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Felice Romani
Lucrezia Borgia

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  • PROLOGO
    • Scena terza. Lucrezia, Duca, Rustighello, Gennaro, Gazella, Petrucci, Orsini, Livoretto, Vitellozzo, Gubetta
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Scena terza. Lucrezia, Duca, Rustighello, Gennaro, Gazella, Petrucci, Orsini, Livoretto, Vitellozzo, Gubetta

 

Mentre Lucrezia si avvicina a Gennaro non si accorge di due uomini mascherati che passano dal fondo, e si fermano in disparte

 

LUCREZIA (guardandolo con affetto)
Com'è bello! Quale incanto
In quel volto onesto e altero!
No, giammai leggiadro tanto
Non sel pinse il mio pensiero.
L'alma mia di gioia è piena,
Or che alfin lo può mirar ...
Ma risparmia, o ciel, la pena
Ch'ei debba un sprezzar.
Se il destassi? ... No: non oso,
scoprire il mio sembiante:
Pure il ciglio lagrimoso
Terger debbo un solo istante.
(Lucrezia si toglie la maschera e si asciuga le lagrime.)

DUCA (indietro mascherato)
(Vedi? è dessa.)

RUSTIGHELLO
(È dessa ... è vero.)

DUCA
(Chi è il garzone?)

RUSTIGHELLO
(Un venturiero.)

DUCA
(Non ha patria?)

RUSTIGHELLO
(Né parenti; ma è guerrier fra i più valenti.)

DUCA
(Di condurlo adopra ogn' arte a Ferrara il mio poter.)

RUSTIGHELLO
(Con Grimani all'alba ei parte,
Ei previene il tuo pensier.)

LUCREZIA
Mentre geme il cor sommesso,
Mentre piango a te d'appresso,
Dormi e sogna, o dolce ogetto,
Sol di gioia e di diletto,
Ed un angiol tutelare
Non ti desti che al piacer!
Ah! triste notti e veglie amare
Debbo sola sostener
Gioie sogna, ed un angiol
Non ti desti che al piacer!

(I due mascherati partono. Lucrezia si avvicina a baciare la mano a Gennaro. Gennaro si desta e affetta Lucrezia per la braccia.)

Ciel!

GENNARO
Che vegg'io?

LUCREZIA
Lasciatemi.

GENNARO
No, no, gentil signora.

LUCREZIA
Lasciatemi.

GENNARO (trattendola)
No, per mia fede.

LUCREZIA
Ah! lasciatemi.

GENNARO
No, per mia fede!
Ch'io vi contempla ancora!
Leggiadra, amabil siete;
paventar dovete
Che ingrato ed insensibile
Per voi si trovi un cor.

LUCREZIA
Gennaro! e fia possibile
Che a me tu porti amor?

GENNARO
Qual dubbio è il vostro?

LUCREZIA
Ah! dimmelo.

GENNARO
Sì quanto lice, io v'amo.

LUCREZIA
(Oh gioja! ... )

GENNARO (incerto)
V'a ... v'a ...
(deciso)
Eppure, uditemi ... esser verace io bramo,
Sì, io bramo.
Avvi un più caro oggetto,
Cui nutro immenso affetto.

LUCREZIA
E ti è di me più caro?

GENNARO
Sì.

LUCREZIA
Chi è mai?

GENNARO
Mia madre ell'è.

LUCREZIA
Tua madre! ...

GENNARO
Sì.

LUCREZIA
Tua madre! ... Oh mio Gennaro! tu l'ami?

GENNARO
Al par di me.

LUCREZIA
Ed ella?

GENNARO
Ah! compiangetemi: io non la vidi mai.

LUCREZIA
Ma, come? ...

GENNARO
È funesta istoria, che sempre altrui celati,
Ma son da ignoto instinto
A dirla a voi sospinto;
Alma cortese e bella ...

LUCREZIA
(Tenero cor!)

GENNARO
... nel vostro volto appar.

LUCREZIA
Ah! favella, favella ...
Tutto mi puoi narrar.

GENNARO
Di pescatore ignobile esser figliuol credei,
E seco oscuri in Napoli vissi i prim' anni miei.
Quando un guerriero incognito venne d'inganno e trarmi;
Mi diè cavallo ed armi,
E un foglio a me lasciò.

LUCREZIA
Ebben?

GENNARO
Era mia madre, ahi misera! mia madre che scrivea ...
Di rio possente vittima per sé, per me temea;
Di non parlar, né chiedere il nome suo qual era
Calda mi fe' preghiera,
Ed obbedita io l'ho.

LUCREZIA (si asciuga le lagrime)
E il foglio suo?

GENNARO
Miratelo: mai dal mio cor si parte.

LUCREZIA
Oh! quante amare lagrime forse in vergarlo ha sparte!

GENNARO
Ed io, signora, oh quanto su quelle cifre ho pianto!
Ma che? voi pur piangete?

LUCREZIA
Ah sì.

GENNARO
Piangete?

LUCREZIA
Per lei ... per te ...

GENNARO
Per me? ...

LUCREZIA
Per te.

GENNARO
Piangete per me?
Alma gentil voi siete, amor più cara a me.

