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Salvatore Cammarano
Lucia di Lammermoor

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  • PARTE SECONDA - IL CONTRATTO NUZIALE
      • Scena seconda. Lucia, Enrico
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Scena seconda. Lucia, Enrico

 

(Lucia si arresta presso la soglia:
la pallidezza del suo volto,
il guardo smarrito,
e tutto in lei annunzia i patimenti
ch’ella sofferse ed i primi sintomi
d’un’alienazione mentale)

ENRICO
Appressati, Lucia.
(Lucia si avanza
alcuni passi macchinalmente,
e sempre figgendo lo sguardo immobile
negli occhi di Enrico)
Sperai più lieta in questo vederti,
In questo , che d’imeneo le faci
Si accendono per te.
Mi guardi, e taci!

LUCIA
Il pallor funesto orrendo
Che ricopre il volto mio
Ti rimprovera tacendo
Il mio strazio... il mio dolor.
Perdonar ti possa Iddio
L’inumano tuo rigor.

ENRICO
A ragion mi fe’ spietato
Quel che t’arse indegno affetto...
Ma si taccia del passato...
Tuo fratello io sono ancor.
Spenta è l’ira nel mio petto
Spegni tu l’insano amor.

LUCIA
La pietade è tarda omai!...
Il mio fin di già s’appressa.

ENRICO
Viver lieta ancor potrai...

LUCIA
Lieta! e puoi tu dirlo a me?

ENRICO
Nobil sposo...

LUCIA
Cessa... ah! cessa.
Ad altr’uomo giurai la fe’.

ENRICO
Nol potevi...
(iracondo)

LUCIA
Enrico!...

ENRICO
Or basti.
(raffrenandosi)
Questo foglio appien ti dice,
(porgendole il foglio,
ch’ebbe da Normanno)
Qual crudel, qual empio amasti.
Leggi

LUCIA
Il core mi balzò!
(legge: la sorpresa, ed il più vivo affanno
si dipingono nel suo volto,
ed un tremito l’investe dal capo alle piante)

ENRICO
Tu vacilli!...
(accorrendo in di lei soccorso.)

LUCIA
Me infelice!... Ahi!... la folgore piombò!
Soffriva nel pianto... languia nel dolore...
La speme... la vita riposi in un core...
Quel core infedele ad altra si diè!...
L’istante di morte è giunto per me.

ENRICO
Un folle ti accese, un perfido amore:
Tradisti il tuo sangue per vil seduttore
Ma degna dal cielo ne avesti mercé:
Quel core infedele ad altra si diè!
(si ascoltano echeggiare in lontananza
festivi suoni, e clamorose grida)

LUCIA
Che fia!...

ENRICO
Suonar di giubbilo
Senti la riva?

LUCIA
Ebbene?

ENRICO
Giunge il tuo sposo.

LUCIA
Un brivido
Mi corse per le vene!

ENRICO
A te s’appresta il talamo...

LUCIA
La tomba a me s’appresta!

ENRICO
Ora fatale è questa! M’odi.

LUCIA
Ho sugli occhi un vel!

ENRICO
Spento è Guglielmo... a Scozia
Comanderà Maria...
Prostrata è nella polvere
La parte ch’io seguia...

LUCIA
Tremo!...

ENRICO
Dal precipizio Arturo può sottrarmi,
Sol egli...

LUCIA
Ed io?...

ENRICO
Salvarmi Devi.

LUCIA
Ma!...

ENRICO
Il devi.
(in atto di uscire)

LUCIA
Oh ciel!..

ENRICO
(ritornando a Lucia,
e con accento rapido, ma energico)
Se tradirmi tu potrai,
La mia sorte è già compita...
Tu m’involi onore, e vita;
Tu la scure appresti a me...
Ne’ tuoi sogni mi vedrai
Ombra irata e minacciosa!...
Quella scure sanguinosa
Starà sempre innanzi a te!

LUCIA
(volgendo al cielo gli occhi gonfi di lagrime)
Tu che vedi il pianto mio...
Tu che leggi in questo core,
Se respinto il mio dolore
Come in terra in ciel non è.
Tu mi togli, eterno Iddio,
Questa vita disperata...
Io son tanto sventurata,
Che la morte è un ben per me!
(Enrico parte affrettatamente.
Lucia si abbandona su d’una seggiola,
ove resta qualche momento in silenzio;
quindi vedendo giungere Raimondo,
gli sorge all’incontro ansiosissima.)




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