N 2: Recitativo e Cavatina
ELISABETTA
Sì, vuol di Francia il Rege
Col mio core l'Anglo trono.
Dubbiosa ancor io sono
D'accoglier l'alto invito,
Ma se il bene de' fidi miei Brittani
Fa che d'Imene all'ara io m'incammini,
Reggerà questa destra
Della Francia e dell'Anglia ambo i destini.
(da sé)
Ah! quando all'ara scorgemi
Un casto amor del cielo,
Quando m'invita a prendere
D'Imene il roseo velo,
Un altro core involami
La cara libertà!
E mentre vedo sorgere
Fra noi fatal barriera,
Ad altro amor sorridere
Quest'anima non sa.
TALBOT
In tal giorno di contento
Di Stuarda il sol lamento
La Brettagna turberà?
CORTIGIANI
Grazia, grazia alla Stuarda.
ELISABETTA
Olà!
Di questo giorno il giubilo
Turbato io non credea.
Perché forzarmi a piangere
Sul capo della rea,
Sul tristo suo destin?
CECIL
Ah, dona alla scure quel capo che desta
Fatali timori, discordia funesta
Finanche fra' ceppi, col fuoco d'amor.
CORTIGIANI
Grazia!
ELISABETTA
Tacete!
Non posso risolvermi ancor.
Ah! dal ciel discenda un
raggio
Che rischiari il mio intelletto;
Forse allora in questo petto
La clemenza parlerà.
Ma se l'empia m'ha rapita
Ogni speme al cor gradita
Giorno atroce di vendetta
Tardo a sorger non sarà.
CORTIGIANI
Il bel cor d'Elisabetta
Segua i moti di pietà.
CECIL
Ti rammenta, Elisabetta,
Ch'è dannosa ogni pietà.
ELISABETTA
Ah! dal ciel discenda un
raggio, ecc
N 3: Scena
ELISABETTA
Fra voi perché non veggio Leicester?
Egli solo resta lontano della gioia comune?
CECIL
Eccolo!
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