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Giuseppe Bardari
Maria Stuarda

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  • ATTO SECONDO
    • Scena quarta. Talbot, Maria, Elisabetta, Leicester, Cecil, Anna
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Scena quarta. Talbot, Maria, Elisabetta, Leicester, Cecil, Anna

 

TALBOT
Vieni.

MARIA
Deh! mi lascia.
Al mio asil mi riconduci.

ELISABETTA, LEICESTER, CECIL, TALBOT
Eccola.

MARIA (ad Anna)
Oh Dio!

N 9: Sestetto

ELISABETTA
È sempre la stessa -
Superba, orgogliosa;
Coll'alma fastosa
M'inspira furor;
Ma tace; sta oppressa
Da giusto terror.

MARIA
Sul viso sta impressa
Di quella tiranna
La truce condanna,
Il fiero livor.
Quest'anima è oppressa
Da crudo timor.

TALBOT
Almeno tacesse
Nel seno reale
Quell'ira fatale
Quel cieco furore
Che barbaro oppresse
Un giglio d'amor.

ANNA
Nell'alma ho impressa
La tema funesta.
Oh! quale si appresta
Cimento a quel cor!
Ciel! Ciel! salva l'oppressa
Da nuovo rancor.

LEICESTER
La misera ha impressi
In volto gli affanni
Né gli astri tiranni
Si placano ancor.
Salvarla potessi
Da tanto dolor.

CECIL
Vendetta repressa
Scoppiare già sento,
Nel fiero cimento
Mi palpita il cor.
Fia vittima oppressa
Di eterno dolor.

N 10: Dialogo delle due Regine

LEICESTER (ad Elisabetta)
Deh! l'accogli.

ELISABETTA (a Leicester)
Sfuggirla vorrei.

TALBOT (a Maria)
Non sostarti.

MARIA (a Talbot)
L'abisso ho vicino.

ELISABETTA (a Leicester)
Troppo altera.

LEICESTER (ad Elisabetta)
Da un crudo destino
Avvilita dinanzi ti sta.

MARIA (va ritrosa ad inginocchiarsi innanzi ad Elisabetta)
Morta al mondo, e morta al trono,
Al tuo piè son io prostrata.
Solo imploro il tuo perdono:
Non mostrarti inesorata.
Ah! sorella, omai ti basti,
Quanto oltraggio a me recasti!
Deh! solleva un'infelice
Che riposa sul tuo cor.

CECIL (ad Elisabetta)
Non dar , te ne scongiuro,
A quel labbro mentitor.

ELISABETTA (a Maria)
No, quel loco a te si addice;
Nella polvere e nel rossor.

MARIA
(Sofferenza.)
(ad Elisabetta)
E a me si fiera
Chi ti rende?

ELISABETTA
Chi? Tu stessa;
L'alma tua, quell'alma altera,
Vile, iniqua ...

MARIA
(E il soffrirò? e il soffrirò?)

ELISABETTA
Va, lo chiedi, o sciagurata,
Al tuo talamo tradito,
Ed all'ombra invendicata
Di quel misero marito;
Al tuo braccio, all'empio core
Che tra' vezzi dell'amore
Sol delitti e tradimenti,
Solo insidie macchinò.

MARIA (a Leicester)
Ah! Roberto!
Più resistere non so.

LEICESTER (a Maria)
O Dio! che tenti?

CECIL (ad Elisabetta)
Ah! non dar , te ne scongiuro
A quel labbro mentitor.

LEICESTER (a Maria)
Chiama in sen la tua constanza!
Qualche speme ancor ti avanza.
Non ti costi onore e vita
Una grazia a te impartita,
Un favor che al nostro affetto
Tante volte il ciel negò.

ELISABETTA
Quali accenti al mio cospetto!
Parla, o Conte.

LEICESTER
E che dirò?

ELISABETTA
Ov'è mai di amor l'incanto,
E quel volto amabil tanto?
Se a lodarlo ognun si accese
A favori un premio rese;
Ma sul capo di Stuarda
Onta eterna ripiombò.

MARIA
Ah, che sento!
Più resistere non so.
Ah! Roberto!
Più resistere non so!

LEICESTER
O Dio, ti frena!

MARIA
Quale insulto!
O ria beffarda!

ELISABETTA (a Maria)
Quali accenti! Trema, trema!

ANNA, LEICESTER, TALBOT (a Maria)
Che favelli! Taci, deh! taci!

CECIL (a Maria)
Trema, trema!

MARIA
Ah! no, no!

Figlia impura di Bolena,
Parli tu di disonore?
Meretrice indegna e oscena,
In te cada il mio rossore.
Profanato è il soglio inglese,
Vil bastarda, dal tuo piè!

ELISABETTA
Guardie, olà!

(Entrano i soldati.)

ANNA, LEICESTER, TALBOT
Quali accenti! Ella delira!
Giusto ciel! Perduta ell'è!

CECIL, CORTIGIANI
Quali accenti! Ella delira!
Speme più per lei non v'è!

N 11: Stretta finale

ELISABETTA (a Maria)
Va, preparati, furente,
A soffrir l'estremo fato:
Sul tuo capo abbominato
La vergogna spergerò.
(alle guardie)
Trascinate la furente
Che se stessa condannò!

CECIL
Dell'audace il ciel possente
La vendetta omai segnò!

MARIA
Grazie, o cielo! Alfin respiro.
Dai miei sguardi ell'è fuggita.
Al mio piè restò avvilita,
La sua luce si oscurò!

ANNA, TALBOT
Quali accenti! Sventurata!
Tu offendesti Elisabetta!
Forse, ah, forse la vendetta
All'offesa destinò (preparò)!

LEICESTER
Ah! ti perdo, o sconsigliata,
Quando salvarti bramai.
Quando fido a te tornai
Il destin ci fulminò.

CORTIGIANI
Dal supplizio l'onta estrema
La Regina a te serbò.
Sì, taci, vieni, trema, trema,
Ogni speme si ecclissò.

TALBOT (a Leicester)
Leicester vieni,
Non ti senta Elisabetta.

MARIA, LEICESTER
Addio! Per sempre!

ANNA
Deh taci! Ah, vieni!

ELISABETTA (alle guardie)
Olà! ... Trascinatela!

(Le guardie si avanzano per trascinare Maria.)

ELISABETTA (a Maria)
Nella scure che ti aspetta
Troverai la mia vendetta.
(alle guardie)
Transcinate la furente
Che se stessa condannò.

MARIA (Vedendo circondata dalle guardie, ripiglia con entusiasmo crescente.)
Or guidatemi alla morte:
Sfiderò l'estrema sorte.
Di trionfo un sol momento
Ogni affanno compensò.

LEICESTER
Ah! ti perdo sconsigliata, ecc
Quando fido a te tornai
Il destin ci fulminò.
Per sempre ci lasciò.

ANNA, TALBOT
Quali accenti! Sventurata! ecc
Ah! qual dai tormeti
A chi salva ti bramò.

CORTIGIANI
Del supplizio l'onta estrema, ecc

CECIL
Dell'audace il Ciel possente
La vendetta omai segnò.

 




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