LEICESTER
Hai nelle giostre, o Talbo, chiesto di me?
TALBOT
Io sì.
LEICESTER
Che brami dunque?
TALBOT
Favellarti.
Ti fia tremenda e cara
Ogni parola mia.
In Forteringa io fui …
LEICESTER
Che ascolto!
TALBOT
Vidi l'infelice Stuarda!
LEICESTER
Ah! più sommesso favella in queste mura!
E qual ti parve?
TALBOT
Un angelo d'amor, bella qual era,
E magnanima sempre.
LEICESTER
Oh! troppo indegna di rio destino.
E a te che disse?
Ah, parla!
TALBOT
Posso in pria ben securo
Affidarmi al tuo cor?
LEICESTER
Parla; tel giuro.
N 4: Cavatina
TALBOT (gli dà un foglio ed un ritratto)
Questa imago, questo foglio
La Stuarda a te l'invia.
Di sua mano io gli ebbi, e pria
Del suo pianto li bagnò.
LEICESTER
Oh piacer!
TALBOT
Con quale affetto il tuo nome pronunziò!
LEICESTER
Oh piacere!
Ah! rimiro il bel sembiante
Adorato, vaggheggiato,
Ei mi appare sfavillante
Come il dì che mi piagò.
Parmi ancora che su quel viso
Spunti languido un sorriso
Ch'altra volta a me sì caro
La mia sorte incatenò.
TALBOT
Al tramonto è la sua vita,
Ed aita a te cercò.
LEICESTER
Oh memorie! Oh cara imago!
Di morir per lei son pago!
TALBOT
Che risolvi?
LEICESTER
Liberarla!
O con lei spirar saprò!
TALBOT
Di Babington il fato il periglio
Non ancor ti spaventò?
LEICESTER
Ogni tema, ogni periglio
Io per lei sfidar saprò!
Vuò liberarla, vuò
liberarla!
Se fida tanto colei mi amò
Da gli occhi il pianto le tergerò
E se pur vittima cader degg'io,
Del fato mio superbo andrò.
TALBOT
Non far che gema
Se all'ora estrema
Se sfuggir, no, no, sfuggir non può.
(Talbot parte; Leicester si avvia alla porta
opposta, e s'incontra con la Regina. Si scorgono nel di
lui volti segni di agitazione.)
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