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Giuseppe Bardari
Maria Stuarda

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  • ATTO SECONDO
    • Scena terza. Elisabetta, Leicester, Cecil
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Scena terza. Elisabetta, Leicester, Cecil

 

N 8: Scena

ELISABETTA
Qual loco è questo?

LEICESTER
Forteringa.

ELISABETTA
O Conte! Dove mi scorgi?

LEICESTER
Non dubbiar;
Maria sarà in breve guidata al tuo cospetto
Dal saggio Talbo.

ELISABETTA
A qual per te discendo sacrifizio!
Lo vedi?
Discosta i cacciatori
Da' contigui viali;
È troppo ingombro di popolo il sentier.

(Ad un cenno di Leicester si scostano i cacciatori, e i cortigiani si radunano in vari gruppi nel fondo della scena.)

CECIL (ad Elisabetta)
Vedi, Regina, come l'Anglia ti adora.
Ah! tu lo sai quel capo ella ti chiede.

ELISABETTA
Taci.

LEICESTER (ad Elisabetta)
Deh! ti rammenta
Che a dar conforto
Alla dolente vita di una sorelli
Io ti guidai.
La mano che di squallor la cinse
Al contento primier
Può ridonarla.

ELISABETTA
(Io l'abborro!
Ei non fa che rammentarla.)

(Entra Maria condotta da Talbot ed Anna.)




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