
Potentissimi Dei! sarebbe questa
Una ragion più forte
Per ammazzarti subito. Alle corte.
Macrobio
[ Vengo... aspettate... (Il Conte è fuor di casa...
Altro scampo non v'è... tempo si prenda...)
Macrobio va pensando, e frattanto Giocondo fa dei cenni a qualcuno che si
suppone dentro la scena.
Giocondo
(a Macrobio)
Terminiamo sì o no, questa faccenda?
Macrobio
Lo volete saper?.. da uom d'onore
Qual mi dichiaro e sono...
Giocondo
Salvo errore.
Macrobio
Io non posso accettar, perché un impegno
Egual mi sono assunto
Col Conte, e l'ho sfidato.
Giocondo
(osservandolo)
Eccolo appunto.
Macrobio
Maledetta fortuna! ]
Conte
Olà, Macrobio
Giacché tu di sfidarmi
Non hai coraggio, io te disfido.
Giocondo
(a Macrobio fingendo meraviglia) Come?
Dunque...
Macrobio
(sommamente imbarazzato)
Dirò...
Giocondo
Conte, scusate; il primo
Son io.
Conte
Non cedo: ad ogni costo ei deve
Battersi meco.
Giocondo
A' miei diritti invano,
Ch'io rinunzii, sperate.
Macrobio
(Oh bella! a gara
Fanno per ammazzarmi.)
(al Conte)
Una parola...
Conte
(voltandogli le spalle)
Io non desisto.
Macrobio
(a Giocondo)
Udite...
Giocondo
(egualmente)
Non serve.
Macrobio
Io comporrò la vostra lite.
Prima fra voi coll'armi
Il punto sia deciso:
(volendo mandare la cosa in celia)
Con quel che resta ucciso,
Io poi mi batterò.
Giocondo
(al Conte accennando Macrobio)
Quando quel cor malnato
Dal sen gli avrò diviso,
Conte
(a Giocondo accennando Macrobio)
Quando l'avrò mandato
A passeggiar l'Eliso,
Conte e Giocondo
Fra noi vedrem se ucciso
A torto io l'abbia o no.
Conte
(risoluto a Macrobio)
Andiam.
Macrobio
(a Giocondo per ischermirsi dell'altro)
Voi che ne dite?
Giocondo
(risoluto a Macrobio)
Su via.
Macrobio
(al Conte come sopra)
Voi lo soffrite?
Conte
(prendendolo per un braccio)
Orsù...
Macrobio
(al Conte accennando Giocondo)
Quest'altro freme.
Giocondo
(prendendolo egualmente per un braccio)
Non più...
Macrobio
(a Giocondo accennando il Conte)
Quest'altro grida.
Conte e Giocondo
(l'uno all'altro dopo avere alquanto pensato)
Ebben, I'acciar decida
Chi primo ha da pugnar.
Macrobio
(tirandosi da parte)
(Comincio a respirar.)
Ad un cenno del Conte si avanzano i due domestici, uno verso il Conte
medesimo, l'altro verso Giocondo, presentando loro le rispettive spade.
Conte e Giocondo
(con le spade medesime)
Ecco i soliti saluti.
(facendosi dei segnali d'intelligenza fra loro)
(Del duello inaspettato
Si consola il maledetto;
E non sa che per diletto
Lo faremo ancor tremar.)
Macrobio
(Son quei ferri molto acuti;
Far potriano un bell'effetto:
Sol due colpi in mezzo al petto,
E finisco di tremar.)
Conte
Con permesso...
(dopo essersi messi in positura, ed incrocicchiate le spade
il Conte volge la punta a terra)
Giocondo
(egualmente)
Io fo lo stesso...
Macrobio
(titubante)
Che vuol dir? che nuova c'è?
Conte
Il padrone della casa
Ceder deve al forestiero:
(a Giocondo accennando Macrobio)
E con lui pugnar primiero
Tocca a voi, non tocca a me.
Macrobio
Non è vero, non è vero;
Io protesto, per mia fé.
Giocondo
Quest'è vero, quest'è vero;
Senza dubbio tocca me.
Macrobio
(al Conte in aria supplichevole)
Ma che un mezzo non vi sia
D'aggiustar questa faccenda?
Conte
(fingendo di pensare)
Per esempio... si potria...
Giocondo
(invitando Macrobio)
Presto, a noi; che più pensar?
Macrobio
(a Giocondo)
Via, lasciatelo pensar.
Conte
(al medesimo)
Quando il forte a noi si arrenda,
si potria capitolar.
Giocondo
(fingendo di rifletterci)
Capitolar?
Macrobio
(applaudendo al Conte con sommo trasporto)
Bravissimo!
Giocondo
Per me son contentissimo!
D'usar facilità.
Conte
In termine brevissimo
L'affar si aggiusterà.
Macrobio
Ripiego arcibellissimo!
Di meglio non si dà.
Conte
(a Giocondo accennando Macrobio)
Per prima condizione
Fissiam ch'egli è un poltrone.
Macrobio
Si accorda.
Giocondo
Un uom venale.
Macrobio
Si accorda; non c'è male.
Conte
Un cicisbèo ridicolo.
Macrobio
Si accorda il terzo articolo.
Giocondo
Il fior degli ignoranti.
Macrobio
Adagio.
Conte
(con forza)
Avanti.
Giocondo
Avanti.
Macrobio
Distinguo: in versi, o in prosa?
Conte e Giocondo
(come sopra)
S'intende in ogni cosa.
Macrobio
Eppur...
Conte e Giocondo
(minacciando)
Che dir vorresti?
Macrobio
Che articoli sì onesti
Non posso ricusar.
Conte e Giocondo
Gli articoli son questi;
Non v'è da replicar.
Il Conte e Giocondo rendono le spade ai
rispettivi domestici.
Conte, Giocondo e Macrobio
Fra tante disfide
La piazza è già resa.
Giammai non si vide
Più nobile impresa:
D'accordo noi siamo;
Cantiamo, balliamo:
La gioia sul viso
Ritorni a brillar.
(partono)
Interno del villaggio; abitazioni diverse, e fra le altre quelle del
Conte con porta praticabile. Veduta della campagna. Da un lato picciola
eminenza.
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