LUCREZIA
Ama tua madre, e tenero semptre per lei ti serba ...
Prega che l'ira plachisi della sua sorte acerba ...
Prega che un giorno stringere ella ti possa al cor.

GENNARO
L'amo, sì, l'amo, e sembrami vederla in ogni oggetto ...
Una soave immagine me n'ho formato in petto;
Seco, dormente o vigile, seco favello ognor.

LUCREZIA
(Tenero cor!)

GENNARO
Alma gentil voi siete, più cara a me.

LUCREZIA
Ah! Ama tua madre, e tenero ...

GENNARO
L'amo ...

LUCREZIA
... sempre per lei ti serba ...

GENNARO
... sempre ...

LUCREZIA
... Prega che l'ira plachisi della sua sorte acerba.

GENNARO
Sì.

LUCREZIA
Prega che un giorno stringere ella ti possa al cor, ecc

GENNARO
Una soave immagine, ecc

(Si avvicinano da varie parti le maschere: escono paggi con torcie, che accompagnano dami e cavalieri.)

LUCREZIA
Gente appressa ... io ti lascio.

GENNARO (trattendola)
Ah! fermate, fermate.

ORSINI (riconosce Lucrezia, l'addita ai compagni)
Che mai veggo?

LUCREZIA
M'è forza lasciarti.

GENNARO
Deh! chi siete almen dirmi degnate.

LUCREZIA
Tal che t'ama, ...

GENNARO
Chi siete? ...

LUCREZIA
... e sua vita è l'amarti.

GENNARO
Chi siete?

ORSINI (avanzandosi)
Io dirollo ...

LUCREZIA (si copra colla maschera il volto e vuole allontanarsi)
Gran Dio!

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA (opponendosi)
Non partite.
(riconducendola)
Forza è udirne.

LUCREZIA
Gennaro! ...

GENNARO
Che ardite?
S'avvi alcun d'insultarla è capace,
Di Gennaro più amico non è.

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Chi siam noi sol chiarirla ne piace, ...

LUCREZIA
(Oh cimento!)

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
... e poi fugga da te.

LUCREZIA
(Oh cimento!)

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Forza è udirne.

GENNARO
Favelaate.

ORSINI
Maffio Orsini, signora, son io,
Cui svenaste il dormente fratello.

VITELLOZZO
Io Vitelli, cui feste lo zio
Trucidar nel rapito castello.

LIVORETTO
Io nipote d'Appiano tradito,
Da voi spento infame convito.

GENNARO
(Ciel! che ascolto!)

PETRUCCI
Io Petrucci del Conte cugino ...

LUCREZIA
(Oh! malvagia mia sorte!)

PETRUCCI
... Cui toglieste di Siena il domino.

CORO
Qual rea donna!

GAZELLA
Io congiunto d'oppresso consorte,
Che faceste nel Tebro perir.

LUCREZIA
(Ciel! ove fuggo? che fare, che dir?
Malvagia mia sorte!)

GENNARO
(Oh ciel! ohimè! ah! che ascolto, giusto ciel!
Oh ciel! che far, che far?)

ORSINI
Maffio Orsini, signora, so io, sì, son io.

VITELLOZZO
Io Vitelli, signora, son io, sì, son io Vitelli.

PETRUCCI E GAZELLA
Sì, siam noi, siamo noi.

LIVORETTO
Io nipote d'Appiano, sì son io.

CORO
Ah! Cielo! Qual rea donna!

GENNARO
(Oh ciel! che ascolto!)

LUCREZIA
(Malvagia mia sorte!)
(piange)

CORO
Va, rea donna, va, va, va!

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Or che a lei l'esser nostro è palese, odi il suo.

GENNARO E CORO
Dite, dite.

LUCREZIA
Ah! pietade! ah! pietade! ...

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Odi il suo ...

LUCREZIA
No. Ah!

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Ella è donna che infame si rese,
Che l'orrore sarà d'ogni etade ...

LUCREZIA
Grazia! grazia!

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Ella è donna venefica, impura, vilipese,
Oltraggiò la natura.

LUCREZIA
Ah! Gennaro! ...

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Com'è odiata è temuta del paro, ...

GENNARO
Questa donna?

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Ché possente il destino la .

GENNARO
Ah! ma chi è mai?

LUCREZIA (in ginocchio)
Non udirli, Gennaro!

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Chi? Vuoi saperlo?

GENNARO
Sì, chi è mai? ...

LUCREZIA
Per pietà, non udirli!

GENNARO
Ah! lo dite.

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI E GAZELLA
Com'è odiata è temuta del paro, ecc

GENNARO
Ma chi è? dite, dite, ecc

LUCREZIA
No, no, ah! grazia! non udirli, ecc

GENNARO
Ma chi è mai?

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI, GAZELLA E CORO (strappando la maschera di Lucrezia)
È la Borgia ...

GENNARO
Dio! ...

ORSINI, LIVORETTO, VITELLOZZO, PETRUCCI, GAZELLA E CORO
Ravvisala.

GENNARO
Va, va, va.

LUCREZIA
Ah!

(Segue Gennaro, tenendola per le ginocchia. Tutti fuggono.)




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