GERALDINI
Duchessa!
Di Mantova il sovrano
al Duca mio signore
chiese la vostra mano.
ELEONORA
Quando?
TORQUATO
(Gelo!)
GERALDINI
L'ambasciadore,
Che ier fra noi sen venne,
or che l'udienza ottenne
al Duca ne parlò.
ELEONORA
E mio fratello!
GERALDINI
A voi
nunzio me scelse.
TORQUATO
(Indegno!)
SCANDIANO
(abbracciando la duchessa, che rimane astratta)
Cara! Rapita a noi
passate in altro regno!
ELEONORA
Ma il Duca?
SCANDIANO
Il Duca v'ama.
Sciorsi da voi gli duole;
ma queste nozze brama;
ma implora un sì.
GERALDINI
Lo vuole.
GHERARDO
(entrando, con estrema volubilità,
mentre nessuno gli bada)
Ferrara abbandonate?
È chiacchiera? È mistero?
(alla duchessa)
Che a Mantova n'andate,
donna Eleonora, è vero?
Spacciar la posso! È sorda!
(alla Scandiano)
Perché la duchessina
udienza non accorda?
Che ha questa mattina?
Fra il quarto della luna?
Medesima fortuna!
(a Geraldini)
Cavalierin Roberto,
voi lo sapete, certo,
il prence mantovano
ha chiesta la sua mano;
risposto avrà smorfiosa:
non voglio farmi sposa?
Così restare io voglio!
Dura come uno scoglio!
E nulla ancor pescai!
(a Torquato)
Bel tema da sonetto!
Ma non ne scrissi mai!
Torquato, ci scommetto,
già un canto epitalamico
ex tempore pensò.
L'ho indovinata?
TORQUATO
(afferrandogli, e crollandogli la mano)
No.
GHERARDO
(indietreggiando impaurito)
Misericordia! Idrofobo
il vate diventò!
La Scandiano è presso la duchessa. Torquato trae a sé
Geraldini. Don Gherardo osserva curiosamente.
TORQUATO
Alma ingrata! Traditore!
Cosi fede a me serbasti?
I misteri dell'amore
eran sacri, e li svelasti!
Perché aprirmi tal ferita,
e non togliermi la vita?
Esecrato in tutti i secoli
il tuo nome resterà.
GERALDINI
Calma, calma il tuo furore;
no, Torquato ingiusto sei.
Parla a me sul labbro il core;
non ho infranti i giuri miei.
Mi avvelena il tuo sospetto;
ma cangiar non so d'aspetto;
innocente è in sen quest'anima;
tutto il tempo scoprirà.
SCANDIANO
(da sé)
Se un sorriso di favore
non m'invola la fortuna
sarà mio del Tasso il core;
non avrò rivale alcuna;
e immortal ne' carmi suoi,
come il nome degli eroi,
a sfidar l'obblio de' secoli
il mio nome passerà.
ELEONORA
(da se')
Lui scordar! Cangiar d'amore!
Mentir gioia immersa in pianto!
Io lasciarlo? Ah! non ho core!
Io lasciarlo? E m'ama tanto!
Consumar, morir mi sento;
morte invoca il mio tormento.
Ah! d'amore in me una vittima
poi la storia accennerà.
GHERARDO
(da se)
Ah! perché non son pittore!
Che bel quadro interessante!
(guardando la duchessa, il Tasso, poi la Scandiano,
indi Geraldini)
Quello sviene per amore;
questo d'ira è tremolante.
La contessa si consola
perché spera restar sola;
ma quest'altro da che reciti...
per adesso non si sa.
TORQUATO
(a Geraldini)
Falso amico! Al Duca in mano
tu non desti i versi miei?
GERALDINI
No: lo giuro!
TORQUATO
Un vil tu sei!
GHERARDO
(Or capisco!)
GERALDINI
Forsennato!
TORQUATO
(snudando la spada)
Mano all'armi!
GHERARDO
(da lontano)
Ma si freni!
SCANDIANO
Imprudente!
ELEONORA
Ah! no, Torquato!
TORQUATO
Menti.
ELEONORA
Cessa.
TORQUATO
Ch'io lo sveni!
ELEONORA e SCANDIANO
Per pietà!
TORQUATO
Più non intendo.
ELEONORA e SCANDIANO
Ah! Roberto!
GERALDINI
(dignitoso, avendo snudata la spada)
Io mi difendo.
ELEONORA
Don Gherardo, riparate.
SCANDIANO
Dividete, Don Gherardo.
GHERARDO
Quando piovono stoccate
volontieri io non m'azzardo.
TORQUATO
Vile!
GERALDINI
Trema!
GHERARDO
Eh! via, ragazzi!
(alla Scandiano)
Contessina! Se mi sbuca
per voi moro.
SCANDIANO
Siete pazzi?
ELEONORA e GERALDINI
Trema.
TORQUATO, GHERARDO e SCANDIANO
Ferma!
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