N 13: Terzetto
ELISABETTA
Sì.
(Elisabetta è incerta; vedendo Leicester che entra, segna rapidamente il
foglio e lo dà a Cecil.)
LEICESTER
Regina!
ELISABETTA
A lei s'affretti il supplizio.
LEICESTER
O ciel, quai detti!
(vedendo il foglio)
Forse quella ...
CECIL
La sentenza.
LEICESTER
La sentenza?
ELISABETTA
Sì, la sentenza, o traditor.
Io son paga!
LEICESTER
E l'innocenza tu condanni!
ELISABETTA
E parli ancor?
LEICESTER
Ah! deh! per pietà sospendi
L'estremo colpo almeno;
Ai prieghi miei t'arrendi,
O scaglialo al mio seno.
Niuno ti può costringere,
Libero è il tuo volere.
CECIL (piano ad Elisabetta)
Non ascoltar l'indegno,
Or che già salva sei.
ELISABETTA
Vana è la tua preghiera,
Son ferma in tel cosiglio.
Nel fin di quell'altera
È il fin del mio periglio.
Dal sangue suo più libero
Risorge il mio poter.
LEICESTER
Ah! pietà! Ah! Regina!
Niuno ti può costringere, ecc
CECIL
Ah! per chi t'ardeva il Regno
Più palpitar non dei.
Il dì che all'empia è l'ultimo,
Di pace è il dì primier.
LEICESTER
D'una sorella, o barbara,
La morte hai tu segnato!
ELISABETTA
E spettator ti voglio
Dell'ultimo suo fato;
Dovrà perir l'amante
Dopo il fatale instante
Che il bellico metallo
Tre volte scoppierà.
LEICESTER
E vuoi ch'io vegga?
ELISABETTA
Taciti, taciti.
LEICESTER
E vuoi?
ELISABETTA
Taciti.
È morta ogni pietà.
LEICESTER
Regina! Regina!
ELISABETTA
Vanne, indegno; t'appare sul volto
Il terror che in tuo seno ti piomba.
Al tuo affetto prepara la tomba,
Quando spenta Stuarda sarà.
CECIL
Ah, Regina, ah, serena il tuo volto
Alla pace, alle glorie già torni;
Questo, ah, questo, il più bello dei giorni
Pel tuo soglio, per Anglia
sarà.
LEICESTER
Vado, vado, ti leggo sul volto
Che deliri, che avvampi di sdegno.
Un conforto, un amico, un sostegno
Nel mio core la misera avrà.
ELISABETTA
Vanne indegno!
Al tuo affetto prepara la tomba, ecc
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