AMBROGIO
La duchessa vuol Torquato.
(s'inchina e parte)
TORQUATO
Ella!
GERALDINI
Incauto!
TORQUATO
Oh! me beato!
Dir che m'ama or forse udrò!
Caro sogno lusinghiero!
L'alma mia non s'ingannò!
GERALDINI
Che mai speri!
TORQUATO
Io tutto spero.
GERALDINI
Ardi 'l foglio.
TORQUATO
Io stesso!... Ah!... No.
(risolvendosi improvvisamente,
e dando la chiave dello scrigno
a Geraldini mentre lo abbraccia)
Ah! non sarìa possibile
che ardessi i versi miei!
Mirando i figli in cenere
morir mi sentirei!
Ma cedo a te: son tuoi;
struggili tu, se vuoi.
Non verserò una lagrima;
m'affido all'amistà.
(da se)
No, non tradirmi, amore,
vola ai contenti 'l core.
Quest'alma fortunata,
amante riamata
d'invidia ai re sarà.
GERALDINI
Serbar quel foglio improvvido,
Torquato, io non saprei;
le mura ancor qui parlano,
dell'aure io temerei.
Struggerlo tu non puoi?
Io l'arderò, se vuoi;
fin la memoria perdine;
ti affida all'amistà.
(da sé)
Oh gioie del furore,
io tutto v'apro il core!
Passi di pena in pena,
e goda il dritto appena
di risvegliar pietà.
Torquato abbraccia Roberto, e parte dalla comune.
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