DUCA
Io veglio. Incauti. Una vendetta illustre,
misteriosa io devo a me; l'aspetta
il mio cor... la sospira;
l'otterran congiurati ingegno ed ira.
Debole donna! Io ti compiango. Al core
non si comanda; il so... ma il Tasso... il Tasso.
Ne' miei lacci cadrà. Misero! Io l'amo,
l'amo; ma forte, o più prudente il bramo.
Di politica nebbia
s'adombri orribil vero.
Ed ai posteri sia fola, o mistero.
Gelosi, invidi, vili,
che odiate il gran poeta,
io mi giovo di voi, ma vi conosco.
La sua colpa è il suo merto...
Stolti e maligni! Ecco il più rio. Roberto?
All'antica amistà tornò Torquato?
GERALDINI
La duchessa il volea,
(con malizia, ma simulando schiettezza)
e negarmi ei potea
un amplesso implorato? Il caro cenno
fu in suo cor più possente
che incolpabil sapermi ed innocente.
DUCA
(Innocente!)
E fra queste
aure sì liete ancor solingo geme?
GERALDINI
Del vostro sdegno ei teme;
ed or che all'ombra bruna
nel bosco degli allori
temprati fian gli orrori
dal raggio della luna, ei là s'avvia
presso fonde cadenti
per insegnare all'eco i suoi lamenti.
DUCA
Solo?
GERALDINI
Lo credo... almen. Signor!... Non oso.
DUCA
Parla.
GERALDINI
Inatteso a lui, mentre sospira
del perdon vostro incerto,
mostrarvi, e con soavi
parole confortarlo
com'è vostro real dolce costume
con chi s'affanna... opra sarìa d'un Nume.
DUCA
(Infernal arte!) Quel tuo cor pietoso
mai smentirsi non sa. Bello è il consiglio;
lo seguirò.
GERALDINI
Grato, o mio prence!... (o gioia!)
(baciando la mano al Duca)
DUCA
Del piacer non sperato
dal dolente Torquato
spettator vieni.
(prendendolo per mano)
GERALDINI
(Oh! non previsto scoglio!
Me diran traditore!) Ah! prence...
DUCA
(severo)
Il voglio.
Partono insieme.
Boschetto di allori. In fondo un Apollo citaredo in marmo
sopra una gran fonte da cui sgorgano limpide, e copiose
acque. La luna dirada alquanto l'ombra della notte.
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